Le maschere tradizionali di Carnevale
L'uso delle maschere di Carnevale
ha origini teatrali: la commedia dell'arte ha dato vita a personaggi
tipici che sono entrati a fare parte del costume italiano. Nascono dal
teatro buffonesco e popolare delle fiere e più tardi giungono alla
tipizzazione universale sottolineando i vizi e i difetti degli uomini.
La prima figura comica, diventata poi personaggio fisso della commedia, era lo "zanni".
Originario del bergamasco, rappresentava il contadino povero e
ignorante. Con gli anni la figura degli zanni si distinse in due
categorie: il servo furbo, o primo zanni, e il servo
sciocco, o secondo zanni. Da questo momento nascono maschere come
Brighella e Arlecchino entrate a far del costume italiano.
Colombina:
moglie o amante di Arlecchino: svolgeva la parte di servetta vivace,
civetta e furbissima. Appare già nel 1530 nella commedia dell'arte.Arlecchino: Nell'alto medioevo Harlequin era una maschera paurosa e diabolica.
Alla fine del '500 venne raffinato facendolo furbo e intelligente,
mutando nel linguaggio la volgarità in astuzia. Dalla Francia passò in
Italia con molta fortuna. Nel '700 Goldoni lo introdusse nella commedia
letteraria.Abito: a pezze multicolore, maschera nera, dialetto
pseudo bergamasco, astuzia, coraggio e poltroneria. Ebbe particolare
fortuna nel '700, durante l'800 la sua figura decadde per essere
ripresa durante il teatro dei burattini, come protagonista di farse e
di commedia per fanciulli.Nel Novecento nuovi interpreti hanno
ridato vita alla vecchia maschera con studio profondo delle sue radici
storiche ma anche con uno spirito critico e una moderna sensibilità.Gianduia:
Si tratta della maschera piemontese più famosa, nata per opera del
burattinaio Gian Battista Sales nel 1798. Gianduia era un contadino di
animo buono e generoso ma anche furbo e astuto, amante della buona
tavola e del vino. Il suo nome originario era Gioan d'la douja che fu
presto abbreviato con Gianduja, la sua compagnia è Giacometta. Gianduia
rappresenta la gioia e la festa per l'intero Piemonte.
Pulcinella:
protagonista della scena napoletana della Commedia dell'Arte. Famosa
non solo in Italia ma anche in Francia, Spagna e Germania. La sua
creazione si deve, molto probabilmente, a Silvio Fiorillo da Capu che
lo interpretò sul palcoscenico. Furbo e pigro, la sua maggiore
occupazione è mangiare, si adatta a tutto e finisce sempre per
combinare guai e farsi bastonare.Stenterello: Nel 1793 a Firenze nasceva la maschera di Stenterello, per mano dell'orologiaio Luigi Del Buono. Creato
per impersonare la gioia e lo spirito fiorentino, generoso con i
poveri, acuto e scaltro, la sua saggezza è unita all'ottimismo. Indossa
una giacca blu, panciotto con puntini verdi e pantaloni neri e corti.
La nota caratteristica del suo abbigliamento sono le calze: una rossa,
l'altra a strisce. In testa ha sempre il cappello e parrucca con codino.Meneghino:
il suo luogo di nascita è Milano e rappresenta il contadino semplice e
un po' rozzo. L'abbigliamento è caratterizzato dalle calze a strisce
bianche e verdi, una casacca sempre con orli verdi, pantaloni marroni e
tricorno. Il carattere è semplice e buono, non è istruito ma
sicuramente furbo e pieno di buon senso.
Pantalone:
Veneziano, mercante dapprima dipinto vecchio, avido e tirchio, poi è
trasformato nel saggio e buon padre di famiglia. Veste in velluto o
stoffa rossa, con calze rosse e berretto. Non abbandona mai la borsa
con i suoi averi.
Brighella: nella commedia dell'arte veniva
identificato come lo "zanni". Nel 1650-51 era assai apprezzata nelle
parti di Parma e di Modena e contemporaneamente anche in Francia.Brighella
è un tipo di servo avventuriero munito di coltello e pronto a qualsiasi
azione e intrighi, il che ha dato origine al suo nome. E' di Bergamo
come Arlecchino: è vestito di bianco con galloni verdi. Sa suonare e
cantare tanto che è chiamato pure "Flautino". Goldoni lo ha introdotto
tra le sue maschere trasformandolo talora in servo affettuoso e
disincantato.Balanzone: E' uno dei due vecchi
dalla commedia dell'arte e appare già nella commedia cinquecentesca.
Nella commedia dell'arte prende il nome di Graziano di Baolardo o
Balanzone( da balle = frottole che raccontava). E' più spesso dottore
in giurisprudenza che non in medicina, parla il dialetto bolognese e
infarcisce la sua oratoria con errate citazioni latine e con spropositi
comici e grossolani, detti con severità. Vesta la toga con collare
bianco all spagnola, cappello nero a grandi falde; porta sotto il
braccio libri voluminosi e polverosi. Dalla commedia dell'arte è
passata ne teatro letterario