Creato da: solitudine119 il 05/07/2006
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Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 25 Settembre 2006 da solitudine119

Il valore dell'amicizia

Un noto proverbio dice: chi trova un amico, trova un tesoro. In queste poche parole, dettate dalla saggezza popolare, possiamo trovare una grande verità. L'amicizia, infatti, quando è vera e disinteressata, si può considerare un tesoro dal valore inestimabile. Un dono prezioso, straordinario, che può cambiare la nostra vita.
Nel corso della storia i più grandi filosofi, scrittori e poeti hanno dedicato pensieri bellissimi a questo sentimento. Cicerone disse: “Togliere l'amicizia dalla vita è come togliere il sole dal mondo”. Mentre Aristotele, interrogato su che cosa fosse un amico, rispose: “Un'anima sola che abita in due corpi”.
Eppure, ancora oggi, c'è qualcuno che si ostina a non comprendere fino in fondo il grande valore dell'amicizia. C'è chi la considera, a torto, un sentimento “inferiore” rispetto a quello dell'amore.
Facciamo un esempio. Un ragazzo cerca di corteggiare una sua amica, comportandosi in modo gentile. Le regala dei fiori e si rivolge a lei con parole affettuose. Ma la ragazza non prova lo stesso tipo di sentimento e gli risponde: “Mi dispiace. Io ti vedo soltanto come un amico”. Oppure: “E' meglio che restiamo soltanto amici”.
“Soltanto” amici. “Soltanto” come un amico. In questa terribile parolina, “soltanto”, si nasconde un grande inganno. Quel “soltanto” ci fa credere che l'amicizia sia, in un certo senso, un sentimento “al di sotto” dell'amore. Una valore meno importante, al quale mancherebbe qualcosa per raggiungere il gradino successivo, più alto.
Questo accade, purtroppo, perché viviamo in un'epoca un po' materialista. E così, tanti giovani che non hanno un ragazzo o una ragazza da amare si sentono inferiori, incompleti rispetto a quelli che già ce l'hanno.
Ma l'amicizia non deve assolutamente considerarsi inferiore all'amore. Tutt'altro. Una vera amicizia, basata sulla stima reciproca, ha un valore infinitamente più grande di un amore superficiale, apparentemente travolgente, ma che si regge soltanto sull'attrazione fisica e sulle banali passioni.
Due persone che si amano, prima ancora di amarsi, dovrebbero essere dei grandi amici e stimarsi in modo profondo. Dovrebbero comprendersi ed accettarsi anche per i propri piccoli difetti.
Dovrebbero, insomma, amarsi in modo vero e disinteressato. Proprio come degli amici. E non solo perché si sentono attratti fisicamente.
Questa riflessione può aiutarci a capire l'immenso valore dell'amicizia, in un mondo materialista come quello di oggi. Non è l'amicizia ad avere qualcosa in meno rispetto all'amore. E' l'amore, invece, ad essere profondamente incompleto, se non si basa su un'autentica amicizia.
Perciò, impariamo a comprendere il valore di questo straordinario tesoro. Guardiamoci intorno e scopriamo che il mondo è pieno d'amici da incontrare e da amare.
Ovviamente, anche l'amicizia richiede sforzo ed impegno. “Tutti vogliono avere un amico, ma nessuno si preoccupa di esserlo”, disse lo scrittore francese Alphonse Karr. Ed aveva ragione. Tutti noi ci preoccupiamo di cercare qualcuno che possa aiutarci e confortarci nei momenti di difficoltà. Ma poi, quando bisogna dare una mano al prossimo, non sempre siamo pronti. A volte ci abbandoniamo alla pigrizia e non vogliamo sforzarci.
