Socialismo

Perché la crisi attuale è una crisi “di sistema”


 Qualsiasi ragionamento sulle prospettive della Sinistra europea deve partire dalla constatazione che siamo di fronte ad una vera crisi di sistema. I punti fermi dell’analisi a mio avviso devono essere questi:1) la crisi del sistema economico e finanziario che ha caratterizzato lo sviluppo dei paesi avanzati negli ultimi 20 anni ha assunto i caratteri di una crisi strutturale che investe la tenuta di tutti i suoi stessi assi portanti.2) E' saltata, innanzi tutto, l'idea guida che l'esaurimento tendenziale dei livelli di crescita delle economie avanzate, schiacciate dai nuovi paesi produttori emergenti, potesse essere evitato ricorrendo al credito come sostegno della domanda e non come incentivo dei fattori produttivi.3) L'idea che la compressione dei livelli di reddito reale del lavoro dipendente avrebbe alimentato la crescita garantendo, da un lato, una alta redditività dell'investimento finanziario attraverso un costante incremento dei profitti, e, dall'altro, avrebbe protetto la competitività delle economie tradizionali nel confronto con quelle emergenti, si è dimostrata un’autentica truffa ideologica, in quanto le soglie di competitività necessarie a contenere efficacemente la capacità produttiva dei paesi emergenti implicano costi del lavoro assolutamente irragiungibili in occidente, ed in ogni caso l'indebolimento dei livelli di reddito comprime la domanda interna dei paesi avanzati a livelli di guardia.4) Al tempo stesso è contemporaneamente venuta meno la certezza di poter continuare a fruire di una superiorità nella innovazione tecnologica e produttiva rispetto a quella del sistemi produttivi delle economie concorrenti, tale da consentire comunque una supremazia qualitativa sui mercati mondiali.5) L’incremento della circolazione dei capitali implicato dal consolidamento dei processi di globalizzazione ha inoltre accelerato i tempi delle fasi di accumulazione originaria delle economie emergenti, tra le quali la CINA aveva già utilizzato il sistema della accumulazione forzata di tipo stalinista, consentendo il raggiungimento a costi molto relativi di una sostanziale parità nelle capacità di investimento tra le economie concorrenti.6) Questo complesso di fattori concorrenti ha accelerato il processo di finanziarizzazione delle economie avanzate, mascherando le conseguenze economiche della massiccia delocalizzazione, destrutturazione e deindustrializzazione dei loro apparati produttivi.7) Il quadro involutivo è stato ulteriormente aggravato dall’ultima risultante della spirale finanziaria, costituita dalla maggiore remuneratività dell'investimento in strumenti finanziari rispetto al reinvestimento dei profitti in attività produttive o di innovazione tecnologica.8) La necessità di salvaguardare, in via di assoluta emergenza, i rischi di insolvenza generalizzata del sistema bancario occidentale conseguenti alla esplosione della bolla finanziaria ha prodotto un nuovo fortissimo aggravamento del deficit pubblico americano ed europeo, che rischia di generare un forte processo inflattivo ed un indebolimento delle ragioni di cambio delle monete di riferimento delle economie avanzate, suscettibile di rendere ben più gravoso il loro approvvigionamento di materie prime.La contemporaneità e la complementarietà di tutti questi elementi critici mina alle radici la stessa continuità di un tipo di sistema che subordina una possibile risoluzione delle contraddizioni di uno sviluppo diseguale esclusivamente ad una prospettiva di crescita continua del reddito prodotto.A maggior ragione ne mette in discussione la sua moderna variante finanziaria che ha preteso di drogare la crescita costruendo consumi con il debito, non essendo più sufficiente il valore aggiunto della produzione dei beni e dei servizi ed il reddito da lavoro a sostenere un adeguato livello della domanda.Di fronte al disvelamento drammatico di questa follia rimane solo l'amara soddisfazione di constatare, ancora una volta, come l’ipocrisia e la mancanza di senso di responsabilità sociale delle classi dirigenti bancarie, finanziarie ed imprenditoriali abbia raggiunto livelli impressionanti nel ritenere che il trasferimento massiccio di ricchezza in atto, verso le classi detentrici dei poteri d'impresa e dei capitali finanziari, avrebbe potuto garantire la continuità della crescita economica delle società.Rispetto ad una crisi di tale profondità del particolare sistema neo-liberista affermatosi a partire dagli ultimi vent’anni è evidente che la Sinistra deve progettare e proporre un modello di sviluppo alternativo, su cui ricostruire un nuovo sistema di alleanze politiche e sociali. Ma è altresi evidente che una alternatività della sinistra alle forme sociali del sistema entrato in crisi non può non partire da un diverso orizzonte di valori, prima ancora che dalla definizione di un progetto strutturale di un nuovo modello sociale.FRANCO BARTOLOMEI componente della Direzione Nazionale del Partito Socialista