Creato da laura_pirani il 21/04/2009

Girasole

Libri Arte Cultura... Seguendo un' unica direzione: verso il sole.

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Sono da sempe convinta i libri siano un ottimo argomento di socializzazione.

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quando sei tu che la cerchi e non il contrario

 

 

DANCE SCHOOL

100 City Ballet

Associazione no profit per lo studio della danza e del teatro

Tiene i suoi corsi presso la paletra Oasi dello Sport di Cento (Fe)

100 CITY BALLET

 

 

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FUORI DALLA NEBBIA

Associazione giovanile dell'Alto Ferrararese

E' uno spazio web su cui pubblicare news di musica, cultura, tecnologia, sport, cinema e tendenze. Chiunque può pubblicare e diventare redattore!

 

BIBLIOTERAPIA

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Non è uno scherzo.. è ufficializzato: esiste la biblioterapia!

Curare se stessi con i libri!

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APLOMB

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Nella vita ci vuole aplomb.

Testa alta, petto in fuori... un due tre... passi lunghi e ben distesi!

Proprio a Cento (FE) nasce l'Associazione italiana di |APLOMB|

Per contrastare la vita sedentaria e le scorrette posizioni che imponiamo al nostro corpo, l'associazione Aplomb organizza dei corsi di correzione posturale, attingendo dalle pratiche Yoga e shiatsu e non solo. L'associazione si propone di ricercare le tradizioni popolari, le attività culturali, nel rispetto della salute e in armonia con la natura. Tanto che si può parlare di una innovativa disciplina che prende il nome di Etnofiosologia.

APLOMB

 

CAMPAOLO

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Il destino mischia le carte, poi tocca a noi giocare

  A. Schopenhauer

 

UN'EMOZIONE SENZA PAROLE

E ho guardato dentro un'emozione
e ci ho visto dentro tanto amore
che ho capito perché non si comanda al cuore.

E va bene così...
senza parole... senza parole...
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole

VASCO



 

Quando si prende una decisione, in realtà si incomincia a scivolare in una forte corrente che ti porta verso un luogo mai neppure sognato al momento di decidere.

L'Alchimista

 

.. e quando tu desideri qualcosa, tutto l'universo cospira affinchè tu realizzi il tuo desiderio..

P.Coelho

 

si può però morire
vivendo solo per sentito dire
si può però morire
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SLOGAN D'AUTORE

Post n°54 pubblicato il 02 Giugno 2010 da laura_pirani
 

 

Giulietta

A maggio, il mese delle fragole, delle rose e dei fiori d’arancio, esce Giulietta, l’elegante signora di casa Alfa Romeo. Come ogni evento da red carpert, l’avvenimento è annunciato avvalendosi di tutti gli strumenti che il mondo della comunicazione offre. Primo fra tutti è sicuramente lo spot. La fama di questa elegante signora viene solo dopo dall’immortale Giulietta scespiriana che ancora detiene il primo posto tra i suggerimenti offerti nella ricerca di Google. Eh sì! Oggi essere famosi vuol dire essere i più cliccati nel web… se non sei tra i primi posti di google non sei nessuno… Andy Warhol, nemmeno 40 anni fa, diceva che, nel futuro, ognuno di noi sarà famoso per 15 minuti…  oggi, che nel futuro ci siamo, il tempo di un click! Quindi chi per caso, non avesse notato lo spot pubblicitario in questione, può tranquillamente cercarlo in internet senza troppe difficoltà. Ad interpretare la Giulietta 2010 è una gran dama di Hollywood, Uma Thurman che con il suo fascino genuino si allontana dallo stereotipo pin up a cui ci aveva abituato non solo l’american advertising, ma il binomio donne e motori.

Io sono la purezza

Io sono la bellezza

Io sono la potenza

Io sono la tecnologia

Io sono tutte queste cose e molto di più

Io sono Giulietta e

Sono fatta della stessa materia dei sogni

Senza cuore saremmo solo macchine

La citazione è d’obbligo, visto che la storia di quest’auto ha voluto fin da subito sposarsi con la tragica eroina che muore per amore e continua a rinnovarne la memoria. Per chi non lo sapesse però, questa celebre citazione è tratta da una delle commedie più tardive e meno conosciute di Shakespeare: The Tempest | La Tempesta.