Un altro errore comune è quello di cercare soltanto amicizie interessate, che possano fruttare qualcosa. Ciò è, certamente, comprensibile ed umano. Ma l'amicizia non può essere soltanto questo. Deve saper andare oltre. Non può fermarsi soltanto ad un “dare per ottenere”. Altrimenti diventa uno squallido commercio di sentimenti ed emozioni.
La vera amicizia è quella che ha la costanza di resistere attraverso qualunque difficoltà. Lo scrittore americano Ambrose Gwinnet Bierce, con un pizzico di pessimismo, diceva: “L'amicizia è una nave abbastanza grande per portare due persone quando si naviga in buone acque, ma sufficiente per una sola quando le acque si fanno cattive”.
Noi, naturalmente, non dobbiamo comportarci in questo modo. Non dobbiamo frequentare le persone soltanto quando tutto va bene. Ma anche, e soprattutto, quando le cose cominciano ad andare male. La nostra amicizia deve saper essere una nave grande, forte, robusta ed accogliente, capace di resistere a qualunque bufera.
Infine, dopo aver considerato gli aspetti più “terreni” dell'amicizia, non possiamo dimenticare un suo risvolto più spirituale. Oltre all'amicizia delle persone, che a volte può tradirci o deluderci, esiste un'amicizia ancora più grande: quella che Dio ci regala ogni giorno. E' importante imparare a scoprirla e ad apprezzarla, a poco a poco, nei vari attimi della nostra esistenza.
Gesù è un nostro grande amico. E' bello accorgersi della sua presenza nella nostra vita, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Quando navighiamo in cattive acque, gli amici “terreni” possono allontanarsi. Ma Gesù non ci abbandona mai.
La sua venuta in mezzo a noi, duemila anni fa, si può considerare il più grande gesto d'amicizia di tutti i tempi. E' un Dio che si è fatto uomo, proprio come noi. Un Dio che ha sofferto come tutti noi. Un Dio che ha dovuto affrontare i piccoli e grandi problemi della vita. Come ognuno di noi. Tutto ciò fa del Cristianesimo una religione unica, diversa dalle altre. E' la sola religione in cui Dio è riuscito ad essere uguale all'uomo, in tutto e per tutto. Gesù non è un sogno. Non è una meditazione trascendentale. Non è un corso di yoga. Non è un paradiso artificiale. Gesù è un Dio che è venuto in mezzo a noi, per diventare il nostro più grande amico.
Tutti noi possiamo ritrovarci e rispecchiarci in Lui. Anche per i nostri fallimenti quotidiani, che ci fanno sentire così piccoli, miseri, incapaci.
Gesù, in fondo, è una specie di fallito. Quando lo immaginiamo lì, inchiodato su una croce, deriso dai soldati romani ed abbandonato dai suoi seguaci, che cosa possiamo pensare? Che è un fallito. Quell'uomo crocifisso, in fondo, potrebbe sembrare l'immagine perfetta di un insuccesso.
Ma è proprio da quell'apparente insuccesso che è cominciata la salvezza dell'umanità. Quel “fallito” sulla croce, a poco poco, ha cambiato il mondo con un semplice messaggio d'amore. L'Impero Romano che lo aveva deriso e condannato non esiste più. Il Vangelo, invece, accompagna milioni di persone e supera ogni confine.
Tutto questo dovrebbe farci riflettere sul nostro modo di prendere la vita. Dovrebbe spingerci ad accettare anche i nostri fallimenti. A non drammatizzarli troppo.
In fondo, accanto a noi, c'è sempre Gesù. Un fallito di successo, che ci ha regalato un amore sincero, disinteressato, gratuito.
Nel Vangelo è scritto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Gesù ha dato la vita per noi ed ha sofferto sulla croce per annunciarci un messaggio di salvezza.
Non a caso, il Vangelo si conclude con delle parole bellissime: “Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”. Sono il segno di una grande, infinita, eterna amicizia.
 
