morti che camminano

LA BELLA GIOVENTU' - parte 3


Roma. La parete della galleria scorre veloce, a tratti rallenta per poi accellerare nuovamente. Il finestrino riflette il mio viso. Salito a Tiburtina, mi dirigo verso la Garbatella. I vagoni della metro sono pieni, come sempre a quest'ora del mattino di un giovedì di primavera. Generazioni a confronto, rinchiuse tutte nella stessa scatola di acciaio. Razze a confronto. Filippini, neri, italiani, romani, zingari e me. Un uomo di classe, vestito in gessato grigio, legge Il Corriere; un articolo che dice: "Gli imprenditori dichiarano di guadagnare meno degli operai". Sorride. Chissà a quale categoria appartiene. "BOLOGNA, FERMATA BOLOGNA". Non è la mia. Una donna di bassa statura, coperta da un piumino manco fossimo in Svezia, mangia un arancia, manco fosse nella sua cucina...o forse lo è! Una strafiga in jeans e camicetta bianca la guarda schifata. In mano stringe il suo I-phone come fosse un forziere per Barbanera...ma chi cazzo te lo tocca! Il signore in gessato di prima, per un attimo perde di vista il suo quotidiano per guardarle la scollatura...imprenditore o operaio....di sicuro non è gay. POLICLINICO, FERMATA POLICLINICO. Gente scende, gente sale. Un gruppetto di quattro ragazzini con in spalla lo zaino e in mano il solito I-phone salgono credendo di essere all'Olimpico. Uno di loro spinge involontariamente una signora che, innervosita, dice: e stai attento". La risposta è immediata: "cazzo vuoi" e ride. Roma. Specchio dell'Italia. Generazioni a confronto. Chi ha già dato e chi ancora dovrà dare( se ci riesce). Uno dei quattro apre lo zaino e tira fuori un libro malconcio. Mette in tasca il suo I-phone con riluttanza, manco fosse un addio fra innamorati alla stazione di Parigi. Voltatosi verso il suo amico dice: "Riccà pia..." e lancia il libro, manco fosse una palla da rugby. CASTRO PRETORIO, FERMATA CASTRO PRETORIO. Come un lampo improvviso, la mia mente è colpita da un ricordo. Anni fà, in un laboratorio teatrale, organizzato per l'integrazione di alcuni ragazzini di colore, rimasi senza parole nel vedere questa scena................................Una bambina di nome Taalia, pensando di fare qualcosa di proibito, di nascosto da tutti, ma non da me, prese un libro illustrato di Dickens per guardarlo con occhi incantati. Il libro era mio e lo usavo a teatro per allenarmi nei dialoghi. Da quel giorno non fù più mio, immaginando la gioia di Taalia nel possedere ora, quello che per tanti è un tesoro da custodire.......TERMINI, FERMATA TERMINI. Il caos mi riporta nel presente, un presente fatto di niente, un presente sporcato da quattro cervelli assenti, schiavi della loro ignoranza che fra qualche anno, saranno ancora lì, sulla linea blu della metro di Roma, a chiedersi dove hanno sbagliato, cosa è andato storto della loro stupida vita, quali incredibili racconti quel libro malconcio celasse fra le sue pagine.....GRAZIE TAALIA..........rivoglio il librooooooooo : )