Mentre il verso di Shakespeare, prosegue dicendo che tutta la nostra piccola vita è circondata da un sogno – chi volesse può ritrovare la citazione nel IV Atto, scena I – qui, si conclude dicendo che “senza cuore saremmo solo macchine”. Ed in effetti qui non si vende solo una macchina, lo spot non punta sulla scheda tecnica, ma sulle emozioni, che sono più immediate delle nozioni. Il comportamento d’acquisto non è mai dettato da esigenze razionali, ma delle emozioni che proviamo (e che ci fanno provare) a desiderare determinati beni. L’unica esigenza che soddisfiamo, quando compriamo oggi, è quella di rispecchiarci nell’oggetto acquistato: in un qualche modo l’oggetto ci deve rappresentare. E in questa logica di consumo, l’oggetto acquista molti più significati, oltre alla sua reale funzione. Chi compra una Giulietta nel 2010? Provo ad ipotizzare un target medio alto, un uomo sui 55 anni realizzato professionalmente, che ama essere elegante… Forse la Giulietta è un ricordo d’infanzia, l’auto di famiglia quando era ancora un ragazzino.. Giulietta è stata la sua prima fidanzatina..e forse Giulia è anche il nome che ha dato alla figlia.. Insomma, con Giulietta vi vendono dei ricordi, un pezzo di storia italiana, una donna che  ha amato un uomo o che lo ha tradito.. E’ simpatico l’aneddoto raccontato da quattroruoteTV in questo video

http://www.youtube.com/watch?v=3asjENODBpE

Comunque sia, l’idea di richiamare la giulietta scespiriana è geniale: inevitabilmente, evocando Giulietta viene in mente l’altro componente della celebre coppia, Romeo. Due piccioni con una fava! Così richiamano, sempre per associazione, la casa automobilistica che la produce! Un brand in uno!

Al di là di questa storia che per certi versi è affascinate, da approfondire; io credo che dare un nome ad una cosa, sia legato ad una pratica atavica, della notte dei tempi, in cui l’uomo credeva che gli oggetti avessero un’ anima. I feticci e i piccoli idoli nascono da queste primitive credenze, che persistono anche ai giorni nostri! Ovviamente ne siamo più consapevoli e ci divertiamo a battezzare auto e navi o piccole barchette con un nome. Come se chiamandola per nome ci autorizzasse anche a parlarci! Chi di voi non si è rivolto alla propria auto in termini sdolcinati, nell’intimità del vostro abitacolo?

We are such stuff as dreams are made on | siamo fatti della stessa materia dei sogni

Queste parole sono potenti e altrettanto profetiche. Se riflettiamo tutta la tecnologia nasce dal potere che ha l’uomo di sognare, d’immaginare cose che non esistono, ma che poi diventano realtà nelle sue mani. E proprio perché queste cose nascono dai sogni, devono avere un anima e non possono essere solo macchine, o umili strumenti. Essi sopravvivono a noi e in questo c’è qualcosa di mistico.

Giulietta

 

Vi invito a cliccare i link degli ideatori di questo spot per scoprire siti da veri creativi!

Agenzia: Leo Burnett www.leoburnett.it

Direttore Creativo: Riccardo Robiglio - Paolo Dematteis

Casa di Produzione: Movie Magic

Regia: Kevin Fitzgerald

Music: Flavio Ibba (RED ROSE) www.redroseproduction.net

 

Per invece avesse voglia di spegnere il pc e leggere un libro:

More about La tempesta  More about Questa storia

La tempesta edizioni Lapis. Per leggere Shakespeare con gli occhi di un bambino di 10 anni.

Questa Storia di Alessandro Baricco. La nostra storia italiana, vista da un’auto in corsa. Oggi è un bene di cui non possiamo fare a meno, ma 100 anni fa era un mostro che ruggiva e che spaventava donne e bambini. L’automobile si è evoluta e noi, con lei, abbiamo modificato i nostri comportamenti e le nostre abitudini di vita.

