come seta al vento

Post N° 511


Quattro villette bifamiliari disegnate su un alto cartellone. Lo conosco bene quel terreno, mi stanno derubando di un altro pezzo d’infanzia e lo chiamano progresso. Cammino a passo sostenuto, il sole bacia la pelle e il mio maglione arancio, quello dei giorni decisivi.Quel terreno è stato per anni la nostra casetta, per noi bambini di quartiere era il rifugio, il gioco, la pace e la guerra. Io, il boss o mamma Jo, mi divertivo a portarci gli oggetti dimenticati dal mondo, un lavandino, un frigo, un mobile da sala e anche due materassi, qualsiasi cosa, lasciata accanto al cassonetto era degna di far parte del gioco.Erano anni di poco e con poco ci si divertiva. Un altro pezzo della mia infanzia va via, soffocata dal cemento; mi resteranno i ricordi, tanti ed intensi.Chiudo gli occhi e ritrovo la bellezza di quei giorni, gli odori, i suoni familiari, tutto rivive con tanto commovente splendore.A volte il passato facendo capolino dall’angolo della vita, rende più dolce il presente, mi rammenta che la tristezza di questi giorni, toglierà luce ai ricordi futuri e mi ricorda di sorridere sempre e di non abbandonare la mia felicità mai.