come seta al vento

Ma se io non voglio metterci un titolo????????????????


Era successo di nuovo.Si era risvegliata di colpo madida ed ansiosa. Saliva le scale buie e percorreva  l’orrendo corridoio che da sempre le ricordava le prime scene di Rosemary’s baby. Camminava controbilanciando l’esile figura con la grande busta della spesa che portava poggiata sul fianco come un bambino, ed era felice. Poi.  Ora parlava della sua vita come farebbe una sopravvissuta, distinguendo tra un prima e un dopo.Prima di quel Marzo la sua esistenza era stata piatta e fiduciosa, ma lei non le sapeva queste cose. Come fosse il suo prima, lo avrebbe riconosciuto solo dopo. Mentre tutto ancora succedeva lei era solo una donnina esile che tingeva i capelli di nero, che amava andare a cena fuori il sabato e a passeggiare  la domenica mattina. Il prima era fatto di un lui, calmo e metodico che lei amava. In casa Omero e Virgilio erano agitati. Appena entrata le erano saltati addosso, facendola quasi cadere. Solitamente li ritrovava addormentati nel letto incapaci di alzarsi, se non corrotti da un’abbondante dose di carne. Un dettaglio che infrangeva le abitudini, e lei ormai alle sue abitudini era attaccata.Qualcosa  di indefinibile le sembrava  fuori posto, e questo la disturbava. Poi. Lei era in piedi, vestiva un inesistente grembiulino da tata mentre lo sodomizzava, tirandolo in un presunto tentativo di soffocamento erotico, dal suo bavaglino per neonati.Non era riuscita a proferire parola,  aveva solo preso la sedia vicino la porta e l’aveva scaraventata sui due amanti, ed era uscita. Il seguito avrebbe fatto parte del dopo.Eppure il prima ogni tanto riaffiorava ancora.“Non devi vederti con certa gente. Non mi piace pensarti in giro con quella tua amica…sì, dai …quella con i capelli rossi, come si chiama? Comunque sia, si atteggia come una che cerca un  uomo da scoparsi dietro ogni angolo e non mi piace che tu vada con lei. Penseranno che anche tu sei una di quelle.”“Di quelle?” “Quelle chi? Non essere ridicolo e anche volgare, lei è la mia migliore amica.” Erano passati dieci anni, e l’amica dai capelli rossi era diventata un occasionale incontro durante le pause pranzo.Le cose lentamente ti penetrano, come un maglione assorbe l’odore di fumo, lei aveva assorbito le sue convinzioni, aveva lasciato che il margine  tra i due diventasse ogni giorno più sottile, sempre meno chiaro, fino a fondersi.Lui era calmo e metodico e lei lo amava. Il mondo era pieno di aberrazioni, bisognava proteggersi, scegliere con attenzione e rifuggire dalla corruzione circostante.“Non dobbiamo lasciarci confondere da questa società priva di valori” le ripeteva ogni sera.Per dieci anni non le erano stati concessi più di dieci minuti di tradizionale sesso, che la retta via era facile a perdersi.Ma questo era il prima. Cosa fosse cambiato nella sua vita nel dopo, nessuno lo aveva capito con chiarezza, che a guardarla da vicino la sua esistenza era altrettanto piatta di prima.Eppure gli occhi.Non c’era delusione, non c’era rancore, e forse neanche paura. Nel suo dopo c’era solo un’esile luce di consapevolezza in più.Lei pensava, ma.Un piccolo "ma" divideva ogni cosa.Pensava di conoscerlo, pensava  di essere la parte di un uno e si era ritrovata ad essere la metà di una menzogna.Non ci sarebbe stato un prima ed un dopo, se quel giorno nei suoi occhi avesse riconosciuto lo sguardo di lui, ma su quel letto, umido ed inerme c’era un uomo a lei sconosciuto, una bugia che indossava la pelle di tutto quello che per lei era certezza. Nel dopo non avrebbe più creduto di aver capito.Nel dopo sapeva che era impossibile conoscere davvero.