Socialismo

La Costituzione e il lavoro


 Trasmettiamo con piacere l'articolo tratto dall'intervento del compagno Marco Foroni del 5 marzo 2009 al Progetto Mamma Roma (Adozione a distanza di bambini palestinesi) promosso dal Partito della Rifondazione Comunista, insieme con l’ANPI ed a fianco degli amici della Palestina.                                                                                      Forum di SocialismoeSinistraCompagne e compagni,vorrei partire  dal  sentito e partecipato incontro del Progetto Mamma Roma di solidarietà e di riaffermazione dei principi di democrazia, autogoverno, diritto alla vita ed alla libertà dei popoli, per dire che quegli stessi principi  sono anche i nostri, se siamo consapevoli di ciò che significa ogni giorno riaffermare questi valori nella difesa della Costituzione della nostra Repubblica nata dalla Resistenza.Affermo questo perché ritengo che parte dalla indispensabile difesa della carta costituzionale sia la riaffermazione dei princìpi fondativi ivi contenuti che ci rafforzano nell’impegno che conduciamo quotidianamente nel mondo del lavoro, travolto dall’attuale catastrofica crisi economica generata dal pensiero unico neoliberista.E tutto ciò in una fase politica che si caratterizza nella definizione concreta da parte delle destre al governo in un chiaro piano di sovrapposizione costituzionale, che vede la ridefinizione di regole per un nuovo sistema normativo tendente ad incrinare in senso materiale i pilastri di riferimento costruiti dai padri costituenti.Intento evidente, da ultimo, attraverso l’approvazione del disegno di legge delega sul diritto di sciopero che, trasformato in un potere dei sindacati maggioritari, renderà oltremodo difficile esercitare tale diritto nel settore dei trasporti, rende pressoché impossibile per la CGIL indire da sola uno sciopero nel settore, apre la strada a crescenti limitazioni in altri settori produttivi, mira a ridurre gli spazi di libertà, di protesta, di manifestazione in gran parte del mondo del lavoro.Indispensabile diviene quindi il nostro impegno, la nostra risposta politica ferma e forte nel conflitto, in quanto nella nostra Costituzione troviamo espressi i riferimenti etici e politici caratterizzanti il principio di uguaglianza sociale, paradigma fondante della libertà dei singoli.E si può cogliere un percorso lineare, chiaro, che determina un legame forte tra i princìpi di libertà e autodeterminazione, l’uguaglianza e il lavoro e che vorrei brevemente di seguito esplicitare. Norme di immenso valore morale e giuridico, indicazioni programmatiche in gran parte inattuate e ignorate dalla legislazione italiana sul lavoro negli ultimi quindici anni, in alcuni casi formalmente violate.L’articolo 3, nell’impegno per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, limitanti di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, nel pieno sviluppo della persona umana e per l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.L’articolo 4, dove si riconosce come impegno massimo delle istituzioni della Repubblica il diritto al lavoro e alla promozione di tutte le iniziative necessarie per rendere effettivo tale diritto.L’articolo 36, per i salari dignitosi a ogni lavoratore, proporzionati alla dimensione quali-quantitativa del suo lavoro; basti ora riflettere alla proliferazione dei contratti atipici (oltre quaranta), all’alternanza dei periodi di occupazione e disoccupazione propri della flessibilità precaria, drammaticamente in risalto in questa fase di crisi del libero mercato capitalista, e al contrasto chiarissimo con le norma costituzionale.L’articolo 41, per il rispetto della sicurezza, dove l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale in modo di arrecare danno e pregiudizio, oltre che alla sicurezza (quella vera), alla libertà e alla dignità umana. Il sistematico venir meno delle certezze dell’occupazione, del reddito, della previdenza è in palese conflitto con tale articolo.L’articolo 46, per la elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione e per il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nelle forme stabilite dalle leggi, alla gestione delle aziende. Forme di collaborazione democratiche oggi rese impossibili, pur in forme minimali, dalla frammentazione dei processi produttivi propria delle attuali strutture organizzative post-fordiste, e dalla contestuale moltiplicazione delle tipologie contrattuali e di categoria che vengono oggi a caratterizzare i lavoratori anche in una medesima azienda.La nostra Costituzione oggi è sotto duplice attacco, anche se di differente valenza e intensità.Da un lato vilipesa da inusitati ed eversivi attacchi delle destre al governo, i cui punti essenziali del programma sono l’esplicita alterazione degli equilibri tra i poteri dello stato a favore di quello esecutivo e che si manifesta in particolar modo attraverso l’uso indiscriminato ed eccessivo dei decreti legge d’urgenza, invalidanti la vita del Parlamento. Una anomalia da allarme istituzionale, come condiviso recentemente dal Presidente della Repubblica e dai Presidenti di Camera e Senato.Dall’altro stressata dal cosiddetto "riformismo non di sinistra" moderato del Partito Democratico neoborghese e centrista ispirato al modello nordamericano, orientato alla cancellazione della sinistra e basato sul bipartitismo rappresentativo degli interessi dominanti, che esclude per definizione dal sistema politico l'autonoma e libera rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori nell’assenza totale del conflitto dialettico.Una politica che fa perno sulla centralità dell'impresa e implicita al potere insindacabile del capitale, nell'alternanza tra un “capitalismo agonistico” e un “capitalismo solidale” e ciò clamorosamente proprio nel momento in cui il medesimo liberal-liberismo rappresenta se stesso come detonatore della attuale catastrofica e verticale crisi del capitalismo neoliberista.Ovvero, una politica basata sulla cosiddetta “rivoluzione liberale” che mira implicitamente proprio al superamento del patto costituzionale e che è primario dovere politico contrastare da parte di tutti noi, forti della nostra cultura di sinistra fondativa della Repubblica democratica che è, dobbiamo ricordarlo sempre, fondata sul lavoro.Marco ForoniDocente di Organizzazione aziendale