Socialismo

Mysterium Liberationis ( la Teologia della Liberazione )


.La Teologia della Liberazione cominciò il suo cammino intorno alla fine degli anni sessanta, sull’onda dei movimenti libertari di quel periodo così straordinario e travagliato.L’atto di nascita lo si può far risalire a quando, durante il Consiglio Episcopale latinoamericano, svoltosi a Medellin nel 1968, in Colombia, i rappresentanti decisero di impegnarsi e prendere posizione a favore dei gruppi più diseredati della società latino americana, con lo scopo di realizzare, attraverso delle comunità di base, una Chiesa popolare e socialmente attiva.La denominazione ufficiale arrivò in seguito alla pubblicazione del teologo Gustavo Gutiérrez di: Teologia della liberazione (1971)Negli anni seguenti, anche a causa dell’inasprirsi delle varie dittature che imperversarono in America Latina, il messaggio della Teologia della Liberazione, con l’apporto di altri sacerdoti e teologi come: Boff, Ellacuria, Sobrino, Helder Camara, Frei Betto e vari altri,  divenne una grande speranza di riscatto per tutti i popoli oppressi da condizioni di ingiustizia e di miseria.In particolare, in seguito al congresso teologico tenutosi in Messico nel 1975, il teologo brasiliano Leonardo Boff, scrisse un libro decisivo:  "Teologia della cattività e della liberazione", in cui mise in risalto la differenza profonda tra un modo di fare teologia che, di fatto sostiene il perdurare di forme di disuguaglianza e di sfruttamento, perché non incide in profondità, affrontando alla radice le tematiche che affliggono quelle popolazioni che anelano, come Mosè dall’Egitto ad una profonda emancipazione e liberazione dalle loro condizioni di sudditanza e di emarginazione, e quella teologia che invece costituisce il viatico della loro liberazione, spirituale e sociale. Boff infatti non ritiene che tra spiritualità, vita ed impegno per l’emancipazione della dignità del singolo e della comunità in cui egli vive, ci possa essere alcuna separazione.I principi di base della teologia della liberazione ci portano ad una visione integrale dell’essere umano che, trovandosi a vivere in una condizione di “peccato sociale”, a causa della disuguaglianza sociale ed economica che gli viene imposta dal sistema capitalistico e neoliberista, anela ad una sua completa emancipazione e liberazione, in nome di un nuovo paradigma fondato sull’accoglienza, la convivenza, la compartecipazione e la condivisione delle risorse naturali e produttive del contesto in cui vive.La summa del pensiero teologico della liberazione elaborato in America Latina è esposta in un grosso volume dal titolo Mysterium Liberationis che contraddice tutte quelle teorie falsate e quegli attacchi immotivati, rivolti a questo straordinario campo della filosofia e della teologia, accusato da varie parti, di essere troppo colluso con l’ideologia marxista.Nel volume citato si affronta la storia, la metodologia e la specificità della teologia della liberazione, il rapporto con la filosofia di Marx, precisando che “i teologi della liberazione hanno potuto assumere del marxismo solo quegli elementi che non sono incompatibili con la loro fede”. Vengono affrontate questioni relative all’antropologia, all’inculturazione, allo spirito della liberazione e alla prassi della liberazione, in particolare affrontando temi come la pace, la giustizia e la convivenza dei popoli, in una nuova dimensione politica, etica e teologica.La chiave dell’emancipazione umana, in tale prospettiva, non può che essere identificata nell’affermazione di una democrazia partecipativa, di cui sono emblema costruttivo le comunità di base, per un nuovo modello di homo sapiens: quello che accoglie, partecipa e condivide il destino dei suoi simili e quello della natura, contrapponendosi all’homo demens, che usa come metro esclusivo di autoaffermazione, la mentalità speculativa basata sull’accumulazione di profitto e sulla riduzione dei suoi simili e delle risorse naturali a merce di scambio.Purtroppo il cammino della Teologia della Liberazione è stato ostacolato da forti spinte