Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
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LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
Associazione SocialismoeSinistra per contatti: socialismoesinistra@libero.it
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Eugenio Colorni
L’accadimento reale che permette al Centro socialista interno di penetrare attraverso le rigide maglie del controllo fascista e di istituire i collegamenti di classe tra il proletariato nazionale e quello internazionale è senza dubbio la Guerra di Spagna che- come si legge nel documento elaborato collettivamente-“ha messo finalmente in evidenza, chiari agli occhi di tutti, i termini della lotta di classe, come necessariamente si riduce al suo estremo”. Più avanti si legge “la necessità che vi è dovunque, per il proletariato di prepararsi all’urto, di forgiare le proprie armi rivoluzionarie” e che in Spagna in quel momento “si gettano le basi del prossimo avvento del socialismo spagnolo; si adottano successivi provvedimenti, si estende il controllo operaio, si limita l’impresa capitalistica, rendendo ormai impossibile un ritorno dello sfruttamento capitalistico […]”(“La guerra spagnola”, 1937).
Oggi sappiamo che le cose che non sarebbero andate così: i rivoluzionari che sostenevano la causa repubblicana furono sconfitti e nel 1939 iniziò la dittatura di Francisco Franco. Ma in quel momento, con quelle parole, il gruppo milanese aveva dato ai lavoratori italiani sfruttati la speranza del cambiamento e nella rivoluzione gli aveva indicato la strada per realizzarlo. Ma facciamo attenzione al metodo: se la Guerra civile spagnola è un esempio concreto di rivoluzione in atto da praticare anche in patria, questa si può realizzare solo partendo dalle contraddizioni materiali del Capitalismo italiano. Cioè non si può calare dall’alto la guida di un processo ma bisogna costruire la propria azione e il proprio ruolo a stretto contatto con le masse ed in realazione alla loro capacità di organizzare una forma matura di lotta. Cioè non si vuole limitare la rivoluzione alla conquista del potere, sostituendo “all’autorità della borghesia quella di un Comitato centrale socialista”, come diceva Rosa Luxemburg, ma si vuole tendere a fare della rivoluzione lo strumento per la liberazione totale della classe oppressa portandola a gestire direttamente gli strumenti della produzione
Ma oltre che nel metodo, il loro scarto qualitativo sostanziale sta nella strategia rivoluzionaria rispetto a quella elaborata dal PCI di quegli stessi anni, fino a Gramsci compreso:”Il problema gramsciano del tradurre nella esperienza italiana l’esperienza leninista era superato nel ’37 - scrive Stefano Merli nel suo saggio- e a questa constatazione vanno riportate le osservazioni identiche a quelle originarie; la classe operaia tentava esperienze in base alle quali il rapporto tra essa e il partito […] andava posto in altro modo e soprattutto non era più al centro della coscienza rivoluzionaria. Il programma centrista è giocoforza un programma di governo rivoluzionario che ha davanti non il partito ma la nuova società.”
Il Regime fascista aveva capito perfettamente la pericolosità di un lavoro clandestino impostato in questo modo. Lo dimostrano la cura estrema con cui vengono programmati ed esguiti gli arresti del 1937 e gli atti del processo – li riporta Aldo Agosti nel suo saggio- in cui a Morandi, Luzzatto, Sassu e ad altri viene imputato di “aver promosso e organizzato una associazione avente il fine di compiere […] fatti diretti a mutare la forma del governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento dello Stato” e di aver partecipato nel territorio dello Stato ad associazione diretta a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali costituiti dello Stato.”
L’esperienza poltica del Centro socialista interno però non finisce con gli arresti del 1937: continua a lavorare sotto la guida di Eugenio Colorni mentre il testimone di questa esperienza verrà raccolto dal Gruppo Rosso e dal Gruppo Erba, dai quali usciranno i quadri della Resistenza.
Ma anche il gruppo fondatore darà un contributo importante alla lotta di liberazione: nel 1942 Lucio Luzzatto si unirà alla Resistenza, di ritorno dal confino; un anno dopo Lelio Basso, che era stato recluso in un campo di concentramento, poi Morandi, dopo sei anni di carcere, insieme a Eugenio Curiel e ad altri coraggiosi sopravvissuti.