 

 
 
 

Linkedin

Post n°53 pubblicato il 31 Maggio 2010 da laura_pirani
 

Vi propongo un video di presentazione del social network Linkedin. E' l'ennesimo social network, lo so. Ho provato ad inviare l'invito a quasi tutta la mia rubrica, ma quasi nessuno ha compreso il valore e lo scopo di questo servizio, per pregiudizio e per disinformazione. E' un social network professionale, lo scopo non è gridare al mondo cosa pensate in questo momento, nè caricare le vostre foto in vancanza e nè contattare amici. Qui caricate il vostro profilo professionale, utile non solo a chi sta cercando un lavoro, ma anche a chi ha bisogni di continui contatti per sviluppare la propria carriera, per esempio di libero professionista. Per chi svolge un lavoro da dipendente può essere utile per scambiare opinioni con altri impiegati che svolgono il medesimo lavoro e magari avere altre opportunità. Tenete presente che il 20% dei manager e dei dirigenti di azienda lo usano per ricercare nuovi collaboratori, quindi rimanete sulla piazza! E' sicuramente un nuovo strumento che vale la pena di sperimentare e di studiare. Inoltre a differenza di Facebook, per citare il più noto, Linkedin aiuta ad entrare in un'ottica differente: nel web è importante essereci, ma bisogna curare la propria immagine virtuale così come curiamo quella reale.

 
 
 

Brava Giovanna

Post n°52 pubblicato il 24 Maggio 2010 da laura_pirani
 

Per me, è imperdibile il monologo della domenica sera a Che Tempo che fa della furiosa Iolanda Littizzetto! E nell'intervento di ieri sera anche lei ha voluto muovere le coscienze su uno spot, davvero discutibile, soprattutto tenendo conto del fatto che siamo nel 2010!! E' questa la domanda: è possibile che ancora nel 2010 si debba ricorrere al clique della giarrettiera per pubblicizzare una vernice?! Vi ripropongo l'appello che fa ai creativi di questa pubblicità e vi invito poi a cercare su YouTube, Saratoga(Brava Giovanna) per rendervi conto. Andate verso il decimo munuto.

Comunque, i creativi sanno fare il loro mestiere, sicuramente avranno argomentato al loro cliente questa scelta e sicuramente il cliente avrà voluto ricorrere a uno stereotipo pubblicitario che l'ha reso famoso: vi ricordate il jingle "Saratoga il silicone sigillante" che faceva da sfondo a quella donna sotto la doccia?! bhè quello è un vero spot cult. Però di questi tempi non si può vivere di sola rendita!

 
 
 

La fortuna non esiste

Post n°51 pubblicato il 24 Maggio 2010 da laura_pirani
 

More about La fortuna non esiste Uno degli insegnamenti del coaching è quella di ispirarsi a dei modelli: osservare come ha agito chi ha già raggiunto un obiettivo che ci siamo prefissi. Il cambiamento è un tema di grande attualità negli ultimi tempi. Non solo Obama, ne ha fatto il suo slogan - Yes We Can: noi possiamo farcela - ma la crisi ha imposto a tutti noi di risvegliarci dal torpore di una vita costruita forse su dei valori che nel tempo hanno dimostrato tutta la loro fragilità.. Ce li siamo fatti andar bene, forse perchè non ci proponevano altri modelli, ci facevano vedere solo la parte bella.. Sono tanti i racconti che mi hanno colpito, di questo libro. Sono storie vere che Mario Calabresi racconta nel suo viaggio dal 2007 al 2009, come corrispondente di Repubblica, negli Stati Uniti, durante la campagna presidenziale di Obama, riportandoci la vera atmosfera che la crisi economica ha determinato. La lettura impone un ritmo più intimo, riflessivo, silenzioso, diverso da un ascolto più frettoloso, rumoroso, distratto di un telegiornale. Quello che voglio dire è che in questo libro si respira l'aria pesante che l'America ha respirato e che forse, come me, molto persone non hanno ben compreso da un servizio televisivo.  Due sono i capitoli che mi hanno più coinvolta: i licenziamenti alla General Motors e quelli a seguito della bancarotta della più importante società finanziaria americana. Nel primo caso, lo stabilimento americano fu chiuso, dopo che la maggior parte della produzione fu trasferita in Messico, approfittando delle limitazioni doganali fissate dall’accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada. Il Governo americano ha provveduto sovvenzionando i disoccupati che ritornano sui banchi di scuola: la formazione come punto da cui ripartire.  A queste persone viene detto che non devono farsi illusioni, che rientreranno nel mercato del lavoro dal basso, che guadagneranno meno, ma che la maturità e l’esperienza li porterà a risalire più in fretta. Secondo uno studio condotto sugli ex operai dello stabilimento Ford, che chiuse 10 anni fa, è emerso che, nel lungo periodo, chi è tornato a studiare per almeno 2 anni ha ora posizioni migliori e stipendi più alti, rispetto a chi ha frequentato corsi di pochi mesi e scelsero di cercarsi subito un altro lavoro. Scelta legittima, ma spesso le gratificazioni immediate sono poi problemi a lungo termine. Un cambiamento profondo, ha bisogno di tempo e si deve agire con una prospettiva a lungo termine: chiedetevi dove volete essere fra 5 anni e capirete cosa intendo. Mi sembra che darsi valore, anche quando il mercato del lavoro ti ha messo da parte, sia un gran messaggio! Noi valiamo sempre e comunque, indipendente dal nostro stipendio, tutto dipende da noi e da dove decidiamo di essere fra 5 anni. E’  sempre dal basso, che si punta in alto! L’autore del libro sottolinea come queste persone abbiamo perso, con il lavoro, uno status sociale che avevano maturato in tre generazioni (i padri dei loro padri lavoravano alla General Motors), ma nessuno di loro che abbia detto che fosse un bel lavoro.

