Socialismo

Primo Convegno di Consequenze Relazione di Stefano Pierpaoli- 2


 Io vorrei tornare a scrivere i miei libri e andare un po’ al mare. Non voglio fare l’imprenditore. Però quello che desidero, vorrei che possa realizzarsi in un paese normale. La mia proposta, rivolta ai miei concittadini, alla società civile di cui sono parte e di cui sarò sempre parte, perché amo questo paese malgrado mi abbia fatto del male, si fonda su un profondo desiderio di democrazia, di modernità, di uguaglianza, di legalità. Regole uguali per tutti. Torniamo a crescere, recuperiamo serenità, benessere. Ritroviamo armonia sociale. Liberiamoci dallo scontro, dall’invettiva ad oltranza, dalla diffidenza verso il nostro vicino, verso il diverso, dall’annullamento di chi non la pensa come noi.Lavorare sulla cultura è una chiave decisiva per tutto questo. Riconquistare spazi di espressione libera è linfa vitale per eliminare squilibri e paure. Accrescere in modo corretto la conoscenza fornisce strumenti di democrazia e il lavoro intellettuale onesto è garanzia democratica.La diffidenza e lo scetticismo sono reazioni tipiche della senilità. Siamo diventati un paese vecchio, privo di impulsi che non siano guidati dal santone o dal predicatore di turno. Un paese malato di individualismo e finiamo col fare la guerra dei poveri o peggio tra poveri.Mi è stato qualche volta rimproverato di non tracciare le linee culturali e commerciali di Consequenze in modo preciso e ben definito. Nel Manifesto programmatico sono espressi con chiarezza i punti fondamentali del programma culturale. Oggi, in questo Convegno, tracceremo con maggiore profondità molti aspetti di questo progetto.Il fatto di aver preferito fornire a coloro con cui mi sono trovato a parlare soltanto un impianto di massima, è stato frutto di una scelta precisa. Potevo cominciare dall’alto. Trovare alleanze influenti ed economicamente vigorose e poi far partire da lì una proposta che cascasse a pioggia su tutti coloro che fossero interessati a una maggiore visibilità, a un’opportunità di lavoro e perché no, di successo. Mi potevo garantire appoggi esterni per così dire autorevoli per raggiungere in modo più agevole un pubblico vasto, grazie a metodi ben noti e collaudati. Però avrei in tal modo riprodotto un modello deformante, un metodo classico all’italiana che ha prodotto sfaceli. Il modello dei vertici, delle gerarchie, delle autorità costituite. Lo schema consueto dei gestori dall’alto e dei sudditi che aspettano la manna o il gesto promettente o la promessa suggestiva.Di tutto questo ne abbiamo abbastanza.In molti amano definire un’iniziativa come questa come iniziativa dal basso. Io non so se questo che noi oggi rappresentiamo sia un basso o un elevato esempio di democrazia. Se però devo accettare quella definizione, che non amo particolarmente, mi viene da pensare a una spinta, a un impulso che provenendo da un’area ampia della popolazione, propone, inserisce, stimola, partecipa.Questo è il fulcro importante della scommessa che ho fatto e che tutti coloro che partecipano a questo progetto hanno fatto. Creare una struttura di sostegno e di stimolo in grado di recepire e sviluppare i progetti che provengono dalla società civile e condivisi da artisti, intellettuali e cittadini. E quindi ho chiesto a chiunque incontrassi: “dammi il tuo progetto, proponi la tua libera iniziativa da collegare al resto della popolazione in un ambito di vicinanza, di cooperazione solidale. In una collettività che finalmente funziona e si rimette in moto senza aspettare la manna dal cielo, ma lavorando insieme, con progetti concreti, moderni, capaci di interpretare il nostro tempo e le reali dinamiche della nostra società per migliorarla in una sfera etica di sinergie produttive”.Siamo tutti fermi ad aspettare il permesso di operare, di fare. Impantanati nelle paludi burocratiche delle attese e dei favori. Lasciamo il campo aperto ai furbi, agli amici degli amici, ai figli di papà. Dov’è finita l’inventiva degli Italiani? Dov’è finita la leggendaria capacità creativa degli italiani? L’ingegno imprenditoriale indipendente, l’abilità di produrre in modo anche artigianale dei grandi capolavori? Possibile che il vizio assistenzialistico a cui accennavo prima ci abbia del tutto privato del sapere del lavoro? Possiamo farcela solo grazie al politico consenziente o al grande imprenditore che finanzia? Io dico di no. Noi diciamo di no, perché lo stiamo dimostrando, perché senza un euro che piove dall’alto, senza nessun appoggio politico, senza nessuna connessione con la grande imprenditoria noi riusciamo ad essere qui, riusciamo a realizzare un grande esempio di operatività e di valore civile.Ecco l’importanza di raccogliere proposte e mettersi in condizione di realizzarle. Ecco la priorità nell’ascolto dell’altro e nel fermarsi al confine etico di consentire quell’espressione libera, onesta, leale col pubblico, Io delle idee le ho. Le ho esposte nell’impianto intellettuale pubblicato in Rete. Ho delle idee commerciali, di mercato perché senz’altro provengo da un’esperienza imprenditoriale di tanti anni. Ma sono anche convinto che oggi, nel panorama che ci si presenta sia più utile lavorare insieme e semmai mettere insieme queste idee. Farle convergere. Unirci in un progetto comune e slegato dalle solite logiche che ci hanno danneggiato fino allo sfascio. Niente più apprendisti stregoni con ricette miracolose. Niente più salvatori della patria. Niente più uomini della provvidenza. Basta. Riprendiamoci il futuro in quanto protagonisti della democrazia, del mondo del lavoro, della cultura.Il progetto di lavoro di Consequenze prevede lo sviluppo di un’associazione nazionale, organizzata attraverso la partecipazione a tutti i suoi momenti decisionali di artisti e Cittadini, articolata in strutture decentrate sul territorio, che sul fondamento della creazione di una comunità integrata tra artisti e popolazione si propone di:1.     