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Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 25 Settembre 2006 da solitudine119

UN FATTO DELICATO

Amicizia: è un fatto molto delicato e importante, chi non ha gli amici secondo me è dipendente da solitudini. Sta sempre da solo, la vita diventa noiosa. Riguardo a me, io non posso essere senza gli amici, perché ho bisogno di raccontare i miei pensieri. Però per qualcuno è molto difficile avere un’amicizia. Anche io sono una persona molto chiusa.
Le persone che hanno molti amici i quali hanno fiducia in loro, sono molto felici.
Però quando hai tanti amici e sei felice, anche qui possono esserci tanti problemi. Uno di questi problemi è la dipendenza dagli amici. Non bisogna mia condizionare una persona e non bisogna mai andare come una pecora indietro e fare tutto quello che ti dice l’amico.
Comunque sono molto felice perché ho tanti amici.

 
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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 07 Agosto 2006 da solitudine119

Il valore del perdono

Non è facile donare al partner la libertà di cui ha bisogno, staccarsi dalla pericolosa illusione di potersi fondere insieme, evitare di “riversargli” addosso tutte le proprie aspettative. Ancora peggio creare i presupposti di una dipendenza psicologica, che spesso induce a scegliere di “tradire” per ritrovarsi, per sentirsi “fedeli” a se stessi.

Un amore che supera l’egoismo è difficilissimo da realizzare, ma può essere un obiettivo prezioso verso cui indirizzare tutte le energie. Talvolta proprio il tradimento può aiutare in questo percorso, in quanto costringe a porsi domande sulla partecipazione attiva nella coppia. Può, infatti, svelare che l’investimento nell’altro era stato frettoloso e non basato su di una serena conoscenza reciproca, su una relazione d’intimità e d’impegno progettuale, fondamentali per la costruzione di una relazione di coppia. Ma prima di raggiungere questa lucida razionalità, un viaggio doloroso attende il “tradito”… cominciano le domande, i sensi di colpa e l’esigenza, quasi incontrollabile, di capire il perché e’ quasi scontato, in questo frangente, attribuire al partner la ragione di tutti i fallimenti della coppia, di aver “tradito” l’ideale che rappresentava, di aver reso “precaria” ogni certezza, di aver minato nel profondo l’unione…senza intuire che, paradossalmente, non c’è sempre una passione o un bisogno erotico alla base di un’infedeltà, quanto la necessità di affermare la propria libertà nel timore di affidarsi completamente all’altro.

La persona “tradita” si sente svalutata, sminuita, subisce una perdita che non é soltanto quella della fiducia nella persona amata ma anche la perdita della parte di sé che le aveva affidato…

Una scelta si impone: il rapporto può finire, lasciando al tempo il compito di lenire le dolorose ferite o essere recuperato grazie al PERDONO. Si perdona sempre in due, non si chiede e non si concede perdono se non si è fermamente certi di voler uscire dalla devastante crisi del tradimento. La tentazione di chiudersi nel proprio orgoglio ferito potrebbe rivelarsi un errore, meglio lasciar sgorgare il fiume delle emozioni imprigionate dalla sofferenza e liberarsi della loro negatività.

Chi perdona ha qualcosa da perdonare anche a se stesso e non dimentica… E’ una decisione che nasce dalla razionalità, non dalle emozioni, la fine di una dichiarazione di guerra ma senza sconti. Dopo questo armistizio occorrerà ricostruire la propria dignità frantumata, smantellare odio, umiliazione, rabbia, ritrovare il desiderio di abbandonare le ombre di una notte interminabile tenendosi per mano.


 
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Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 24 Luglio 2006 da solitudine119

La gelosia vuol dire amore?

Una canzone di tanti anni fa diceva così: Amore vuol dire gelosia per chi s’innamora di te…... All’epoca diventava quasi un dovere provare questo sentimento e non c’era uomo o donna che non manifestasse il “proprio travaglio d’animo” di chi teme che la persona amata non corrisponda al suo affetto e volga altrove le proprie attenzioni. La gelosia, a volte, può giovare all’amore ed è un sentimento di tutti i tempi, sempre che sia quello “buono”, ma quando la gelosia diventa “cattiva”, direi patologica, allora diventa fatale e si può trasformare in tragedia dal sapore Shakespeariano anche ai tempi nostri.

Anche oggi le cronache sono ricche di avvenimenti nefasti che vedono protagonisti uomini che uccidono l’attuale o ex moglie o l’ex compagna per gelosia. Psicologi e criminologi quando analizzano i comportamenti di queste persone, riconoscono in loro, quasi sempre, delle personalità fragili e immature che non sanno trovare altrove una compensazione al proprio insuccesso e alla frustrazione che ne deriva, anche se bisogna riconoscere che essere traditi dalla persona che si ama è un durissimo colpo. Non sempre si possono prevedere atti inconsulti da parte di chi soffre, perché la gelosia può portare pian piano a un’escalation drammatica. “La gelosia diventava facilmente certezza, la certezza furore”. (Manzoni)

Che dire, invece, di una gelosia tiepida (atteggiamento di alcuni, molto diffuso oggi), forse o presumibilmente inesistente? Secondo psicologi e sociologi questi comportamenti dipendono dal fatto che la donna ha raggiunto una sua indipendenza psicologica e finanziaria, è insofferente a qualsiasi condizionamento che il suo “lui” possa crearle, ha i suoi interessi e i suoi amici, una sua vita, spesso parallela a quella di coppia, così come l’uomo, costretto a fare altrettanto.

