Socialismo

Risposta a Gaia


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Nei commenti all'articolo sulle cifre dell'evasione fiscale la signora Gaia di Ortisei lamenta il non assoggettamento delle cooperative agli studi di settore. Mi sento in dovere di precisare.Rispondo alla signora Gaia che si ripromette di parlare di evasione fiscale al momento in cui anche le cooperative saranno assoggettate agli studi di settore. L’affermazione della signora Gaia è vera solo in parte, infatti le cooperative non sono escluse dagli studi di settore in quanto cooperative, ma se, essendo cooperative, presentano precisi presupposti. Tali presupposti sono ben specificati nella circolare 110/E del 21 maggio 1999.Alla luce della suddetta circolare si evince che soltanto le cooperative che svolgono attivita' rivolte esclusivamente a favore dei soci, o associati, o utenti, sono escluse dall'applicabilita' degli studi di settore: per converso gli studi di settore trovano applicazione alle societa' cooperative a c.d. mutualita' prevalente (cioe' quelle societa' la cui attivita' e' svolta a favore dei soci o associati e degli utenti, ma non in via esclusiva). In quest'ultima ipotesi (societa' cooperative a c.d. mutualita' prevalente) gli uffici dovranno verificare, ai fini dell'applicabilita' degli studi di settore, la sussistenza dei requisiti di mutualita' Quindi signora Gaia non prendiamo a giustificazione limitate e giustificate esclusioni a favore di entità economiche che ispirate al criterio di mutualità si trovano ad operare in condizioni extra-mercato, per sentirci autorizzati ad evadere le imposte. Il fenomeno cooperativo poi, costituisce un serio tentativo di costruzione di una economia non antagonistica, di un tentativo in cui capitale e lavoro fanno capo allo stesso soggetto e costituiscono momento di crescita imprenditoriale delle classi subalterne. E’ peraltro veero che oggi troppo spesso le cooperative sono diventate strumenti di esternalizzazione che rendono il costo del lavoro una variabile eminentemente variabile ed adattabile alle necessità di mercato, in altre parole sono diventate in tali casi strumenti padronali per un nuovo sfruttamento dei lavoratori.  Quanto alla presupposta esenzione fiscale delle cooperative la signora Gaia ricordi che tale esenzione (parziale) fu stabilita da Tremonti quando si passò dall’IRPEG all’IRES. Nel regime IRPEG tale imposta era un acconto sulla imposizione definitiva che colpiva il reddito distribuito, tant’è vero che al momento della distribuzione del dividendo il percipiente detraeva l’IRPEG pagata a monte. Con tale filosofia per le cooperative che per essere tali non possono distribuire il dividendo, risultava sistemicamente assurdo assoggettarle ad un imposta acconto di un presupposto (la distribuzione) che non sarebbe mai potuto verificarsi. Tremonti passando dall’IRPEG all’IRES ha spostato il presupposto impositivo dalla distribuzione alla produzione del reddito. Con tale filosofia i redditi delle cooperative in quanto prodotti quand’anche in distribuibili, divenivano tassabili. Poiché tale eventualità strideva con la logica, il ministro Tremonti si è trovato costretto ad ESENTARE le cooperative, anche se parzialmente e con meccanismi discutibili. Renato Gatti