Il rospo

il sistema


Chi se la ricorda? Era vent'anni fa, era uno studente il cui nome mi è ancora oggi sconosciuto. Uno studente, un ragazzo, un giovane che lottò per un ideale, per esprimere concretamente il suo disappunto a quanto stava accadendo. Un simbolo. Personalmente il simbolo di una opposizione in modo pacifico, niente strilli, niente urla, niente estintori contro un'auto. Un uomo solo davanti alla potenza. Un uomo che dovrebbe insegnare. E oggi? E più precisamente e oggi da noi? Noi figli di quest'italietta facciamo i finti indignati davanti alle notizie che in questi giorni ricoprono i nostri mezzi d'informazione. Facciamo chiacchere da parrucchiera sui nostri governanti, sugli aerei in forza allo stato e usati per scopi ludici e personali, facciamo i tuttologhi e soprassediamo laddove invece è opportuno e insindacabile indignarsi. Laddove un giovane priva una donna della sua dignità, nel più becero degli atti, e gli vengono consentiti gli arresti domiciliari, ecco proprio lì dove dovremmo esprimere un disappunto totalitario, lì noi ce lo facciamo scivolare addosso. Laddove dovremmo chiedere più certezze per il nostro futuro, laddove vorremmo che qualcuno davvero lavorasse per noi, per assicurarci un minimo di sostentamento, noi non ce ne curiamo, lasciamo fare perchè tanto funziona così. Funziona così un paio di palle. I casi sono due: o la smettiamo di lasciar fare e farci passare sopra i piedi come sulle aiuole (samuele bersani docet) oppure continuiamo con il finto buonismo, la finta indignazione e ci teniamo l'allegra combricola che specula sulle nostre spalle. Cordialmentepubblicato per errorea reti unificate