Socialismo

Cominciamo a parlare di referendum


   A giugno dovremo pronunciarci sul referendum. Questo referendum nasce dalla proposta Gazzetta che tende a modificare il famoso “porcellum”. Tuttavia poiché il referendum è abrogativo non può modificare alcune cose (per esempio reintrodurre le preferenze) cancellandone altre.            Nell’ingegneria referendaria però si è riusciti a cancellare alcune parole in modo tale per cui il premio di maggioranza non va più alla coalizione che raggiunge un certo quorum bensì va alla lista che arriva prima nelle preferenze.            Ne consegue che le modifiche che autorizzeremmo dicendo SI  all’abrogazione di alcune parole, porterebbe alla formazione di due sole liste contrapposte che tentano di arrivare prime per prendersi indipendentemente delle percentuali raggiunte un premio di maggioranza tale da garantirsi la maggioranza dei seggi alle camere. Chiarissimo quindi che tale referendum se passasse andrebbe a favore del PDL che farebbe man bassa e solo in un futuro che è molto di là da venire potrebbe favorire il PD che pur lo propone. Il referendum che andiamo a votare è figlio del “vado da solo” veltroniano, e non so quanto possa convenire oggi al PD.            Chi sono destinati a scomparire, ad essere subalterni sono i piccoli partiti che o vengono inglobati in una lista dove fa da padrone un altro partito (sarebbe il caso di Sinistra e libertà con un PD egemone) (ma sarebbe anche il caso della lega) o vengono marginalizzati in uno scontro a due.            Il porcellum è da cambiare; ma non in questo modo che sarebbe funzionale ad uno scenario superato dalle cose.            Se votassimo NO sarebbe una conferma indiretta del “porcellum”, se votassimo SI daremmo il parlamento al PDL per in numeri anni e poi in un lontano futuro lo daremmo al PD.            Mi sa che conviene andare al mare. Renato Gatti