Socialismo

Post N° 53


.DOCUMENTO PROGRAMMATICO DELL'ASSOCIAZIONE"NUOVA SINISTRA PER IL SOCIALISMO"                                       (Parte 2).Sul piano internazionale, la situazione si presenta piena di incognite e irta di pericoli. C'è la crisi economica mondiale, che colpisce tutte le maggiori potenze industriali travolgendo i Paesi in via di sviluppo e, in particolare, quelli arretrati. Al momento non si avvertono, a fronte di una caduta verticale della domanda mondiale, segnali di una imminente forte ripresa del processo di accumulazione capitalistica. Continua ad estendersi la mappa dei conflitti armati che negli ultimi dieci anni hanno provocato scontri sanguinosi, terrorismo, massacri collettivi, faide, esodi di massa, genocidi, carestie e pestilenze, traffico di droga, corruzione politica, emarginazione di identità etniche e tribali in Africa, nel Caucaso, nei Balcani e nel Medio Oriente. Si intensifica il traffico delle armi ad opera soprattutto degli Stati Uniti, seguiti dai paesi dell'Ocse (con in testa la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia e il Giappone) quali maggiori produttori e fornitori di armi, con tutti i benefici derivanti dal cosiddetto keynesismo militare. Sempre più aggressivi gli Stati Uniti che con il loro unilateralismo e la dottrina Bush della "guerra preventiva" accentuano i contrasti con le altre potenze occidentali e asiatiche. Contrasti che con le continue oscillazioni del dollaro, ora al rialzo ora al ribasso, con le politiche monetarie e dei tassi di interesse della Fed, congiuntamente alle fluttuazioni di cambio delle altre principali monete mondiali (euro, yen e yuan), tendono pericolosamente ad accentuarsi, fomentando il ritorno di aspre guerre commerciali tra USA, Unione Europea, Giappone e Cina, di nuove forme di protezionismo esasperato, a danno principalmente dei Paesi in via di sviluppo, quale preludio a possibili chiusure delle frontiere economiche nazionali.Sul piano politico, si registra la sconfitta della cosiddetta "terza via", sulla quale avevano puntato le sinistre riformiste e di governo, illuse di realizzare quella che si è rivelata la quadratura del cerchio: garantire la coesione sociale lasciando libere le imprese di competere senza regole e vincoli contrattualistici. Si assiste invece ad una forte ondata populistica e demagogica da parte delle destre politiche, ormai al governo in quasi tutti i Paesi, che con le loro politiche economiche e monetarie di compressione dei consumi, di privatizzazione di interi comparti dell'economia, di riduzione delle spese sociali e di smantellamento del Welfare State, di riforme costituzionali mirate al rafforzamento del potere degli esecutivi, previa esautorazione del potere legislativo dei Parlamenti, pregiudicano l'esistenza di ogni forma di vita democratica. II che conferma la tesi che quando la crisi del sistema capitalistico tende ad estendersi e ad aggravarsi, allora, come negli anni '20 e '30, in assenza di un'alternativa socialista, è la destra conservatrice o, a seconda dei casi, reazionaria a vincere, con quel che segue. Oggi, come allora, l'alternativa è la stessa: Socialismo o Barbarie.Per questi motivi l'Associazione intende rilanciare con forza la parola d'ordine del Socialismo impegnandosi a battersi contro tutte le ingiustizie, le guerre e le violenze che ovunque nel mondo generano sofferenze, miserie, odii, rancori, vendette e ritorsioni; contro chi ogni giorno calpesta i più elementari diritti dell'uomo e delle genti che vogliono lavorare, vivere in pace, godere liberamente e pienamente dei piaceri della vita; contro ogni forma di discriminazione razziale, sociale, etnica e religiosa, in nome dell'uguaglianza del genere umano.Per gli stessi motivi, l'Associazione si schiera dalla parte di tutti i popoli oppressi, in particolare del martoriato popolo palestinese che da anni lotta invano per avere il diritto alla propria autodeterminazione nell'ambito di un libero ed autonomo Stato; dalla parte dell'immensa schiera di diseredati, di immigrati, di emarginati, di giovani in cerca di un lavoro "vero" che non trovano, di lavoratori salariati (che tra occupati e non, rappresentano la maggioranza delle popolazioni attive) soggetti allo sfruttamento dell'organizzazione capitalistica del lavoro e che lottano contro le attuali politiche aziendali dei bassi salari e degli orari di lavoro intensificati e prolungati, contro I'assoluta precarizzazione dell'occupazione e la violazione sistematica dei diritti sindacali e sociali; dalla parte dei pensionati che nei paesi a capitalismo avanzato stanno per diventare maggioranza e che richiedono di esser tutelati al meglio in termini economici, sanitari ed umani; dalla parte infine di tutti coloro che nel campo delle professioni, delle arti, della scienza e della cultura si battono per difendere i loro interessi, la loro dignità, la loro libertà e per una società migliore, spiritualmente più ricca.Sul piano nazionale, la Sinistra italiana, di ispirazione socialista, al pari di quella europea, dopo la crisi