come seta al vento

Post N° 529


Sally la conobbi una sera alle porte di Natale.La città era un po’ fascista e un po’ gotica, un po’ dimenticata e un po’ viva, e proprio in quel posto la conobbi.Aveva occhi blu, grandi fari ad illuminare la sua figura eterea, ma a volerle dare un corpo la mente era travolta solo da immagini……il mare burrascoso d’inverno, un Sabat di streghe una notte di luna piena, una collina placida e morbida sotto il sole estivo, il silenzio della neve. In fondo poco importava dare carne ossa e sangue ad un incontro di anime…i suoi due occhi blu sarebbero bastati a riconoscerla per sempre. Sally sapeva ridere. Qualcuno potrebbe ribattere che tutti sanno farlo, e quel qualcuno si sbaglierebbe.Sally illuminava lo spazio, e io amavo guardarla, mentre mi nutrivo della sua espressione sincera e spontanea; trovavo in quel sorriso forza e trasporto, innocente bellezza e un sottile filo di paura.Quella bocca ridente era un pozzo in cui guardare dentro, e proprio nel punto più buio dormiva placida la sua luce.Piccola Sally.Tutti si fermavano a quel sorriso di luce riflessa, troppa la paura di guardare in quel pozzo che io tanto amavo.Grande Sally.E lei, senza età, bambina e donna, si alternava in un curioso gioco di parti, e quel pozzo profondo era sempre con lei.Incontriamo le nostre Sally per caso, per destino, per gioco, per falso buonismo, le incontriamo distrattamente o le aspettiamo ansiosamente…Poco importa.Lei c’era.Lei c’è. Con la sua confusione e quel sentirsi equilibrista in bilico, sulla strada della sua vita ancora dalla direzione incerta.Lei c’è.Con i suoi ‘ti adoro’ sussurrati al telefono.Lei c’è.Semplicemente.