Socialismo

Il 6 febbraio 2009


. Nel mio precedente articolo sull’argomento, quello intitolato “Il 17 dicembre 2008”, fissavo in quella data quella in cui aveva inizio la fine dello Stato di diritto.         Ieri, 6 febbraio 2009, la fine dello Stato di diritto è Stata ufficialmente decretata nella conferenza stampa del premier Silvio Berlusconi.         In questa conferenza stampa è stato affermato che:-    La decretazione d’urgenza è sotto la responsabilità del governo e il Capo dello Stato non può interferire;-      Se il Capo dello Stato interferisse nella decretazione governativa, Berlusconi si impegna a “ritornare dal popolo a chiedere un Cambiamento della Costituzione”;-      La decretazione d’urgenza è il solo e vero strumento di legislazione, quello che più autenticamente rappresenta la volontà dell’esecutivo;-       Il voto più genuino per convertire in legge la decretazione dell’esecutivo è il voto di fiducia, quel voto con il quale l’esecutivo si pone in discussione, in toto e senza difese, di fronte al Parlamento. Il voto di fiducia sistematicamente utilizzato è la vera espressione della divisione dei poteri;    -     La magistratura, di cui Berlusconi non ha parlato ma di cui ha, nei fatti, disconosciuto ogni potere, è stata spogliata di ogni suo potere interpretativo della legge, defraudata del suo ruolo costituzionale.Insomma il premier ha proclamato il primato dell’esecutivo, disconoscendo ogni potere degli altri organi costituzionali, Capo dello Stato, Parlamento, Magistratura (solo la Corte Costituzionale se l’è cavata). La divisione dei poteri finisce qui.Questo disegno di una nuova carta costituzionale, paradossalmente richiesta al popolo ignorando le norme di revisione costituzionale,  è la dichiarazione ufficiale della fine dello Stato costituzionale e l’avvento di un’avventura di natura fascista.Nella mia gioventù, nell’immediato dopoguerra, dopo aver letto qua e là gli “Scritti e discorsi del Duce” mi chiedevo come potesse la gente non accorgersi che stava nascendo uno stato totalitario, mi chiedevo anche quale fosse il punto in cui il livello di guardia fosse rotto. L’indifferenza, l’assuefazione, il conformismo offuscavano la vista di fronte al pericolo crescente.Oggi, dopo tanti, ma non molti anni, penso che la misura è colma. Ogni livello di guardia è stato superato e cosa più grave che mai, oggi come allora la sinistra è divisa. Quello spirto resistenziale ch’entro mi rugge torna a farsi vivo e mi chiama, ci chiama, ad una nuova missione liberatrice.   Renato GattiDott. Commercialista esperto in economia aziendale