come seta al vento

Post N° 339


..E ascolto il silenzio, è sempre così la mattina, mi districo tra movimenti che reitero  come rituali shamani , e sorrido, sorrido dei miei gesti, sempre gli stessi che spesso ho portato in giro per il mondo, e quela quiete delle prime ore di veglia  accompagnata dai rumori familiari che  ricordano lo scorrere inevitabile del tempo e allo stesso modo il suo cristallizzarsi nei  suoni della quotidianità.Quando ero piccola la domenica erano le voci dei miei che confabulavano da sotto, loro che non c’erano mai insieme,se non la domenica .La sera a Forlì nella mia terza casa c’era il rumore dell’aereo delle ventuno e venti che sorvolava il cielo, nella seconda alle due sentivo il treno sfrecciare sulle rotaie ferrose,  tutti quei piccoli suoni che provenivano dai piani superiori, da visi a volte mai visti, che incrociavo per le scale e sorridevo, facevamo parte delle reciproche vite, eppure mai avremmo pranzato o cenato insieme.A volte mi siedo sul letto della mia camera e non sento più il rumore del bastone sulle mattonelle del mio vicino, quel piccolo tonfo di una mano stanca che accompagnava lo strascichio dei piedi…quella era la mia infanzia, dopo la sua morte, è come necessariamente finita una piccola epoca personale, non ho pianto per lui, ma quel tonfo mi è mancato, nelle notti d’insonnia ci penso ancora, e mi sento tristemente vuota.E’ strano questo post, strano il peso che certe cose hanno nella mia esistenza, strana la mia lotta disperata nell’inseguire il passato, strano che come ho detto  a “mia moglie” un giorno, in fondo io vivo bene nei ricordi, perché è il passato a darmi tranquillità…Beh mi metterò all’opera e quando avrò costruito una macchia del tempo forse… non so neanche io forse che…Buona domenica a tutti.