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Manovra/ E' legge, Berlusconi: resto per ridurre le tasseLa manovra incassa il via libera delle Camere in tempi record con uno sprint finale a Montecitorio. Appena cinque giorni di esame parlamentare. E il premier, Silvio Berlusconi, rivendica il lavoro compiuto dal governo e guarda avanti, garantendo che lavorera' per abbassare le tasse entro la fine della legislatura. Il si' definitivo della Camera al decreto e' arrivato con 314 voti a favore, 280 contrari e due astenuti. E a stretto giro il Quirinale ha fatto sapere che il presidente della Repubblica aveva promulgato la legge. "Il paese ha motivo di essere grato al Parlamento", ha sottolineato Napolitano definendola "una prova straordinaria di consapevolezza e di coesione nazionale, che rafforza la fiducia nell'Italia delle istituzioni europee e dei mercati". Berlusconi ha affidato a una dichiarazione scritta letta ai cronisti la sua soddisfazione: "Dopo l'approvazione della manovra l'Italia e' piu' forte, anche se restano le incognite della crisi". "Io ho lavorato intensamente ma davvero con grandissima intensita' in questi giorni per l'unica cosa che era importante fare, cioe' la manovra", ha sottolineato il premier che ha auspicato che il "clima positivo" prevalso in questi giorni possa ora accompagnare il cammino delle riforme da compiere nei prossimi due anni. Incassato questo risultato Berlusconi intende ora andare avanti con l'obiettivo di riuscire ad abbassare la pressione fiscale. Parlando alla Camera con alcuni deputati del Pdl avrebbe assicurato: non me ne andro' finche' non saro' riuscito ad abbassare le tasse. Il presidente del Consiglio, tuttavia, e' consapevole - viene riferito da chi avuto occasione di parlargli - che la situazione economica e il recente attacco speculativo, rendono difficile un intervento sul fisco in questo momento. Ma e' anche convinto di poter trovare il modo, forte del risultato appena ottenuto. La manovra, dopo il passaggio al Senato in cui e' stata rafforzata, vale a regime circa 48 miliardi al 2014. Le maggiori entrate ammontano a 28,829 miliardi e assicurano il 60% dell'intera correzione. Resta nettamente negativo il giudizio dell'opposizione nonostante l'impegno garantito in questi giorni a non mettersi di traverso. Per il leader del Pd, Pierluigi Bersani "siamo ad un tornante grave per il Paese. Se il guidatore tira dritto il Paese va a sbattere". Il Pd chiede "una ripartenza per ridare fiducia, una ripartenza con energie nuove", in poche parole le elezioni. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini boccia la manovra "perche' non contiene riforme che servono al paese". Prima del via libera alla manovra, Montecitorio aveva confermato la fiducia al governo sul provvedimento economico con 316 si', 284 no e due astenuti.