Se qui abbiamo degli operi di provincia, stessa sorte è toccata ai dipendenti di Wall Street che si sono visti licenziare dall’oggi al domani, increduli che un colosso finanziario potesse crollare così. A raccontare questa storia, nel libro è un vice presidente da oltre 750 mila euro all’anno e dice:

Forse era giusto così, per ricordare a Wall Street che la furbizia non vince sempre, che non si può pretendere di vendere qualunque cosa solo perché si è capaci di impacchettarla bene. Forse è un atto catartico, forse può servire a ripartire più sani.

E’ significativo che da due ex-dipendenti di Wall Street nasce GreenSoul Shoe : sandali fatti a mano, in Cambogia, con pneumatici e camere d’aria; ogni sandalo venduto, uno verrà regalato ai bambini dell’Asia che vivono scalzi.

Un libro pieno di messaggi profondi, come profondo e intenso è il periodo storico che stiamo vivendo.  Yes We Can: sì noi possiamo farcela, a discapito di tutto, perché siamo noi che facciamo la differenza, il modo in cui reagiamo alle sfide. Possiamo scegliere ogni giorno di essere tristi e sentirci tristi o di essere felice ed esserlo per davvero. A dire queste parole è Tammy Duckworth una pilota dell’esercito americano, che perse le gambe il giorno in cui il suo aereo fu abbattuto in Iraq, il 12 novembre 2004. Ogni capitolo è denso di storia ed ogni persona merita di essere citata, come esempi di forza e di tenacia, a ricordarci che la fortuna non esiste, non siamo in balia del destino. Siamo noi il destino.

 
 
 

Pubblicità etica

Post n°50 pubblicato il 29 Aprile 2010 da laura_pirani
 

Cosa intendo per pubblicità etica? Una pubblicità che ci fa riflettere su come siamo e su come vorremmo invece essere. I messaggi pubblicitari sono veicoli di infomazioni sulla nostra società, sui nostri usi e costumi: uno stereotipo pubblicitario prende spunto dalle nostre abitudini quotidiane e lo rinforza sbattendocelo in faccia tutti i giorni! In strada, mentre guidiamo, alla radio, in tv etc.. Ma siamo sicuri che tutti i nostri comportamenti vadano così rinforzati ed esaltati? Siamo sicuri che vogliamo riconoscerci o farci convincere che siamo proprio tutti (o la maggioranza) fatti così, come ci "pubblicizzano"?! Ancora una volta sfodero il mio bel "Non ci sto"... Mi sono già espressa per quanto riguarda la pubblicità della Somatoline con il suo slogan "La cellulite è una malattia".. adesso mi riferisco alla pubblicità della Mastercard, in cui una coppia si trova a cena, la cena per eccellenza: quella in cui lui le regala un gioiello importante, si presuppone simbolo di amore e di impegno.. Senonchè questo disgraziato ha solo in mente la partita di calcio, tanto che esulta al momento del gol proprio quando lei apre il regalo..! E questo potrebbe essere un espediente linguistico-narrativo ben riuscito per uno spot, se non fosse per quella faccia da demente che lui fa, in risposta a quella di lei, quasi con la spappola agli occhi.. Un'espressione come per dire "Ma cosa ti aspetti? Ti ho regalato il gioiello, non ti basta? Già sono a cena con te invece che alla partita.. A me questo tipo di pubblicità non piace! Perchè dobbiamo esaltare questi comportamenti superficiali, vuoti e gretti! Nella vita ci vuole sentimento e passione per ciò che ci circonda e per le persone che fanno parte della nostra vita..Ok stiamo parlando di pubblicità che aiuta a vendere, ma anche se viviamo nel consumismo più malato non dobbiamo perdere di vista i valori più veri e più puri della vita, quelli a cui ci attacchiamo quando siamo in difficoltà, quando dobbiamo affrontare problemi seri. In fondo la pubblicità non fa appello ai sentimenti per vendere? E allora? Quali preferiamo che vengano rinforzati? In quali vogliamo riconoscerci? Nello scemo che tratta così la sua fidanzata?! E poi .. Per tutto il resto.. sì sa.. c'è Mastercard!

