come seta al vento

Post N° 430


“Quanti sono? “ “Beh venticinque” mi accendo una sigaretta e guardo fuori dal vetro appannato. Per un momento faccio fatica a distinguere questo  vecchio bar dai mille visti. Mi viene in mente la Sicilia, ma è inverno e allora era un’estate torrida  dai colori sanguigni e sbiaditi.Ritorno a guardarla. “Ma per fare un caffè quanto ci vuole? Non saranno mica andati in Brasile a prendere i chicchi?” Sorrido per l’ osservazione scontata e ritrita.Non parla e io oggi non sono la solita donna logorroica di sempre,  ho la testa altrove, ho sempre la testa altrove ma oggi ho anche  poca voglia di essere simpatica e indosso il mio sorriso peggiore.La guardo attentamente, gli occhi verdi non hanno spessore e la loro poca profondità mi irrita come ogni cosa di lei, come il nero dei capelli e il modo di sedersi con le gambe incrociate, prive di vezzo femminile e tipiche della  gestualità maschile .“Perché sei qui?” “Non so, tu?”Sorrido. “Non so. Sono rimasta sulla porta decidendo se entrare o girare l’angolo per chiudere il capitolo definitivamente. Poi , più che un capitolo sarebbe un libro intero. Ma l’acquazzone ha deciso per me.”“Mi dispiace.”Ora rido. “Ti dispiace? Di cosa esattamente? Spero che tu non mi dica che ti dispiace di esistere perché lo troverei patetico e molto ipocrita, insomma siamo state in due a perdere la testa, siamo state in due a rovinare ogni cosa e siamo in due in questo bar mentre in caffè non arriva ancora.”“Il libro lo hai poi finito di leggere?”“Si, sono andata proprio ieri  a comprarne un altro suo, ma fa male cazzo, dico ricominciare a vivere da sola, insomma, fa male stare lì in piedi come una cretina in libreria cercando di pensare a quale mi avresti consigliato tu,  passare davanti i cartelloni di quella benedetta mostra sulla Città Proibita e realizzare di doverci andare da sola, perché sto realizzando adesso sai? Ci ho pensato  a tornare indietro. Ci penso ogni sera mentre mi addormento piangendo, ma poi ci sono i piatti le liti e la tua gelosia e ogni cosa perde senso, perché in fondo la vita con te era maledettamente bella e velenosa.”.“ Ti amo ancora…”“L’amore non basta. Lo sai che Elena aspetta un bambino? Scusami, ma ho voglia di parlare di qualcosa di allegro, il Noi è ormai un argomento privo di fascino, sta lì davanti al suo bel muro senza possibilità di andare avanti.”“ Allora a quale mese?“ Sono poche settimane, ma le ho detto che sicuramente sarà una bambina, lo sento, lei è raggiante e gia prepara ogni cosa, credo che per quando nascerà sarà una bambina stressata dal troppo affetto.”“ Nia Lisage. Ti ricordi che volevi fosse il nome di nostra figlia?”Sorrido con gli occhi mentre la guardo con tutto l’amore che una donna ha in corpo. Mamma figlia moglie e amante, tutto per lei e lei per me. Mi alzo. “Io vado, ha smesso di piovere.”“Mi mancherai.”“ Ti amo. E io ti più. Ricordi? anche ora mi mancherai di più.”