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Eva di Giovanni Verga


Eva, romanzo verghiano pubblicato dall’editore Treves nel 1873 ma iniziato ben quattro anni prima, non è solo il romanzo della drammatica passione di Enrico Lanti per la ballerina che dà il titolo all’opera, ma anche un’occasione per lo scrittore siciliano per definire con nettezza alcuni punti fondamentali della poetica verista (che anche le novelle di Vita dei campi contribuiranno a sviluppare) che si concretizzerà nel decennio successivo nelle sue opere maggiori. La vicenda di Eva resta ancora sostanzialmente legata ad un immaginario romantico, vicino al clima della Scapigliatura milanese di quegli anni: il protagonista, Enrico, pittore siciliano a Firenze su cui probabilmente il giovane Verga proietta le proprie ansie di successo letterario, si innamora perdutamente di Eva, una bellissima e spregiudicata ballerina di successo. Eva rinuncia alla fama nel mondo dello spettacolo per seguire Enrico, ma il loro sogno d’amore, travolgente e romantico, deve fare i conti con la realtà quotidiana: simbolo di tutto questo è proprio la figura della "ballerina", che rappresenta il modo in cui l'arte, nel mondo moderno, è costretta a piegarsi ai gusti poco raffinati del grande pubblico. La passione di Enrico ed Eva entra progressivamente in crisi, finché la donna decide di abbandonare il protagonista, che torna ad inseguire il proprio sogno di affermarsi come pittore.