Ci si potrebbe chiedere legittimamente come abbiano lavorato questi compagni in un clima così cambiato di insurrezione diffusa dopo l’Armistizio. Come abbiano interagito con la Resistenza e la politica di unità nazionale. Ebbene la risposta è: esattamente come avevano fatto prima, cioè guardando con gli occhi aperti la realtà, spingendo l’insurrezione partigiana verso un rivolgimento complessivo della società e dando centralità alle istanze dei lavoratori nel costruire una politica unitaria coi comunisti.
Così mentre Curiel nel 1943 dirà ai partigiani che: “Conquistare l’indipendenza non significa quindi soltanto cacciare il tedesco ma spezzare le reni al fascismo e ai gruppi del grande capitale finanziario che esso rappresenta” (“Fronte Nazionale, Società Nazionale, Blocco Nazionale”); sarà ancora Morandi nel 1944 a intervenire nel dibattito del CLN dicendo: “A noi pare che socialisti e comunisti non debbano perdere la sensibilità di classe nel praticare la politica d’unità. D’altra parte ciò che i socialisti hanno in vista è semplicemente di rimettere alla classe lavoratrice i suoi diritti, garantendone la possibilità di far dal basso, attraverso forme rappresentative che essa stessa nel corso della lotta si dà” (“Politica di classe”).
Prospettive attuali
Oggi che pure la situazione politica italiana è fortunatamente differente dagli anni della Dittatura fascista, perché, come recita l’artcolo 1 della nostra Costituzione:
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”
e abbiamo una stampa libera di esprimersi e dei liberi sindacati cui è possibile associarsi ed ai quali è garantito il diritto di sciopero, non dobbiamo mai dimenticare che la minaccia autoritaria é sempre dietro l'angolo e che é dovere di tutti noi difendere il nostro ordinamento costituzionale e le conquiste democratiche che i nostri padri hanno conquistato anche a costo della vita. Ma il Partito Socialista (e così la sinistra comunista e ambientalista) vive un momento di grande difficoltà. Per la prima volta dalla nascita della Repubblica, non ha più una rappresentanza in Parlamento e il meccanismo della legge elettorale attuale gli rende molto difficile riacquistarla.
Però il Partito Socialista ha storia lunga più di cento anni, una struttura territoriale ancora efficiente e ramificata sul territorio nazionale e soprattutto una grande storia fatta di grandi battaglie al fianco dei lavoratori e dei sindacati, per la conquista dei diritti civili e sociali. Gli strumenti per far tornare in Parlamento le grandi battaglie socialiste, ricostruire una società più giusta, una democrazia più equilibrata, ci sono già. Basta volerli usare correttamente con coraggio e determinazione. La coalizione Sinistra e Libertà in cui ci presentiamo alle prossime elezioni, con un programma chiaro di ricostruzione della Sinistra, se sapremo lavorarci seriamente, ci darà una mano. Ma dobbiamo essere chiari con noi stessi: la vittoria di Sinistra e Libertà, la durata della coalizione, la ricostruzione di una prospettiva di Sinistra valida e capace, in grado di pesare nelle scelte di un prossimo governo dipende moltissimo da noi.
Il ritorno in Parlamento del Partito Socialista non può e non deve essere il ritorno di una sigla piuttosto che un’altra. I lavoratori hanno bisogno oggi più che mai di un Partito Socialista che voglia veramente stare dalla loro parte, farsi carico dei loro problemi di ogni giorno, che sappia interpretare i loro bisogni e articolare delle politiche sociali che ne determinino l’inserimento corretto nel mondo del lavoro, ne tutelino i diritti in piazza e in Parlamento, ne garantiscano la difesa e il miglioramento della pensione.
