Il rospo

L'Italia a colori


E' una questione di camicia.Nella seconda metà del 1800, un migliaio di valorosi con la camicia rossa, capeggiati da Peppino Garibaldi, percorrono lo stivale dal profondo sud verso nord e si fermano giusto in tempo per consegnare il loro lavoro ai piemontesi, che arrivati a Roma si esibiscono nello show dell'apertura della breccia a meno di cento metri dalla porta (Pia). L'Italia è fatta.Nel 1922 cambia la moda e la camicia diventa nera. I baldi giovanotti che marciano su Roma sembrano essere resi invincibili da una dieta nuova ed infallibile: olio di ricino e manganellate.Fino ai giorni nostri è il momento dei colletti bianchi. Rossi e neri sono ancora nei paraggi, e per dimostrare che "scoppio... ergo sum", di tanto in tanto fanno saltare per aria treni, stazioni e banche. I colletti bianchi non sono uomini di azione e lasciano correre (sò ragazzi...), però sono bravissimi ad insabbiare, così bravi che quando un aereo di linea viene tirato giù da un missile, loro lo lasciano insabbiare in fondo al mar Tirreno.Cambia la moda, a arriva la camicia verde. Loro sono in erezione continua. Le marce se le fanno nelle loro lande ma guadagnano consensi perchè gli italiani si sono veramente rotti le palle. Vorrebbero ritagliare la Padania e spostarla altrove, basta che non stia in Italia. Il loro capo ricusa l'inno di Mameli perchè tanto, non lo conosce nessuno (parla per te) e vuole introdurre i dialetti nelle scuole...Io mi chiedo, sono passati meno di centocinquanta anni dall'unità d'Italia e ancora non si riesce a parlare correttamente un lingua comune su tutto il territorio nazionale... invece di andare avanti, torniamo indietro? Che l'abbiamo fatta a fare l'Italia? Se vi serve un consiglio, che ne direste di battervi per far studiare seriamente l'inglese ai nostri bambini? Se non ve ne siete accorti siamo in Europa e tra dieci anni li vedo in difficoltà ad andare a lavorare a Londra o a Francoforte esprimendosi in un fluente bergamasco.