PAESI SOCIALISTI

CIAO STEFANO


siamo più soli nella nostra battaglia per la verità e la giustiziaieri è scomparso improvvisamente Stefano Chiarini, inviato del "manifesto" in Medio Oriente. Aveva 55 anni, è stato stroncato da un infarto. Lascia la moglie, Elena, e due figli. A loro va il nostro primo pensiero affettuoso.Da Chiarini ogni giorno, per anni, abbiamo ricevuto notizie e insegnamenti preziosi. Conosceva la Palestina, il Libano e l'Iraq come pochi altri. Amava le popolazioni di quelle regioni, alle quali dedicava il proprio lavoro, illuminato da una insopprimibile passione per la giustizia.Aveva coraggio. Il coraggio del reporter (fu, insieme a Peter Arnett, il solo giornalista occidentale a restare a Baghdad quando cominciarono i primi bombardamenti americani nella prima guerra del Golfo). E il coraggio della verità, indispensabile per scrivere senza condizionamenti di quanto accade oggi in quella martoriata regione del mondo.Oggi siamo indicibilmente tristi e infinitamente più soli. Come quando, appena qualche mese fa, ci trovammo a piangere la morte di un altro carissimo compagno, Giancarlo Lannutti, che come Stefano Chiarini ci aveva insegnato a capire e ad amare il Medio Oriente.Il nostro lavoro quotidiano andrà avanti come sempre, per le stesse ragioni e nel nome degli stessi principi - la pace, la giustizia, l'indipendenza dei popoli oppressi - che hanno ispirato Chiarini in tanti anni di grande giornalismo politico. Ma questo lavoro sarà da oggi - ne siamo ben consapevoli - assai più difficile e povero.