Nell'ora mattutina a luna accesa, appena affiori, geme l'acqua celeste. Ad altra foce più dolente sostanza soffiò di vita l'urlo dei gabbiani.Mi trovo di stessa nascita; e l'isolano antico ecco, ricerca il solo occhiosulla sua fronte, in fulminato, e il braccio prova nel lancio delle rupi maestro. Graniti sfatti dall'aria, acque che il sonno grave matura in sale.La pietà m'ha perduto; e qui ritrovo il segno che allo squallido esilio s'esprime amoroso; nei nomi di memoria: Siliqua dai conci di terra cruda, negli ossami di pietra in coni tronchi.Deserto effimero: in cuore gioca il volume dei colli in erba giovane; e la fraterna aura conforta amore.
Sardegna di Salvatore Quasimodo
Nell'ora mattutina a luna accesa, appena affiori, geme l'acqua celeste. Ad altra foce più dolente sostanza soffiò di vita l'urlo dei gabbiani.Mi trovo di stessa nascita; e l'isolano antico ecco, ricerca il solo occhiosulla sua fronte, in fulminato, e il braccio prova nel lancio delle rupi maestro. Graniti sfatti dall'aria, acque che il sonno grave matura in sale.La pietà m'ha perduto; e qui ritrovo il segno che allo squallido esilio s'esprime amoroso; nei nomi di memoria: Siliqua dai conci di terra cruda, negli ossami di pietra in coni tronchi.Deserto effimero: in cuore gioca il volume dei colli in erba giovane; e la fraterna aura conforta amore.