Socialismo

Post N° 11


..Sul sistema di votazione per il Parlamento europeo .Il PdL e il PD vorrebbero modificare  la legge elettorale per eleggere il Parlamento europeo nella Primavera del 2009. Per come sono articolate la forma di stato e quella di governo a livello europeo, non c’è nessun motivo tecnico o politico che evochi la necessità di una riforma di tale legge che, al momento, è lasciata alla competenza dei legislatori nazionali. Il governo europeo è talmente frammentato che  non si pone alcun problema di stabilità o di governabilità e ben altri sarebbero i problemi da affrontare se si volessero conseguire questi obiettivi a quel livello istituzionale. Altrettanto vale per il potere legislativo che è suddiviso tra Parlamento europeo, consiglio europeo e  commissione europea. Il vero e più urgente problema è semmai quello di rafforzare le competenze legislative del PE. In ogni caso e in generale, assume seri aspetti di incostituzionalità una modifica elettorale alla vigilia dello svolgimento delle elezioni quando è ben chiaro chi sarebbero i beneficiari della modifica.  Sarebbe opportuno che si riprendesse la proposta avanzata nel passato da più parti per fare votare i cittadini con lo stesso sistema elettorale. Ma i governi nazionali non sembrano pronti a fare questo ulteriore passo in avanti verso una più pregnante integrazione politica. Infatti,   a detta del suo segretario, il PD è un partito fluido - non meglio definito. Non ha ancora una precisa identità valoriale e non brilla per la trasparenza delle procedure democratiche. Fin qui all’elettore  è stata  lasciata solo la partecipazione a delle primarie “finte” per dare un’ombra di legittimazione al suo segretario. Il  PdL, specialmente nella sua componente principale (FI), è un partito aziendale dove fin qui non c’è stata e non c’è alcuna garanzia di collegialità e di trasparenza nelle procedure di selezione della sua classe dirigente e del suo capo. E’ chiaro quindi che il tentativo dei principali partiti di modificare anche il sistema di voto per il Parlamento europeo si iscrive nella logica di negare ogni possibilità di rappresentanza  alle forze politiche minori a livello europeo e di forzare in Italia  il sistema bipartitico. In altre parole,  il PD e il PdL vogliono portare avanti la loro operazione di pulizia etnica dei piccoli partiti, alias, di semplificazione del sistema partitico semplicemente eliminando i piccoli  gruppi e promuovendo l’omologazione nei due principali partiti. Se la collaborazione dei due principali partiti dovesse consolidarsi si avrebbe la prova provata che la mentalità neo-totalitaria nel nostro paese non è solo appannaggio del centro-destra. .Vincenzo Russo(ordinario di Economia Pubblica presso l'Università La Sapienza di Roma)