Creato da soleggiataterra il 31/07/2013

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Dionisio Sparacio -“E questa terra di tante bellezze, una cultura da vivere”

 

 

« Un Amore Può Cambiare La VitaEd è subito sera di Salv... »

A Su Tempus Di Rosina Cossu

Post n°63 pubblicato il 03 Gennaio 2016 da soleggiataterra
 

Tempus prite non ti cheres frimmare?

Mill’e più cosas ti cherzo dimandare.

Nara tempus prite non l’has nadu

chi sa vida m’haias cambiadu.
 

                                                           Este fagher tou sa zente ingannare

                                                  e ti mustras bonu e generosu.

                                                       Pagos l’ischini chi non ses piedosu

                                                             e crene chi pro sempre hat a durare.
 

Como ses creschida cara pizzinna.

Una rosa giughes ancora in manu,

bella est sa cara, su corpu sanu,

ca si paret chi ses de bona linna
 

                                                                       Nada sutta una istella generosa,

                                                                       ancora non mas lassadu signos

                                                                       ma timo ch’isvanessan sos carignos

                                                                       e ida isfozzire cussa rosa.
 

Frimma tempus unu momentu e bia.

Pasa sa cursa de sos affannos.

Sighende ti so da medas annos

Ma oe aisculta sa hoghe mia.
 

                                           Tempus arregiona unpare a mie.

                                              Troppu inzertu est s’andare meu

                                              A bortas mi das penas o recreu,

                                        torrami de nou a cuddas die.

 

                                                                       

So su tempus e non poto frimmare.

Gosa de custa gioventura.

Pro sa eztesa non istes in tristura,

prega deus de bi poter arrivare.



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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
rosinacossu il 03/01/16 alle 20:45 via WEB
Il mio amore verso la natura dalla quale cerco di captare ogni piccola sensazione che il profumo e il colore di un fiore, del mare o della terra riescono a darmi, sgorgano versi mi regalano sensazioni di serenità e di pace. D’altronde quando il poeta si racconta, si esprime nella sua totalità: le sue contraddizioni sono le contraddizioni della vita di ogni essere umano.
 
 
soleggiataterra
soleggiataterra il 04/01/16 alle 04:43 via WEB
La ringrazio per il suo pregiato commento, è vero, l'amore verso il creato ci affascina ci da quella bellezza che Creato è; così,cercando una poesia Sarda mi ritrovo "A Su Tempus" non conosco il Sardo ma ho cercato di scandire le parole. Sia un bene, e una gioia, questa vita che fa incontrare le persone. Saluti Dionisio Sparacio.
 
linaladu
linaladu il 04/01/16 alle 15:51 via WEB
COMPLIMENTI DIONISIO..LA TUA SCELTA MI HA COLPITO PROFONDAMENTE..ESSENDO PURE IO FIGLIA DELLA SARDEGNA..(UN MOMENTO SOLO RIPOSA LA CORSA DEGLI AFFANNI,SEGUENDO TI STO' DA MOLTI ANNI,MA OGGI ASCOLTA QUESTA VOCE MIA...)SALUTO DAL PROFONDO DEL CUORE LA SIGNORA ROSINA COSSU E MI COMPLIMENTO CON LEI PER LE SUE PERLE..UN CARO SALUTO DA NUORO LINA LADU....CIAO DIONISIO SPERO DI VEDERTI PRESTO...CIAUUUUUU
 
PICCOLAVIOLETTA6
PICCOLAVIOLETTA6 il 10/01/16 alle 19:32 via WEB
Per te una buona serata e l'augurio sincero per una settimana serena, una Lode al Signore. Dietro a ogni linea d'arrivo c'è una linea di partenza. Insisti anche se tutti aspettano che tu desista. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che è in te. Fa in modo che, invece di compassione, ti portino rispetto. Quando non puoi più correre, cammina veloce. Quando non puoi più camminare veloce, cammina. Quando non puoi più camminare, usa il bastone. Però non mollare mai ! Madre Teresa di Calcutta.
 
loredanacau
loredanacau il 17/01/16 alle 12:33 via WEB
Poesia estremamente delicata e piena di ammirazione per un mondo che regala infinite gioie per superare i difficili momenti della vita di ogni giorno.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Grazia calcherutti il 17/01/16 alle 16:49 via WEB
Ancora una volta rosina cossu ha saputo toccare le corde dell'emozione facendoci riflettere sui nostri più reconditi sentimenti.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Francesco mulas il 23/01/16 alle 17:00 via WEB
Una poesia che mi ha colpito profondamente.... Complimenti alla signora Rosina Cossu
 
