Socialismo

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..Metti che una banca va in default.Il nostro governo ha deliberato che i depositi bancari dei cittadini sono garantiti dallo Stato e che in caso di default di una banca lo Stato interverrà. Ma tale decisione rimane un annuncio per il fatto che non è stato stanziato neppure un euro per finanziare eventuali futuri interventi.Gli altri Stati europei hanno stanziato milioni di €; Gran Bretagna e Islanda hanno nazionalizzato alcune banche; la Germania ha deliberato che alla bisogna esproprierà le azioni delle banche in difficoltà; gli Stati dell’est vacillano e rischiano il fallimento trascinando nel baratro chi li ha finanziati. Unicredit e Banca Intesa sono le banche più in pericolo. Non vorrei fare la Cassandra ma dobbiamo mettere in conto che il nostro stato sia costretto ad intervenire per salvare dal default una banca italiana. Cosa giusta e necessaria ma… dobbiamo cominciare a pensare come interverrà.Primo scenario. Classico. Il governo taglia servizi, aumenta tasse, emette  bot e cct, insomma con l’adusato sistema rimedia i soldi dove e come può (di solito sui soliti contribuenti) e con i soldi raccolti acquista azioni di risparmio della banca in default. Se e quando poi le cose  tornano a posto, il governo rientra delle azioni acquistate, mette le entrate nel dindarolo e persegue la sua politica di spesa. Insomma un grosso processo redistributivo che nella fase del fund-raising preleva soldi al lavoro dipendente, toglie servizi al cittadino, grazia gli evasori e non penalizza le rendite. Nel momento della restaurazione si riprende i fondi e li elargisce alle imprese, ai servizi organici alla maggioranza. Il sacrificio per salvare la patria diventa una beffa in cui il furbo e l’evasore sguazzano.Secondo scenario. Il cattocomunista Prodi. Prodi ha sperimentato con successo una prassi inusitata. Quando tornò dalla Spagna dove aveva incontrato Aznar che gli aveva detto di no sul far gioco di squadra per aggirare i parametri di Maastricht, Prodi lanciò la tassa per l’Europa che faceva segnare una novità mai vista. La novità fu che una volta entrati in Europa e superata la difficoltà finanziaria la tassa per l’Europa fu restituita a chi l’aveva pagata. L’Italia raggiunse il suo obiettivo nazionale con l’aiuto della grande maggioranza degli italiani ed i furbi pur godendo del fatto che si era entrati in Europa non riuscirono a scaricare i costi sugli onesti. Un modello che andrebbe ripensato nel nostro caso.Terzo scenario. Socialismo (utopistico?) I soldi per salvare le banche vengono esatti dallo stato ma l’esazione non è una appropriazione, ma un prestito forzoso cui corrisponde l’assegnazione al contribuente delle azioni di risparmio emesse dalle banche. Il contribuente sostituisce all’appropriazione forzata, la capitalizzazione forzosa, alla fine si ritrova proprietario di una parte della banca risanata. Anche qui c’è lo zampino di prodi che di Credito Italiano e di Bnaca Commerciale voleva fare due public companies. Sono tre sciabolate, tre scenari da approfondire ma il cui senso è chiaro. L’elaborazione intellettuale deve arricchire un a nuova prospettiva della politica della sinistra. Renato GattiDott. commercialista-esperto in economia aziendale