come seta al vento

Post N° 580


C’era qualcosa d’indomabile nella sua camminata dinoccolata.Le calze piene di buchi, la gonna troppo corta e quel rossetto rosso lavato, a tingere labbra grandi da pagliaccio.Lui l’amava, e questo lei lo sapeva. Forse.S’accendeva una sigaretta dopo l’altra e restava per ore seduta sul davanzale, con Parigi ai suoi piedi, mentre lui respirando una sigaretta passiva dopo l’altra, rimaneva per ore con la testa immersa nelle sue bozze. Loro erano questo: un perfetto equilibrio di silenzio, con Parigi a fargli da scenografia.Alle cinque in punto lei si alzava, tirava su le calze di troppe misure più grandi, e usciva. Usciva senza proferire parola, senza accennare un sorriso od un ghigno, e si disperdeva tra le vie.Lui non chiedeva, lei non rispondeva, loro erano questo: un perfetto equilibrio di silenzio, con Parigi a fargli da scenografia.Ogni sera con la stessa metodicità del sole e della luna riappariva sulla soglia di casa, si liberava del soprabito, delle calze troppo grandi, della gonna corta e della maglietta sbilenca.Non c’era volontà d’esibizionismo, non c’era arte e non c’erano troppe parole, lui le aveva capite bene queste cose; ma quando pensava al suo mondo interiore, non poteva evitare d’essere attraversato da un brivido di freddo, tutto nella vita di lei sembrava un accessorio unitile, e c’erano giorni in cui si chiedeva se anche lui fosse un’ennesima scenografia nella sua vita , come Parigi.Nuda si avvicinava al tavolo, afferrava prima il vino, poi due pezzi di formaggio e li ingurgitava, senza godere, solo per sopravvivere: sfamava il corpo come un allevatore le sue oche da foie gras.Solo allora lo guardava, diritto negli occhi, per pochi minuti il suo sguardo restava fisso, immobile su lui. Gli occhi erano vitrei, languidi, non volevano sedurlo, né c’era volontà d’analisi, lo guardava e basta.Soddisfatta, abbassava lo sguardo chinando la testa sul tavolo, e senza più incrociare i suoi occhi gli porgeva la mano.Manon aveva bisogno del suo calore, lei lo amava, e questo lui lo sapeva. Forse.I fondo loro erano questo: un perfetto equilibrio di silenzio, con Parigi a fargli da scenografia.