linaladu
linaladu il 23/01/16 alle 17:14 via WEB
Esiste un linguaggio che va al di la delle parole ... Questo linguaggio è fatto di sussulti del cuore, di pensieri, di sensazioni. Se esistesse armonia tra le creature di questo mondo riusciremmo a scoprire il linguaggio di ciascuno tramite i suoi silenzi, i suoi occhi, il suo sguardo... -- P.Coelho..FELICE FINE SETTIMANA ED UN ABBRACCIO FORTE A TE CHE SAI SCEGLIERE SEMPRE LE COSE MIGLIORI...TVB.CIAO.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mario bassu il 23/01/16 alle 17:28 via WEB
Poesia stupenda..... Mi ha toccato nel più profondo del cuore..complimenti complimenti esisto poche persone che sanno far commuovere la gente è lei è una di questa buona serata
 
vulnerabile14
vulnerabile14 il 23/01/16 alle 23:44 via WEB
Bellissimi versi carissimo Palermitano. Buona notte e buon risveglio per una gioiosa domenica , klicca. Franca
 
linaladu
linaladu il 29/01/16 alle 16:54 via WEB
"Basta una sincera amicizia, un buongiorno regalato, una parola inaspettata, per scacciare via mille delusioni. Basta un sorriso, un raggio di sole,per illuminare una giornata lagnosa.Basta una carezza, per liberarsi da inservibili incertezze.A volte basta poco per provare ad essere felice."Buon fine settimana..ed un caro sorriso .Lina.
 
PICCOLAVIOLETTA6
PICCOLAVIOLETTA6 il 11/02/16 alle 15:09 via WEB
Ciao, un pomeriggio sereno e una buona serata, nella pace di Dio. Oggi giornata del malato, cerchiamo di avere maggiore cura e comprensione verso quanti soffrono ma soprattutto accettiamo di bon grado le nostre piccole o grandi sofferenze che la vita ci presenta. Un saluto Violetta. http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/76837/manifesto_sito.jpg
 
linaladu
linaladu il 22/02/16 alle 09:37 via WEB
Ogni giorno è un nuovo giorno. Tutto da inventare, tutto da vivere, tutto da godere. L’alba lo posa sul palcoscenico della tua vita, e se ne va. -Omar Falworth- Con tutto il mio cuore ti auguro una felicissima nuova settimana..lina.
 
PICCOLAVIOLETTA6
PICCOLAVIOLETTA6 il 27/02/16 alle 18:59 via WEB
Per te una buona serata e l'augurio sincero per una domenica serena. Un saluto Violetta. “Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési Fil 2,6-11” Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
 
PICCOLAVIOLETTA6
PICCOLAVIOLETTA6 il 27/03/16 alle 18:19 via WEB
Salve! Una felice e santa Pasqua. La luce di Gesù risorto disperda le tenebre del cuore e dello spirito! Ti auguro di sentire sempre quella pace che dà serenità Affettuosi auguri! Violetta.
 
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laura il 30/10/16 alle 02:48 via WEB
Bellissma poesia.Complimenti all'autrice
 
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francesco fratenama il 17/12/16 alle 11:52 via WEB
troppo bella la traduzione personale a voce
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Sabrina il 06/01/17 alle 01:26 via WEB
Molto bella ,la tristezza e gioia si alternano in questa poesia.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
emiliano il 06/01/17 alle 16:43 via WEB
il tempo passa, c' insegna solo cio che è vero
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
FRANCESCO SCHINTU il 16/04/17 alle 19:26 via WEB
bellissima poesia mi sono commosso :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Elio Cossu il 16/04/17 alle 20:03 via WEB
La poesia di Rosina Cossu è una bellissima poesia, esprime la sofferenza del poeta nei confronti della vita. Si affaccia a questo mondo pieno di speranze e di gioia che sono raffigurate dalla rosa che ha in mano. Questa rosa di fatto non avrà i frutti sperati, la realtà porrà la scrittrice su un piano diverso di sofferenze e anche di 'solitudine interiore' che la porterà ad auto isolarsi avendo avuto un vissuto non molto piacevole. La delusione e la solitudine, non solo derivano da un fatto interiore ma dalla realtà e dalle situazioni che la vita le ha posto davanti. Saluti
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Bruno il 30/04/17 alle 15:58 via WEB
bellissima poesia che con eleganza e delicatezza è mi ha scosso ed emozionato, grazie!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Silvia Marras il 10/07/17 alle 12:50 via WEB
Complimenti,una poesia che fa riflettere e che appartiene un pó a tutti e ci mette di fronte alla realtà. Veramente bella e intensa.
 