in senso conservatore, provenienti dalle gerarchie vaticane e che hanno portato all’emarginazione, alla riduzione al silenzio e in certi casi persino alla scomunica, dei suoi maggiori rappresentanti. Ricordiamo il caso Boff, prima costretto al silenzio e poi allo stato laicale, dopo la pubblicazione del corrosivo libro: “Chiesa Carisma e Potere”, o quello del teologo cingalese Tissa Balasuriya, scomunicato dopo la pubblicazione del libro “Mary and human liberation” (mai pubblicato in Italia e in italiano), ma in seguito riabilitato solo per aver tenuto fermo il proposito a lui imposto di non ribadire più le sue tesi.Artefice di queste condanne fu l’attuale pontefice, allora in veste di cardinale, custode dell’ortodossia cattolica.Alcuni di questi teologi pagarono con la vita la loro scelta e il loro impegno di schierarsi a fianco degli ultimi, a causa della repressione messa ferocemente in atto nei loro confronti dai regimi militari sudamericani. Ricordiamo il caso di Romero, il vescovo assassinato nel Salvador nel 1980, mentre celebrava la messa, oppure quello di Egnacio Ellacuria, il filosofo teologo ucciso a colpi di machete nel 1989.Oggi, grazie soprattutto al contributo di Leonardo Boff e dei suoi numerosi libri come: "Ecologia, mondialità, mistica", o l'ultimo: "Spiritualità per un altro mondo possibile" la Teologia della Liberazione ha sviluppato un filone nuovo, scoprendo lo stretto legame cosmico e mistico di necessaria interdipendenza tra solidarietà che gli esseri umani sono chiamati ad avere tra loro con quella che devono avere verso la natura, decidendo la loro sorte nell'aut aut tra homo sapiens e homo demensTale prospettiva nasce infatti da un’urgenza, quella che il mondo non vada sempre più verso l’autodistruzione a causa della mancanza di etica, di impegno, di corresponsabilità collettiva, di solidarietà e di compassione.La globalizzazione, infatti, impone l’imperativo categorico di una coscienza emancipata in senso globale e cosmico, in nome di tre virtù fondamentali che ci rimandano al mistero trinitario. L’accoglienza, come il Padre che accoglie tutti, senza distinzioni a partire dal figliol prodigo che si redime, la fratellanza come Gesù che ci invita ad essere fratelli e ad amarci come lui ha amato ciascuno di noi, e la convivialità, principio che rimanda allo Spirito il quale unisce il Padre al Figlio e che propizia convivialmente, attraverso la reciprocità, il rinnovamento di quell’umanità che altrimenti minaccia di autodistruggersi a causa delle sue divisioni su scala nazionale, economica, sociale, etnica, religiosa e culturale.Purtroppo la Chiesa gerarchica e l’attuale pontefice in particolare, ancora stentano a riconoscere la necessità e la novità di questa dimensione teologica e mistica, e non solo non riescono a farla propria, ma continuano ad ostacolarla visibilmente, come è accaduto di recente, il 13 ottobre 2006 con la condanna delle tesi di uno dei massimi esponenti della Teologia della Liberazione: Sobrino, definite tuttora "erronee e pericolose", nonostante abbiano avuto larga diffusione ed accoglienza in tutto il mondo e suscitino grandi speranze ed aneliti di libertà presso le popolazioni più povere ed emarginate, non solo del continente latino americano, ma di tutto un mondo in cui la sproporzione tra ricchi e poveri tende ad aumentare visibilmente. L’ultimo capitolo di questa affascinante avventura spirituale non è stato però ancora scritto e, come lo Spirito Santo, non sappiamo ancora né da dove verrà, né dove ci porterà.Accogliamo con grande entusiasmo la partecipazione nel nostro blog, di uno dei più grandi teologi della liberazione viventi oggi nel mondo: Leonardo Boff che ci consente di pubblicare anche qui i suoi preziosi interventi, che vi offriremo in lettura periodicamente, come una sorta di breviario meditativo dei nostri tempi.Iniziamo a pubblicarli in lingua spagnola, forse meglio comprensibile per noi del portoghese, in cui vengono originariamente scritti, sperando in futuro anche di poterveli offrire in traduzione, appena ne avremo la possibilitàCarlo Felici. Crisis