 
 
 

Ricomincio da cui

Post n°49 pubblicato il 12 Aprile 2010 da laura_pirani
 

In un certo senso, anche la mia vita ricomincia da qui.. no quella sentimentale, che fortunatamente è molto solida, ma quella professionale, che invece ha subito varie peripezie.. Adoro la voce di questa cantante: energica, calda e molto dolce.

 

Me ne accorgo così
Da un sospiro a colazione
Non mi piace sia tu
Il centro di me
Niente mi porterò
Solo vento tra le mani
Più leggera sarò
Sospesa
Sorriderò prima di andare
Basterà un soffio e sparirò
Forse sarà pericoloso
Forse sarà la libertà
Mi guarderai e vedrai una
Eppure non sarò sola
Una novità sarà
E mi porterà
A non fermarmi mai
Non voltarmi mai
Non pentirmi mai
Solo il cielo avrò sopra di me
Solo il cielo avrò sopra di me
Ricomincio da qui
Da un’effimera illusione
Mi risveglio e ci sei
Ancora tu
Qui

 
 
 

FUORI DALLA NEBBIA

Post n°48 pubblicato il 09 Aprile 2010 da laura_pirani
 

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Sono molto contenta di poter promuovere sul mio blog questo sito internet! E' un'iniziatica che merita si essere sostenuta.

Fai delle serate con il tuo gruppo musicale? o stai partecipando ad un torneo sportivo? perchè non comunicarlo? Chiunque può far parte di questa redazione virtuale e pubblicare notizie di musica, arte, cultura, sport, tecnologia e tendenze.

In particolare vi segnalo il concorso FUORI I POST, valido dal 15 al 30 aprile.

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Potrai poi vedere i post che partecipano al concorso sul gruppo FDN di facebook. 

Inoltre voglio segnalare a tutti gli studenti universitari che è possibile svolgere un tirocinio curriculare (gratuito e per crediti) per la gestione del portale Fuori Dalla Nebbia.

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Cellulite

Post n°47 pubblicato il 31 Marzo 2010 da laura_pirani
 

Ma nessuno si è indignato per il nuovo messaggio pubblicitario di una nota crema per la cellulite? LA CELLULITE è UNA MALATTIA usa il farmaco adatto per combatterla!!! Ma stiamo scherzando?! La cellulite una malattia?!!!Adesso noi donne, comuni mortali, siamo tutte ammalate? Perchè allora non definiamo anche la calvizia,minaccia dell'estetica maschile, una malattia?! Io ho cercato la definizione di cellulite e vi assicuro che nessuna parla di malattia, semmai di un'alterazione del tessuto sottocutaneo. Mi sembra che ci sia differenza tra una malattia e un'alterazione!Ho anche cercato la definizione di malattia ed in effetti la malattia viene indicata come un'alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo capace di ridurre, modificare negativamente o persino eliminare le funzionalità normali del corpo. Mi sembra che ci sia comunque differenza tra i due termini, sopratutto per l'utilizzo comune che ne facciamo: la malattia è associata a qualcosa di grave, che può impedire o sospendere le normali attività che una persona svolge quotidianamente. La cellulite non può essere una malattia!Quello che più m'infastidisce è che si confonde la salute e il benessere con l'ossessione per le forme perfette a tutti i costi. Io sono la prima a sostenere che bisogna volersi bene e che curare il proprio corpo significa avere una buona educazione alimentare e una costante attività fisica. Neanche a me piace avere la cellulite, ma non per questo mi sento o mi credo.. e nè voglio farmi convincere.. di essere ammalata!Essere differenti non vuol dire avere qualcosa in meno, ma qualcosa in più! Vogliamo mettercelo in testa e fare della differenza un valore?!Un valore di tolleranza e di rispetto reciproco? Adoro Debora Villa - la Patty di Camera Caffè -  quando dice che una donna senza cellulite è come un cielo senza stelle!

