una volta nella vita

Carnevale


La parola Carnevale deriva dal volgare e significa "carne levare" riguardo al fatto che con il "carnevale" s'indicano i festeggiamenti, che precedono l'inizio della Quaresima quando poi è vietato mangiare carne.Il primo giorno del Carnevale è fissato in base alle prescrizioni ecclesiastiche.Domina tra i primi piatti da realizzare a carnevale la lasagna. Quando arriva il carnevale Napoli si fa a gara a chi prepara la migliore lasagna. La preparazione e' molto elaborata ed il giorno in cui la si serve diventa una festa e se ne continua a parlare fino al giorno dopo cioe' le ceneri, quando si comincia il "digiuno e l'astinenza".La preparazione di questo piatto richiede tempo e fatica tanto che, un tempo, il giorno della lasagna diventava un vero e proprio giorno di festa ed al pranzo venivano invitati parenti ed amici. Per seconda e terza portata tipica è la carne mista al ragù. Per questa portata si utilizzano le gallinelle di maiale e le puntine di costata che sono state utilizzate per il ragù che può essere arricchito, soprattutto se vi saranno ospiti per il cenone di Carnevale, anche dalle braciole di maiale di maiale uno dei piatti più prelibati della cucina napoletana.Fra una chiacchiera ed un'altra arrivano a tavola i fegatini arrostiti ( sebbene siano ottimi anche fritti nella sugna) accompagnati dai deliziosi friarielli. .Dopo questa portata, prima della frutta, in tavola giungeva un trionfo di salumi ancora piuttosto freschi, intoccabili dopo quel giorno fino al Sabato Santo, quando la campane venivano sciolte e suonavano a gloria annunciando la fine della quaresima e la resurrezione di Cristo.Si giunge così alla frutta ed al gran finale che avviene con l'arrivo a tavola dei dolci accompagnati dal fiabesco sanguinaccio che oggi non è più possibile realizzare come un tempo per il divieto, nel 1992, inflitto ai macellai di vendere il sangue.Tra i dolci carnevalesci della tradizione napoletana vanno ricordati:Gli struffoli, dolce napoletano che viene guarnito con "cannulilli" e "diavulilli" colorati, quasi a voler significare l'innata allegria e il folclore tipici di questo popolo, ai quali, in origine, erano attribuite proprietà energetiche.Le zeppole.che sono un dolce che si ritrova nominato in antichi testi, non solo di cucina, perfino in un "Privilegio"del Viceré di Napoli, Conte di Ripacorsa (siamo nella Napoli dell'800).  Si narra che il giorno di San Giuseppe, che si festeggia il 19 Marzo, i friggitori napoletani si esibivano pubblicamente nell'arte del friggere le Zeppole davanti alla propria bottega, disponendovi tutto l'armamentario necessario.E infine vanno ricordate le deliziose chiacchiere che sono un dolce tipico in tutta l'Italia ma con nomi diversi: in Friuli si chiamano Grostoli, in Emilia Sfrappole, in Veneto Galani, nelle Marche Frappe, Cenci in Toscana, Chiacchiere in Campania. La variante, nelle varie ricette regionali, è costituita dal marsala, o dal vino bianco, o dall'acquavite, o dal liquore all'anice.