Chi dei due, invece, dovesse essere geloso, quasi se ne vergogna, soffoca questo sentimento, lo mimetizza, magari lo veicola per orgoglio su altre situazioni, creando confusione e incomunicabilità. Quando la gelosia diventa ossessionante e ingiustificata può rovinare tutto ma quella buona, quella spontanea, quella che nasce dal cuore ed è espressione d’amore, non si deve nascondere all’altro, può intensificare la comunicazione e creare il clima adatto per capire se c’è un problema nella coppia.

E’ necessario convincersi che amare significa volere il bene dell’altro, in un atteggiamento di reciproco rispetto, comprensione e stima, senza formulare accuse fondate solo su intuizioni, sospetto o sentito dire, indice di poca maturità e forse anche aggressività. Non dimentichiamo però, quanto in un rapporto di coppia ancor più della gelosia possa essere nociva l’indifferenza.

 
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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 23 Luglio 2006 da solitudine119

Perturbazioni… d’amore

L’amore, quello di Shakespeare, di Dante, delle poesie di Prevert, quello scritto in una lettera, quello di Paolo e Francesca, Renzo e Lucia, Romeo e Giulietta, quello eterno, quello forzato, quello che finisce con i ma e con i se, quello senza perché, quello irrazionale, quello folle, quello esasperato…quello che muove il mondo. Amori così diversi tra loro, con mille sfaccettature, ma tutti influenzati da due idee, che prima o poi ne modellano la forma, li trapassano segnandoli e rendendoli così diversi da come vorremmo che fossero; due forze a volte distruttive che conferiscono all’amore quell’essenza di umanità che trascende dal divino: fedeltà e gelosia.

Credo che la fedeltà sia la modalità affettiva migliore per permettere il mantenimento di un rapporto duraturo. Esiste la fedeltà in un rapporto autentico e di condivisione, nel quale sia continuo lo scambio d’opinione con il partner. Affinché la fedeltà non sia disperatamente ricercata, ma risulti del tutto spontanea, è fondamentale che sia reciproca.

L’esigenza di tradire assume quasi una forma di ricompensa per qualcosa che desideriamo ricevere ed in realtà non esiste. L’assenza di dialogo, i molteplici litigi, le incomprensioni e differenti stili di vita sono le cause principali del tradimento. Ricerchiamo altrove, ciò che non riusciamo a trovare intorno a noi. Il tradimento è sempre sinonimo di malessere ed anche se, apparentemente, non c’è motivo di tradire, analizzando a fondo i bisogni e i desideri dei singoli salteranno fuori insoddisfazione e aspettative deluse.

Non sempre la gelosia è un’appendice dell’amore. L’insicurezza nel rapporto, l’assenza di autostima e di fiducia nei confronti dell’altro generano quel sentimento che è deleterio per l’amore di per sé. La gelosia distrugge la serenità della coppia e quindi è opportuno non lasciare spazi al suo ingresso. E’ meglio interrompere un rapporto fondato sulla gelosia patologica.

credo nell’amore eterno!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ci possono essere casi rari, ma in linea di massima credo che sia molto difficile .

Che cos’è,  l’amore?
Quello vero, autentico è volere il bene dell’altro. Amare, a volte, può anche voler dire allontanarsi da chi si ama.

 
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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 22 Luglio 2006 da solitudine119

Il valore fondamentale della fedeltà

Essere infedele significa inosservanza della parola data e degli impegni presi. Nella vita di coppia significa anche non conoscere i valori su cui si basa un rapporto di coppia e i doveri che ne derivano: fedeltà, sincerità, rispetto reciproco, fondamentali per una buona relazione. Oggi, invece, cresce la paura dei rapporti stabili e definitivi e si tende quasi sempre a considerare più un valore la provvisorietà e quasi un diritto l’esercitare l’infedeltà.