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SALVATORE EQUIZZI

LITTRA D’EMIGRATU

Muggheri mia, ti scrivu sti du righi dànnuti boni di la mia saluti e speru amuri miu ca la prisenti v’attrovi a tutti filici e cuntenti. Iu grazi a Diu truvavi boni amici ca quasi n’aduramu li pinzera, t’arraccumannu ‘un stari ‘nfirnicia ca già mi sistimavi a la minera. Ma cc’è na cosa dintra lu me pettu ca nun mi duna anticchia d’arrisettu!… Ti viju ancora supra la banchina ca mi saluti cu la mantillina chi m’ammustri li figghi comu pi diri: Quannu si ddaffora ricordatilli ancora! E quannu lu vapuri fu luntanu e la terra spiriu davanti a mia, ristai pi sempri a taliari a Tia ca parevi la Matri Addulurata, una rama stuccata cu li frutti pinnenti chi s’appujava supra di lu nenti. Muggheri mia li primi quattru grana c’acchucchiu cu li stenti e lu suduri, iu sugnu arreri supra lu vapuri e tornu, tornu, tornu ca mi pari c’avissi già mill’anni ca ‘un vi viu. Ora sacciu ca l’oru e li diamanti ca li vinni a circari a la strania, io li lassai nni la terra mia, io li lassavi sutta di ddi trava unni me matri un tempu m’addattava. E tornu, tornu nni la mia Sicilia mi basta na guastedda e nenti cchiù, mi basta sulu l’aria, mi basta quannu tornu di ‘ncampagna sapiri ca m’aspetta la cumpagna, sapiri ca m’aspettanu li figghi, cu li tisori di li sò mminzigghi. Cchiù nun ti dicu nenti, salutami l’amici e li parenti; T’arraccumannu li me picciriddi, dicci ca sta turnannu ddu vapuri, dicci ch’è ghiuntu quasi a menza via. Sira pi sira quannu l’addurmenti, nun ti scurdari sta munzignaria!

 

 

LETTERA D'EMIGRATO

Mia cara moglie ti scrivo queste due righe dandoti buone notizie della mia salute e spero amore mio che la presente vi trovi tutti felici e contenti. Io, grazie a Dio, trovai buoni amici con i quali quasi ci adoriamo i pensieri, ti raccomando non stare in pensiero, chè già mi sistemai alla miniera. Ma c'è una cosa dentro il mio petto che non mi dà un poco di tranquillità!.... Ti vedo ancora sopra la banchina che mi saluti con lo scialle che mi mostri i figli, come se volessi dire: quando sei lontano ricordali sempre! E quando il vapore fu lontano e la terra sparì innanzi a me, rimasi per sempre a guardare Te che sembravi la Madre Addolorata, un ramo spezzato con i frutti pendenti che si appoggiava sopra il nulla. Cara moglie i primi quattro soldi che raccoglierò con gli stenti e il sudore, sarò di nuovo sopra quel vapore e torno, torno, torno che mi paiono passati mille anni che non vi vedo. Ora so che l'oro e i diamanti che venni a cercare in terra straniera, io li lasciai nella terra mia, io li lasciai sotto quelle travi dove mia madre un tempo mi allattava. E torno, torno nella mia Sicilia mi basta una pagnotta e nient'altro, mi basta solo l'aria, mi basta quando torno dalla campagna sapere che mi aspetta la compagna. sapere che mi aspettano i figli con i tesori delle loro effusioni. Non ti dico più niente, salutami gli amici ed i parenti; Ti raccomando i miei bambini, di' loro che sta tornando quel vapore, che è giunto quasi a metà strada. Sera dopo sera, quando li addormenti, non dimenticar questa bugia.

 

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LA CIVATA

La passaredda torna a la nidata purtannu nni lu pizzu la civata: L'ucchiuzzi so su calici d'amuri unni cc'è tuttu lu maternu arduri. Torna la passaredda apprimurata, l'ala cci trema tantu è 'nnamurata! Tuttu lu paraddisu ca la chiama l'havi ammucciatu 'nmenzu di na rama. Arriva, posa, la ramuzza trema, li passareddi sannu lu sistema, allonganu lu coddu, fannu cciu e parinu 'nfudduti pi lu priu

FOCU D'ESTATI

Sutta la vampa di lu suli ardenti cripìa la terra, e tutta la natura cu l'occhi stralunati pi l'arsura pari ca cchiù nun vidi e cchiù min senti. L'aria 'nfucata trimulia, si senti 'nsinu nni l'ossa l'anfa e la calura, sulu quarchi cicala 'un si nni cura e pari ca facissi strudimenti. lu nni stu 'nfernu, vivu senza vita, comu un dannatu tiru cu li denti lu pisanti carrettu di la vita. E 'nmenzu a tantu focu e a tanta luci, moru e arrivisciu tutti li mumenti, comu lu Nazzarenu misu 'ncruci.

