Socialismo

Libertà, e non solo per uno.


 La parola libertà attrae gli italiani, ma spesso, passando dalle etichette politiche alla loro traduzione pratica, essa viene smentita, tradita e se ne abusa alquanto.Tutti i partiti che l'hanno usata, dal dopoguerra in poi, come simbolo elettorale, hanno conseguentemente, infatti, praticato il suo esatto contrario: la reductio ad unum, la sua riduzione ad interesse unico, di consorteria per la DC, e di potere personale per il PdLEppure essa fu usata per la prima volta nel simbolo del PSU che fu di Matteotti, e del quale oggi ricorre l'ottantacinquesimo anniversario della morte per mano dei fascisti.Quella parola libertà allora era molto preziosa e importante perché indicava la luce, l'unica via luminosa praticabile per essere liberi dai totalitarismi comunista (per ordine di quello sovietico il Partito Socialista si era spaccato a Livorno) e fascista, quello che poi purtroppo, portò allo scioglimento coatto di quel glorioso partito.Il primo a capirlo fu Rosselli che vi si iscrisse per la prima volta e che su questa idea di libertà pensò, nel suo esilio, di rilanciare la sua tradizione e la sua pratica con uno slogan che lui sperava fosse condiviso da tutta l'opposizione non solo antifascista, si badi, ma anche antitotalitaria: Giustizia e Libertà. Perché, ricordiamolo, Rosselli cercò di coinvolgere anche i comunisti non stalinisti nella sua realizzazione.Ma Rosselli, guarda caso, fece la stessa fine di Matteotti.Oggi Sinistra e Libertà deve raccogliere quel testimone prezioso e attualizzarlo concretamente, perché c'è un intero popolo di sinistra che crede nella libertà e nel progresso, e non si rassegna ad essere marginalizzato e disperso.In tre mesi si è creato prima un cartello lettorale di sopravvivenza, poi, in itinere, è nata una grande speranza, condivisa in primo luogo da tutti coloro che hanno creduto alla possibilità che la libertà, per la sinistra, coincidesse finalmente con il pluralismo e la determinazione di esserci tutti per rinnovare finalmente il Paese.Non abbiamo raggiunto il quorum ma forse qualcosa di più intimo e profondo: il cuore della gente, la consapevolezza diffusa che esiste, che deve esserci un partito della sinistra libera ed unita che vuole dire la sua e fare, fare, "fare la differenza"!Più del 3% degli elettori ha confermato la fiducia a questo progetto e si attende ora un passo in avanti, un passo decisivo.Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo deluderli.Ma non vogliamo nemmeno l'ennesima riedizione di un partito della reductio ad unum, come quello democratico, in cui la libertà è ridotta a verticismo, o come il PdL in cui la libertà è un dono del "papino" di casa nostra che va per questo ringraziato e riverito.Noi vogliamo quella libertà che non sta sopra l'albero della sdegnata affermazione di uno sterile orgoglio identitario, che non è un volo effimero del moscone di un cartello elettorale, e che non è nemmeno uno spazio libero da ritagliarsi a tutti i costi negli equilibrismi spossanti del localismo o del bizantinismo verticistico delle cosiddette classi dirigenti dei partitiNoi vogliamo la libertà della PARTECIPAZIONE Una libertà che ci porta a credere in un nuovo organismo in cui tutte le identità non sono annullate nella notte in cui le vacche, ormai magre per troppa mungitura, hanno perso ogni colore, ma piuttosto spuntano come fiori di un perenne 21 marzo, quello in cui Sinistra e Libertà germogliò, facendosi strada tenacemente nell'asfalto dello scetticismo e dell'indifferenza mediatica.Noi esigiamo la nostra primavera, il nostro sole dell'avvenire, ridente e rosso di passione.Per questo dobbiamo andare avanti, ciascuno con la sua storia, con la sua identità e la sua capacità di impegno e di lavoro, ma tutti uniti.Non sarà un padrone segretario a guidarci, quelli possiamo anche lasciarli al passato oppure ad altri.Sarà il popolo della vera sinistra plurale, democratica, laica, progressista a mostrare la via del lavoro, della scuola pubblica, dei servizi efficienti, del merito valorizzato quando sa produrre innovazione e vantaggi condivisi, della partecipazione oculata e parsimoniosa dello Sato allo sviluppo dell'economia e della vera concorrenza privata. Per quella libertà di iniziativa che non cede spazio all'oligarchia dei monopoli speculativi, al riciclaggio o all'usura, ma si basa sull'onestà, sulla legalità e su quei principi che sono il cardine della Costituzione.Per questo non serve tanto una tessera o un segretario, ma una volontà di acciaio temperato in più di sessant'anni di lotte che ancora non sono riuscite a portare una vera sinistra al potere in Italia.Quella volontà che non smette di lottare e non si fa estromettere dalle istituzioni, o affossare nei giochetti autolesionistici dell'equilibrismo dei vertici dei partiti.Abbiamo avuto in questa occasione tante prove, soprattutto a livello locale, di dedizione strenua, di impegno, di spirito di sacrificio e tanti risultati anche eccellenti. Da questa grande risorsa umana della sinistra bisogna ripartire.C'è bisogno di una grande assemblea popolare della sinistra, non di un incontro di vertice, ma forse piuttosto di un Circo Massimo, che sia come un'immensa sala della pallacorda, che faccia sentire il tamburo battente del suo cuore indomito, il suo urlo popolare, gioioso, irriducibile, per continuare, a tutti i livelli, e a tutti i costi in nome della Sinistra e della LibertàSi faccia presto..e chi c'è, c'è!C. F.