Ma cos’è l’infedeltà? Da alcuni sondaggi è risultato che per molti la fedeltà è la promessa alla persona amata di non avere evasioni sessuali con altre persone. La fedeltà è, quindi, vista come fatto fisico da evitare se si ama e che, se anche dovesse accadere la cosiddetta “scappatella”, non toglie nulla a chi si ama. Ma l’evasione sul piano sessuale può essere il segno di un cammino di infedeltà più profondo? Può esistere un’infedeltà anche senza il coinvolgimento del corpo? Quasi non si considera infedeltà il fatto che ciascuno cerchi di costruire il “suo mondo” e gli diventi indifferente il “mondo dell’altro”.

La crescente indifferenza dell’uno verso l’altro, può anche non portare al tradimento, ma certamente non crea comunione. Ognuno pensa a sé, è fedele a sé, ma non è fedele all’altro. Non si è abituati a considerare infedeltà il fatto che l’uomo, ma può trattarsi di una donna al giorno d’oggi, sia interessato al lavoro o alla carriera, ai propri interessi e hobbies e dia a tutto questo priorità assoluta e più attenzione che non al proprio partner. La fedeltà alla persona esiste quando questa è il centro, l’interesse principale, di fronte a e prima di qualsiasi impegno, per quanto nobile e legittimo.


 “Si è fedeli alla persona che si ha accanto quando si cammina al suo passo, quando si è dentro alle sue difficoltà, ai suoi problemi, quando si sta in ascolto per scoprirne i doni, le qualità, per accoglierli, apprezzarli, gustarli, farli crescere” Solo così l’iniziale “innamoramento” può diventare “amore” che significa gioia di vivere insieme, entusiasmo di guardare avanti, di dialogare e comunicare in profondità, forza di camminare verso il futuro anche dentro le delusioni, le sconfitte e i dolori. In un rapporto così impostato non trova collocazione l’infedeltà. 

 
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Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 21 Luglio 2006 da solitudine119

INFEDELTA’
Parlare dell’infedeltà è qualcosa di particolarmente delicato. Perché ogniqualvolta si tocca il tema del tradimento i sentimenti ad esso associati sono sentimenti di rabbia, di colpa, di delusione, di disillusione, di fallimento, di perdita, mescolati in vario modo a seconda del ruolo avuto nel tradimento. Naturalmente sono svariati gli ambiti dell’infedeltà e del tradimento, ma qui ci riferiremo solo alla infedeltà in campo amoroso.


È chiara una cosa: chi tradisce viene meno a un impegno preso. E gli altri due protagonisti della situazione saranno colui o colei che è stato tradito, e la persona con la quale si è tradito. Ognuno di loro sarà coinvolto, o travolto da sentimenti molto forti. Chi tradisce prova l’ebbrezza della passione, della trasgressione, ma anche sentimenti di colpa, di smarrimento, confuso tra passato presente e futuro, si chiederà “cosa voglio veramente?” (oppure metterà tutto questo desiderio interiore a tacere, godendosi il presente e rimandando ogni interrogativo e decisione, “ragioniere” del suo tempo e dei suoi sentimenti).

Chi è tradito proverà dolore, insieme a rabbia, rancore, a volte desiderio di vendetta, o, al contrario, rimarrà immobile, facendo finta di niente, negando l’evidenza: in entrambi i casi si sentirà derubato, svuotato di qualcosa che ormai considerava parte di sé, a volte senza neanche l’orgoglio e quel sano amore per sé tale da reagire. Ma anche la terza persona, colui o colei che si è inserito nella coppia, soffre: soffre per un bene che non è solo suo, anche lei o lui si sente tradito, come se non valesse abbastanza, come se non meritasse di più, nel limbo di una continua attesa. Bellissime le parole di M. Kundera ne “L’ignoranza”: “…non c’è niente da fare. Omero rese gloria alla nostalgia con una corona d’alloro e stabilì in tal modo una gerarchia morale dei sentimenti. Penelope sta in cima, molto al di sopra di Calipso. Oh Calipso! Penso spesso a lei. Ha amato Ulisse. Hanno vissuto insieme sette anni. Non sappiamo per quanto tempo Ulisse avesse condiviso il letto di Penelope, ma non così a lungo. Eppure tutti esaltano il dolore di Penelope e irridono le lacrime di Calipso”.

