Socialismo

Oltre la residualità. Una rivoluzione copernicana per la sinistra, di Antonello Badessi


 Il problema è che finché ragioniamo in termini di voto di sinistra, non faremo un passo avanti. Le attuali forze della sinistra sparsa e frammentata, SEL compresa, non hanno davanti a sé il compito di unire la sinistra nota in una unica sigla. Né, quando andiamo a valutare il voto, serve a molto ragionare in termini di somma di SEL, “L'altra Italia” e altre forze che mantengono un carattere pregnante di residualità. Ed infatti lo si vede nel risultato in Emilia Romagna dove la somma dei voti di SEL e di quelli dell’AER è inferiore al voto delle europee. A fronte, e questo è il tema, di un inedito livello di astensionismo. Quello che serve è un progetto politico, supportato da un fronte politico con caratteristiche popolari, per attrarre, mantenere e sviluppare il consenso di massa. Ed il consenso di massa, in questa era post tangentopoli e antipolitica, in questa era del neoliberismo e della depressione economica, non lo si può più qualificare in termini di destra e di sinistra ma in termini di forze, contenuti e credibilità. Ma, attenzione, è un consenso, anzi in prospettiva un nuovo senso di appartenenza, che va costruito tenendo ben presenti i valori non negoziabili come l'antirazzismo e l'uguaglianza. Perché bisogna aggredire i santuari del PD ma anche della Lega Nord e del Movimento 5 Stelle, ma preservando i nostri valori. Il limite de L'Altra Europa con Tsipras, nonostante la intelligente intuizione di non mettere la parola sinistra, è che eravamo perfettamente riconoscibili e questo non ci ha aiutato, e non ci aiuta alle regionali. La Lega, che è molto peggio di 5 Stelle, va ad occupare parte dello spazio grillino anche perché è una forza organizzata e consolidata e senza ambiguità che sfrutta al meglio la regressione sociale e lo smarrimento di certi valori che davamo per inattaccabili. Poi arrivano i fatti di Tor Sapienza a Roma a smentirci, a mettere in discussione le nostre certezze sulla tenuta dei valori di uguaglianza e solidarietà che invece sono stati in parte demoliti dalle politiche scellerate di governi e amministrazioni locali che hanno aggiunto contraddizioni a contraddizioni, degrado a degrado.La gente non si fida delle attuali forze politiche, SEL compresa, e non ragiona come ragioniamo noi. Non ti premia se dici con il PD mai, né, viceversa, se dici con il PD per la vita né se ti limiti a dargli una dimensione tattica. La gente non ti premia sugli schieramenti. Ti premia se hai un programma o, purtroppo, se sembra che lo hai. Ti premia se stai nei territori e questo è già un dato positivo. La gente non sa nemmeno cosa è la "Sinistra Europea" o chi è Tsipras che è importante che lo sappiano i greci. La gente non sa cosa sia Podemos. Il voto degli eredi de "L'Altra Europa" è un voto politicizzato. Anche il voto di SEL è soprattutto politicizzato, salvo alcuni territori. Il voto popolare va altrove. Tra l'altro continua ad andare anche al PD. Ma c'è chi si bea pensando che sia vincente il solo definirsi di sinistra. Di questi tempi temo persino che sia perdente definirsi di sinistra. Il dato specifico sulle elezioni in E.R. è che SEL non perde e anzi incrementa i voti. Mentre l’AER perde posizioni e non riesce a togliersi di dosso l’aura residuale. Il voto a sinistra ha un consenso a volume variabile ma per lo più concentrato in aree più politicizzate con spirito di appartenenza. SEL stessa non sfonda a livello popolare. È chiaro che vi sono anche delle attenuanti. Non regge comunque il ragionamento dei sostenitori dell’AER secondo cui SEL non prende voti perché sta con il PD, visto che anche loro non sfondano e il sorpasso è ben magra cosa. Sia detto con tutto il rispetto. A Roma SEL è impegnata in una partita di contrasto ai disegni del PD, alleato e avversario, e se farà valere questo suo ruolo, e lo saprà spiegare, ciò pagherà. Insomma, è molto più avversaria del PD la linea che SEL sta seguendo a Roma che quella di chi dice con il PD mai e poi si rinchiude nei fortini.Antonello Badessi