dei "fondamentali" che nel secolo scorso hanno nutrito e plasmato la coscienza critica e guidato l'azione dei partiti e dei sindacati operai, si presenta sul proscenio politico in condizioni di totale disarmo ideologico e culturale.In grave ritardo nell'opera di rinnovamento del proprio bagaglio teorico e strategico, disgregata e frazionata in più aree politiche fino a costituire un vasto arcipelago esposto alle più disparate correnti di pensiero, la Sinistra si rivela impotente di fronte a problemi di così vasto respiro e portata posti dalla società contemporanea. Incapace di comprendere la natura e le conseguenze degli squilibri causati dai processi di globalizzazione e integrazione dei mercati, dalla relativa perdita di sovranità degli Stati nazionali ormai sottomessi alle strategie economiche, monetarie e finanziarie delle grandi organizzazioni internazionali (FMI, Banca Mondiale, Wto, ecc.), la Sinistra, quella che ancora si richiama alle tradizioni del Socialismo europeo, appare completamente integrata nell'universo dei valori e delle istituzioni vigenti, imbrigliata nella logica del buon governo e della mera amministrazione dell’esistente. Nel migliore dei casi, non si va oltre l'orizzonte teorico-pratico delle obsolete politiche keynesiane per dare soluzione ai problemi posti dalla crisi mondiale che oggi investe l’economia capitalistica. Senza sapere che è proprio l'esaurimento dell'efficacia di queste politiche ad aver screditato una forma di socialismo confusa con una gestione keynesiana del sistema, fornendo cosi al pensiero neo-liberista l’opportunità storica di scatenare un'offensiva ideologica e politica imperniata sulla centralità dell'impresa privata, sulla fine del Welfare State e sulla liberalizzazione del mercato del lavoro.          Appiattita sull’attuale ordinamento socio-economico, la Sinistra tende ormai ad omologarsi ad un sistema che accentua ed approfondisce le disuguaglianze e le ingiustizie sociali, crea disoccupazione, genera precarietà, insicurezza e povertà, distrugge e sperpera ricchezza. Fatta salva l'intenzione di apportare correttivi e aggiustamenti al sistema e alle sue istituzioni, senza però intaccarne le basi strutturali, la Sinistra, agitando un vago e generico riformismo, opera in totale adesione alle leggi del libero mercato, al culto dell'impresa capitalistica. C'e addirittura chi nelle sue file avalla la tesi dell'identificazione dell’economia di mercato con l’essenza della democrazia.Sta di fatto che, a tutt'oggi, la Sinistra si è dimostrata incapace di presentare un qualsiasi progetto organico di riforma, a fronte dell'attuale governo di centro-destra che, invece, di progetti di riforma a beneficio esclusivo del sistema delle imprese e delle classi abbienti ne sforna e ne realizza a getto continuo. La verità è che la Sinistra, quella che dice ancora di richiamarsi alla tradizione socialista e laica, ha rotto ogni residuo legame con l'antico patrimonio teorico, politico e culturale del movimento socialista novecentesco, riformista o massimalista che fosse, la cui meta finale era la costruzione di una società socialista. Oggi, non è più in discussione il capitalismo, il mercato e il processo di globalizzazione in corso. Non solo la Sinistra non propone più la socializzazione dei mezzi di produzione, che pur dovrebbe essere il principio informatore di una autentica politica socialista, ma non propone neppure quella dei servizi essenziali come la previdenza, la sanità, la scuola, l'Università, le fonti energetiche, la gestione dell'acqua, dei rifiuti e del trasporto pubblico. Servizi che la Sinistra, come la Destra, dichiara di voler ulteriormente privatizzare.I compagni dell'Associazione ritengono che un modo di produzione come quello capitalistico non possa funzionare meglio od essere corretto mediante atti di governo sotto una pretesa gestione "socialista", poiché l'origine delle crisi cicliche, dei conflitti sociali e delle disuguaglianze economiche a sociali è iscritta nel DNA del sistema. In realtà, il capitalismo, pur avendo ancora margini di relativo sviluppo, è entrato in una fase discendente del proprio ciclo storico. Tali margini tendono progressivamente ad assottigliarsi a causa della sempre più evidente sproporzione tra l’enorme capacità del sistema di espandere la produzione di beni e servizi e la ridotta capacità della domanda sociale mondiale di assorbirla.E sulla base di queste premesse e delle tesi qui esposte che l’Associazione intende contribuire, in un confronto permanente con altre associazioni, forze politiche e movimenti d'opinione impegnati nella critica dell'attuale sistema socio-economico, alla rinascita della sinistra italiana ed europea che ritrovi la propria identica politica e culturale in un grande partito socialista moderno, autonomo, autenticamente democratico, profondamente radicato nel mondo del lavoro, dotato di un progetto unitario ed organico di vasto respiro che ne sancisca i valori, ne enunci la teoria sociale e politica, ne formuli i programmi e ne delinei le strategie.Angelo Ciufo..