In Sinistra e Libertà, assieme a noi lavorano alla ricostruzione di un fronte unico della Sinistra i compagni che vengono dall’esperienza della ricostruzione di un comunismo basato sulla partecipazione e la difesa dei diritti dei lavoratori. Comunisti e socialisti sono chiamati a lavorare di nuovo insieme per difendere ed unire i lavoratori, difendere la democrazia, costruire le regole più giuste di una società nuova.
Se sapremo con modestia e intelligenza lavorare insieme a questi compagni prima e dopo le elezioni saremo stati utili alla causa dei diritti dei lavoratori perché avremo gettato le basi di una forte politica unitaria. Se con metodo e serietà sapremo individuare i bisogni materiali dei lavoratori e costruire le politiche sociali in grado di risolvere i loro problemi, dandogli una nuova centralità nell’elaborazione delle politiche per lo sviluppo, avremo gettato le basi della costruzione di una prospettiva di lunga durata: la trasformazione della società nella direzione del Socialismo.
Se tutto questo lo hanno già fatto i nostri compagni col Centro socialista interno in anni molto più difficili dei nostri, certamente anche noi possiamo farlo oggi.
Marco Zanier
Federazione Romana del Partito Socialista- Responsabile Cultura
SOCIALISMO E ANTIFASCISMO
Rodolfo Morandi
Il Socialismo dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Da un'antica ferita ad una prossima resurrezione di Carlo Felici
L'assassinio dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Un appello di Carlo Rosselli ai comunisti che sembra scritto ieri di Carlo Felici
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Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò
La Festa d'Aprile di Nicolino Corrado
Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo di Carlo Felici
Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe di Marco Zanier
parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta
MARXIANA
Karl Marx
Costituzione, neoliberismo, nuove povertà di Marco Foroni
Sulle teorie del valore di Renato Gatti
Le crisi di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Globalizzazione i compiti della Sinistra di Franco Bartolomei
note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra
La crisi e i suoi rimedi di Renato Gatti
Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo di Leonardo Boff
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità di Marco Foroni
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MARXIANA .
Karl Marx
Karl Kautsky ed Otto Bauer: due grandi maestri del socialismo dimenticati. Giuliano Amato: un maestro del non-socialismo da dimenticare di Giuseppe Giudice
Ragionando su Marx e Kautsky di Renato Gatti
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I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Francesco De Martino
La risorgiva socialista di Carlo Felici
Eppure il vento soffia ancora di Carlo Felici
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
Willy Brandt Verso un nuovo ordine mondiale di Leopold Sédar Senghor note del Coordinamento del Forum SocialismoeSinistra La guerra infinita di Giorgio Pesce
Noam Chomsky - "Pirati e imperatori"- la guerra al terrorismo e le ipocrisie dell'Occidente di Marcella Guidoni
Il sogno americano del "socialista" Barack Obama di Nicolino Corrado
Le responsabilità e il dovere del Socialismo Europeo di Franco Bartolomei
Una socialdemocrazia globale di Nicolino Corrado
Di fronte alla crisi mondiale, tre sfide per la socialdemocrazia di Kevin Rudd
Appuntamento a Pittsburgh di Renato Gatti
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Riccardo Lombardi
Dopo il crollo del comunismo non ha più senso il dividersi tra socialisti e comunisti di Giuseppe Giudice
Ricominciare da Labriola di Carlo Felici
Berlinguer e Craxi: due progetti falliti, una sinistra distrutta di Giuseppe Giudice
Socialisti, l'anello debole ma inestimabile della sinistra italiana di Carlo Felici
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
Riccardo Lombardi: il riformismo come metodo democratico di trasformazione Socialista dei rapporti economici e sociali di Franco Bartolomei
Breve nota sul contingente gattopardesco di Carlo Felici
L'infinito e disperato salvataggio delle capre e dei cavoli di Carlo Felici
Angelo Ciufo - in ricordo di un amico, in memoria di un compagno di Stefano Pierpaoli
Documento programmatico dell'Associazione "Nuova Sinistra per il Socialismo" di Angelo Ciufo
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I Nuclei Aziendali di Sinistra e Libertà di Marco Zanier
Avrà successo "Sinistra e Libertà"? di Gioacchino Assogna
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