Di certo l’uomo, e la donna, sono esseri straordinariamente “umani”: e con questo si vuole sottolineare il fatto che ogni regola, ogni norma, ogni patto può correre il rischio di essere infranto, poiché non viviamo in una scatola chiusa, asettica, al riparo da ogni conflitto o interferenza. Ma tutto dipende da come vogliamo gestire ciò che ci capita, ciò che facciamo, ciò che proviamo, che senso vogliamo dare a tutto questo, in altre parole: quanto siamo consapevoli della nostra vita. Forse anche la situazione del tradimento, una volta accaduto, può diventare l’occasione per conoscere se stessi più profondamente. Di certo rappresenta un bivio, per ognuno di coloro che ne è coinvolto.

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 20 Luglio 2006 da solitudine119

dice una canzone di Ligabue, insomma la differenza esiste.
Facendo sesso si è più da soli mentre facendo all'amore si è più insieme.
Nel primo caso si è forse un po' più egoisti, c'è voglia di soddisfazione, ci si preoccupa di ricevere, di sentire, di provare piacere, spesso nell'immediato, qui e ora, anche senza preoccuparsi tanto di chi ci è a fianco che è importante solo per soddisfarci. Si è forse più soli e c'è una parte di noi che non comunica..
Fare all'amore è, invece, vivere il piacere insieme, è un dialogo, non sono due monologhi.
Per fare sesso non c'è assolutamente bisogno di feeling emotivo, solo erotico forse, si può fare comunque, se ne ottiene un po' di piacere ed è finita lì. Ho detto un po' di piacere perché è veramente poco in confronto a quello che se ne ha facendo all'amore veramente, ci si può sentire soddisfatti fisicamente, ma dentro di noi rimaniamo soli, non c'è il vero trasporto, non c'è coinvolgimento.
L'intimità è basilare nel fare all'amore, è avvicinarsi all'altro donandosi, consapevoli di condividere qualcosa, di godere insieme quello che si fa, senza pretese di ottenere mega prestazioni sessuali, non pronti a giudicare se chi ci è vicino è capace, o vuole, darci tutto il piacere che ci spetta e che vogliamo. E' stare insieme perché se ne ha voglia, perché si sta bene abbracciati ma specialmente con la voglia di fare star bene l'altro come stiamo bene noi.Vero, anche nel solo fare sesso, si può essere generosi e quindi cercare di soddisfare l'altro ma è diverso...lo sappiamo. E' condividere non dare e basta. E se l'altro, o l'altra, non fa quanto ci aspettiamo c'è il dialogo senza schemi, a far capire, a pilotare, perché se l'intesa è la stessa da parte di tutti e due non ci sarà stato quel certo egoismo che scatta nel fare solo sesso.
Sapendo poi che le cose stanno così saremo molto più rilassati e meno assaliti dall'ansia di prestazione, "rendendo" molto di più e gustandoci con molta più intensità quello che succede.
Il piacere nasce nelle emozioni, e attraverso la stimolazione di qualche 'terminazione nervosa' ci fa vivere momenti fantastici. Se togliamo le emozioni e lasciamo solo la stimolazione sessuale togliamo la maggioranza del vero piacere. Chi identifica il piacere con la stimolazione meccanica, pure esperta, non ha, purtroppo per lei (o per lui), mai provato ciò di cui sto parlando, non sa nemmeno di cosa sto parlando. Il piacere del fare all'amore è qualcosa che tutti possiamo vivere, è molto più facile di quanto si pensi, è una questione di scelta, di come e perché stiamo per fare ciò che stiamo per fare.
Detto questo non vuol dire essere per forza innamorati...ma qui qualcuno di voi non la penserà come me...


 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 18 Luglio 2006 da solitudine119

PER SAMANTA, FORSE UN GORNO IL TUO AMATO TI SCRIVERE QUESTE TESTUALI PAROLE, E TI RENDERA' FELICE PER L'ETERNITà

Ciao Cucciola,

Questa lettera nasce dalla voglia di dirti tante cose… sentivo in ogni modo il bisogno di dirti quello che penso, ho riflettuto molto su cosa e quanto scriverti, non voglio che questa sia una lettera come tante altre, voglio che sia diversa, ma soprattutto vera.