LA BEFANA

Dumani è la befana; è la gran festa addisiata di li picciriddi e ogn'unu già smania nni la so testa pi cavadduzzi, strummuli, pupiddi, sciabuli, treni e ci pari mill'anni l'ura ca ponnu fari cosi granni! E li me' figghi, animi nnuccenti, oduri santu di la vita mia, hannu fuddatu dintra di la menti tuttu chiddu ca cc'è nni la putia, e cu pinsera di centu culura cci parinu mill'anni quannu scura. Pirchì sannu, 'nnuccenza di li figghi, sannu chi a menzanotti la befana trasi cu li so centu maravigghi di lu pirtusu di la pirsiana: di ddu pirtusu ca lu nicareddu lu vuleva allargati c'un cuteddu! Quannu è dumani li me' picciriddi mi ristirannu affritti e scunsulati, nni dd'occhi di nnuccenti muti e friddi quantu sònnura d'oru sdirrubati!

 

LA CULLANA

Pi fari o bedda na cullana a tia, digna di tia ca si la me furtuna sfirrai pi 'ncelu, cu la fantasia, e ghivi cchiù luntanu di la luna. Dda fici un nastru cu la ciamma mia, li megghiu stiddi cci 'nfilavi a cruna, ddoppu pigghiai lu suli ca nascia cci l'appinnivi e ti fici patruna.

SPARTENZA

Vola lu trenu, vola e pari a mia c'avissi l'ali e tagghirria li venti, pirchì mi porta luntanu di tia, di la me casa e di li mei parenti. Vola ca vola, ed iu di la finestra viju girari Parvuli luntanu e ciancu ciancu lànnari e ghjnestra 'nfudduti sfilittari manu manu. L'aria nni trema, li vigni, l'olivi si scanzanu pigghiati di spavento!... ... puru li petri sunnu cosi vivi e fuinu cchiù pazzi di lu ventu. L'oceddi nni li campi abbituati a la paci, l'amuri e lu cunzolu, lassanu li so' canti appassiunnti e sbalurduti spincinu lu volu. Quarchi viddanu spersu nni lu chianu chi zappa o arata appassiunatamenti, si jisa e nni saluta cu la manu pi comu siddu fussimu parenti. Lu trenu curri, curri a gran carrera, s'ammucca e sbucca di na gallarla, mentri lu fumu pari la crinera d'un cavaddu ca scappa a la fuddia. E curri, vola! e tutti li rumura ch'iu sentu nni sta cursa dispirata, sunnu un turmentu, sunnu na turtura! E lassu lu me cori strata strata.

TRISTIZZA

Stasira c'è lu celu annuvulatu, pari ca fussi fattu di cartuni; e la luna assimigghia a un lampiuni d'un velu di tristizza cummigghiatu. Acqua nun chiovi eppuru c'è vagnatu, vagnati su li casi e lu straluni, si vidi ca lu celu è siddiatu: comu lu cori miu chianci ammucciuni.

 

 

UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE VA AI FIGLI EQUIZZI

Salvatore Equizzi nacque a Palermo il 13 agosto 1907 ed ivi morì il 19 dicembre 1964. Nel 1937 circa pubblica un poemetto in dialetto siciliano intitolato " Primavera " (ora introvabile), per il quale riceve elogi dal Sen. Poeta G.A. Cesareo, dal Doti. Vincenzo De Simone, il poeta di Villarosa, nonché dai poeti Rosario Di Vita di New York ed Emilia Ruisi di Palermo e da altri uomini di cultura del tempo. " II popolo di Roma " del 26 ottobre 1937 pubblica un articolo intitolato "Salvatore Equizzi il fioraio poeta "; recensendo il suddetto poemetto, elogia l'autore e si sofferma in qualche verso. Alla sua morte il "Po' t'u cuntu ", foglio quindicinale di poesia dialettale siciliana, diretto dal Poeta Peppino Denaro, esterna il cordoglio della famiglia dei poeti dialettali, pubblicando l'annuncio con il titolo

"L'usignolo palermitano è morto"

 

 

Vieni sempre

Padre David Maria Turoldo

Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni, figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi: e dunque vieni sempre, Signore. Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti: e dunque vieni sempre, Signore.

 

 

 

 

 

Era il Sol meriggio

Era il Sol meriggio alto nel cielo, lungimirante sulle stesse sensazioni sibile, nel vento raccolte in grumi di fumo loro alti, veloci nello sparire quasi quanto tanto tempo fa. Del ricordo mi nutro sperando aggiunga, e vivo creando spazio attorno alla vita. Nell'immagine schiarisce la figura rosea e la larghezza dell'evidenza spunta. L'amore nel piacersi, e viverlo fiorisce, quasi primavera dentro me rassicuro te mia dolce ispirazione.

Impariamo ad amare noi stessi e potremo essere amati

 
 

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