y ejemplos-semillaAlguien comprometido con el pensamiento originario y que se preocupa del destino de la humanidad y de nuestra Casa Común debe tener la valentía de decir: para que salgamos de la crisis no sirven solamente los controles y regulaciones de los capitales financieros y de los mercados, como quiere la tendencia dominante. Son panaceas que no afectan a la raíz del caos actual. Quieren ahorrarse cambios radicales que, si se hiciesen, nos librarían de una tragedia global. Prefieren alimentar y vender las ilusiones de que dentro de poco tiempo todo va volver a la normalidad. Pero no va a ser tal como quieren.El hecho es que el sistema y la cultura del capital ya no sirven para explicar la marcha de la vida social de la humanidad. Las muchas crisis son expresiones de una única crisis: la crisis espiritual. No hay que identificar lo espiritual con las religiones y las Iglesias. Al contrario, a partir de lo espiritual debemos criticarlas a ellas, especialmente a la Iglesia Católica, que bajo el actual Papa vive una aterradora crisis espiritual. Basta considerar la falta de compasión que el Papa demostró en su reciente viaje a África a propósito del sida, que en algunos países es verdaderamente devastador. Cuando hablo de espiritualidad pienso en un nuevo sentido de ser, en un nuevo sueño colectivo, entretejido de valores infinitos como la cooperación, la solidaridad, el respeto a cada ser, el cuidado de toda la vida, la armonía con naturaleza, el amor a la Madre Tierra y la pluralidad de expresiones de lo Sagrado.Una sociedad y una economía sólo serán sostenibles si sus líderes y sus ciudadanos se mueven por valores y principios que respondan a los desafíos de la crisis, importando poco las dificultades exigidas. Se asumen con coraje porque es una exigencia de este momento histórico y no por intereses de los filisteos de Wall Street que nos engañaron. Estos toleran, con resistencias, controles siempre que no perjudiquen la dinámica del libre mercado ni la lógica de la acumulación. Quieren lo mismo sólo que más seguro. Los valores nuevos y los ejemplos-semilla son los que verdaderamente convencen. Cito el ejemplo de un empresario japonés, Yazaki, narrado por la física cuántica Danah Zohar, en un precioso libro que aconsejaría leer a los empresarios: Inteligencia Espiritual (Plaza&Janés 2002).Yazaki heredó una pequeña empresa de entrega directa. Se expandió por todo el mundo. Consiguió todo lo que quería: éxito, riqueza, respeto de la comunidad y una familia unida. Pero sentía que le faltaba algo. Le corroía un gran vacío interior. Le sugirieron que frecuentase un monasterio zen. Pasó allí una semana en meditación con un respetado maestro. Se encontró con su yo profundo y la conexión que éste mantiene con todo. Se dio cuenta de que los bienes materiales eran ilusorios porque no lo llenaban, solamente le daban satisfacción material. Salió del monasterio con otra mirada. Comenzó a percibir la belleza de un cerezo en flor y la sencillez de un caqui maduro. En su autobiografía escribió: «Los seres humanos han separado el yo del mundo, la naturaleza de la humanidad y el yo personal de los otros yos. Por eso han caído en la trampa de las ilusiones en el esfuerzo de llenar el yo vacío. Y se han convertido en víctimas fatales de un aterrador escenario de autoengaño, de hipocresía y de fariseísmo».La experiencia espiritual no lo llevó a abandonar el negocio. Le dio otro sentido. Cambió el nombre de la empresa por el de «Felicísimo», derivado del «feliz» de las lenguas latinas. La acumulación debía destinarse a aumentar la felicidad humana, de él y de los otros. Estuvo en Río-92 para enterarse de los problemas ambientales. Destinó gran parte de su fortuna a fundaciones que cuidan de la educación y del ambiente. Termina su libro diciendo: «servir a ese nivel es servir a Dios». Con él se supera la crisis y la humanidad da un pequeño salto en dirección a aquello que debe ser.
Leonardo BoffProfessore di teologia sistematica ed ecumenica a Petropolis . Professore di etica e filosofia della religione a Rio de Janeiro.