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|Glamour ART|

Post n°46 pubblicato il 20 Gennaio 2010 da laura_pirani
 

Giovanni Boldini, un pittore glamour. Ho volutamente ricercato questo termine per richiamare tutta l’attualità del linguaggio pittorico di Boldini. I suoi quadri sono brillanti, scintillanti, hanno una forte carica attrattiva, di sensualità, come la pubblicità e le immagine mediatiche a cui siamo esposti. Boldini è un appassionato del suo presente, della contemporaneità ed è per questo che ancora oggi lo sentiamo così attuale: perché ci restituisce i valori, il gusto e il sentire della sua società di cui la nostra, in cui viviamo, è figlia. L’arte contemporanea nasce sul finire dell’Ottocento con quelle ricerche che non ci ripropongono più una realtà così com’è: fotografata. Una linea che può essere tracciata a partire “Dalla finestra aperta” di Giovanni Battista Alberti e che può finire con En plan air degli impressionisti. L’arte contemporanea è una ricerca volta a scomporre la realtà e la ricostruisce, restituendoci un’altra visione. Una realtà costruita, su regole diverse dalla proporzione e dalla percezione visiva, artificiosa forse, ma non per questo meno vera. Boldini, nato nel 1842, affianca i protagonisti della sua generazione e le ricerche del suo tempo: dai macchiaioli fiorentini agli impressionisti parigini.  Giunge però ad un suo stile e la sua fama è dovuta in particolar modo ai ritratti delle signore dell’alta società o di scrittori e musicisti famosi. All’inizio del percorso espositivo, della mostra appena conclusasi al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, sono stata attratta da quadri di piccola dimensione in cui sono ritratti degli spagnoli nelle loro vesti folkloristiche: sono stata attratta da queste immagini, brillanti e scintillanti così come sono attratta e affascinata dalle vetrine luccicanti degli articoli di bigiotteria! Boldini pur facendo parte, secondo il criterio generazionale alla schiera degli impressionisti che chiudono l’età moderna, si proietta direttamente verso l’età contemporanea. La contemporaneità di Boldini è tangibile nel dinamismo delle sue composizioni, coglie quelle dinamiche cinetiche che lo fanno anche precursore dell’avanguardia futurista. Questa sua propensione al dinamismo si può cogliere in un precoce quadro “Bambino che gioca col cerchio”. La composizione di questa immagine è assolutamente insolita se si pensa che è stata prodotta nel 1874 ed è stata esposta alla celebre mostra di Nadar a Parigi - insieme ad un altro pezzo che rappresenta due teste di cavalli bianchi - che non hanno nulla a che vedere con l’impressionismo. Qui il tratto del pennello è vorticoso, non frammentato. La realtà è colta in flusso continuo, dove viene meno la forza gravitazionale. Il bambino è in bilico, instabile e viene afferrato da una bambina di cui vediamo solo il dorso ed i capelli raccolti in due trecce e che diventa un tutt’uno con il corpo del giovane infante. Questo riquadro, insieme alle teste dei due cavalli bianchi fa parte di un dipinto chiamato “Il ponte dei Santi Padri” – riferendosi al luogo in cui si è soffermato a ritrarre questi momenti di vita - che lo stesso pittore aveva separato per poi esporre i due frammenti già citati, alla prima mostra degli impressionisti. Oggi sono conservati nel museo che Ferrara ha dedicato al suo celebre nativo, non molto lontano da casa mia. L'accostamento tra Boldini e David Lachapelle è ardito e inusuale, ma tra loro c'è un filo conduttore che si può rintracciare nell'arte contemporanea: entrambi rappresentano le icone e gli status symbol, fino ad arrivare al kitsch del periodo storico da loro vissuto.L’artificio, la preziosità e il glamour delle loro immagini è molto vicina.

 

 

 
 
 

Che la festa cominci

Post n°45 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da laura_pirani
 
Tag: libri

More about Che la festa cominciUn Ammaniti in splendita forma! ha dei momenti narrativi claustrofobici "Come Dio Comanda" ed altri grotteschi come il suo primogenito "Branchie".

 

Niccolò Ammaniti

 
 
 
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