Tutelare la cultura e l’impegno artistico in quanto diritto sociale di tutti, in una libera, diretta ed autonoma fruizione. 2.     Sostenere l’attività professionale nel rispetto delle individualità, il cui esercizio deve essere favorito attraverso un criterio di merito e grazie alla salvaguardia della possibilità di tutti all’accesso diretto al mercato e agli spazi di comunicazione con il pubblico.3.     Preservare, nell’interesse collettivo, l’impegno culturale e l’esperienza artistica, da ogni forma e genere di inquinamento, strumentalizzazione, repressione, isolamento, condizionamento, marginalizzazione, dequalificazione, da parte dei circuiti mediatici, editoriali, commerciali, finanziari e delle Istituzioni politiche e culturali.4.     Comporre un autonomo circuito produttivo e distributivo diretto e autogestito, in un rapporto non mediato tra cittadinanza e artisti, necessario a favorire il libero accesso al mercato dell’arte in ogni sua espressione, al di fuori degli attuali e obbligati canali d’inserimento commerciale e professionale e delle logiche di casta, cosca, cordata, stirpe che costituiscono purtroppo i criteri di selezione dominanti.     Consequenze si propone quindi di assolvere a una funzione riassumibile in 7 punti principali:1. Promuovere un’ampia fascia di artisti che oggi non hanno la possibilità di riferirsi a un pubblico vasto e quindi di veder coronati i frutti del loro lavoro in base al talento e al merito2. Riunire, in un grande patto di lealtà e cooperazione, artisti e cittadini, per realizzare un comune progetto di integrazione, diretto allo stimolo positivo di produzioni di qualità, di nuove sperimentazioni e linguaggi, così come di recupero di tradizioni da cui non possiamo e non dobbiamo prescindere rispetto alla nostra stessa storia di artisti e intellettuali.3. Organizzare strutture permanenti finalizzate alla gestione di spazi autonomi e indipendenti, creare iniziative culturali e artistiche temporanee o anche itineranti, sedi di incontro, di integrazione, di confronto permanente, democratico e vivace, tra popolazione e operatori della cultura, quindi dialogo e collaborazione efficace tra cittadinanza consapevole e cultura responsabile e ben presente nel nostro tempo.4. Porsi al servizio della libera circolazione di idee ed energie, della libera diffusione di produzioni qualitative, e garantire un’informazione vera sulla produzione artistica indipendente. Essere quindi in condizione anche di offrire assistenza amministrativa (rapporti con enti e istituzioni), informazioni normative, tutela legale agli artisti, nel rapporto con istituzioni e soggetti privati.5. Costituire una rete di collegamento concreto e continuo tra artisti, una rete orizzontale aperta anche al pubblico che sia svincolata dai canali ufficiali consueti.6. Controllare l’operato delle Istituzioni e delle diverse imprese culturali (circuiti, produzioni, media settoriali) rispetto ai compiti istituzionali e allo svolgimento delle funzioni di diffusione delle opere nel rispetto della libertà di mercato. Perciò denunciare con rigore tutti i fenomeni e i singoli episodi di violazione della dignità e della libertà d’espressione degli artisti nela. libero accesso al mercatob. nella libertà d’informazionec. nella tutela dei diritti e della dignità del pubblicoe tutto questo al di fuori da egemonie e monopoli vari.7. Proporre iniziative di cooperazione agli enti locali, alle istituzioni culturali, economiche, scolastiche, universitarie per ridare centralità alla cittadinanza, in un rapporto partecipativo tra espressione culturale ed esigenza civile e sociale.Indicare strumenti normativi, leggi, regolamenti utili a favorire e liberare l’accesso al mercato della produzione artistica indipendente ed essenziali per garantirne lo sviluppo normale, l’indipendenza, l’autonomia, l’integrità professionale degli artisti in un rapporto sano con la cittadinanza e in una relazione di equilibrio con l’editoria, con le strutture professionali e manageriali, con i circuiti mediatici, con gli imprenditori artistici, con la varie rassegne, mostre, concorsi e con i passaggi burocratici connessi ai processi valutativi della produzione artistica.Individuare e suggerire strumenti normativi, amministrativi e giuridici di tutela, dell’interesse della popolazione a poter godere di un’informazione libera e plurale, di un’offerta culturale libera e plurale, non condizionata da monopoli economici, finanziari, politici e culturali, garantita e tutelata dal diretto accesso a una produzione artistica davvero indipendente e sottoposta soltanto a processi valutativi limpidi e onesti, che poi sottintendono al raggiungimento degli obiettivi professionali di ogni artista.Regole quindi di legalità e trasparenza. Regole di giustizia e di democrazia.Regole che valgano per tutti e che devono costituire ossatura e propulsione nell’impianto culturale e nelle dinamiche di mercato che realizzeremo.Stefano Pierpaoli Presidente dell'Associazione Nazionale  “Consequenze"