Dimenticavo, mentre ti scrivo ho "GIGI D'ALESSIOl" che mi tiene compagnia.

Per me sei la cosa più bella che in questi anni mi sia mai capitata, lo dico sinceramente, nella mia vita ci sono stati dei momenti felici con ragazze a cui volevo bene, con te è tutto diverso... ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto tu sia speciale per me, sarebbe meraviglioso passare ogni secondo della mia vita in tua compagnia.

Domani sarà un altro giorno, sentirò la sveglia, cercherò la forza di alzarmi dal letto, di prepararmi, di uscire da casa.... e ogni mia giornata sarà dedicata a te.

Ormai sono in balia del sentimento che provo per te...è talmente forte che domina la mente, e m’impedisce di pensare ad altro...

Vorrei poterti dimostrare di più quanto ti desidero! In questo momento tU sei tutto per me.. e come se la mia vita dipendesse solo da te!.. e questo io lo chiamerei amore.... solo i miei occhi che osservano i tuoi possono farti comprendere la profondità e la purezza di tutto questo.


Ho voglia di vederti, lo so che è dura creare una storia tra noi due, ma io pur di vederti farei di tutto.. anche per un'ora, mi basterebbe abbracciarti e sentirti vicino. il tempo passa e ancora sei giovane per ottenere altre cose dalla vita, non fraintendere, non ti sto chiedendo cose assurde, ma non possiamo non vederci e credo che se lo vuoi di cuore tutto è possibile quando c'è di mezzo il sentimento.

Ci siamo INCONTRATIi così per CASO, ma forse il destino aveva già scritto che io e te ci saremmo dovuti incontrare e che a poco a poco ci saremmo piaciuti intensamente... Questo per me è stato il miglior regalo che la vita potesse offrirmi.

Vorrei essere il tuo sogno che si avvera, spero un giorno di poterlo esaudire se non l'ho già fatto, mi darò da fare perché questo accada il più presto possibile.


Ci siamo appena incrociati lungo il percorso della vita ...non so che ruolo ognuno di noi giocherà nell'esistenza dell'altro ma sono sicuro che, qualunque cosa accada, nel libro della mia vita alcune pagine porteranno il tuo nome.....

Dimenticavo.... mi sono messo a piangere, non sono riuscito a trattenermi, l'emozione che ho provato a scriverti questa lettera è stata troppo grande.

Ti adoro, piccola SAMANTA

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 15 Luglio 2006 da solitudine119

La solitudine

La stragrande maggioranza degli scienziati sociali considera la solitudine un tipico inconveniente delle società contemporanee, una disfunzione da correggere, un morbo da debellare. La solitudine significa isolamento, mancanza di affetti e di sostegno concreto e psicologico, disadattamento, magari insufficiente acquisizione delle abilità sociali. Una condizione inadatta all'uomo, che, come diceva Aristotele, è un "animale sociale".

Ci presentano le loro statistiche in cui correlano la solitudine alla cattiva salute, alla depressione, al suicidio.

A loro modo hanno ragione. Esiste, oggigiorno, una solitudine subìta. E' quella dell'anziano abbandonato, che non ha le risorse economiche o psicologiche per farcela da solo, che non ha più progetti, che è d'intralcio all'edonismo e al produttivismo familiari. E' quella del giovane che non trova ascolto all'interno della famiglia e che non riesce ad adeguarsi al conformismo del gruppo dei pari, o che deve misurarsi con istituzioni obsolete e con prospettive per il futuro almeno incerte. E' quella della donna, relegata magari in casa in un ruolo che non riconosce come proprio, prigioniera di pregiudizi e di consuetudini ormai estranee al suo modo di sentire.
Può essere quella del lavoratore estromesso precocemente dal mondo produttivo, governato dalle sue ferree leggi, che non trova la solidarietà dei coetanei, che non si sente capito o che magari si colpevolizza ingiustamente.
E' senz'altro quella che riguarda, almeno qualche volta nel corso dell'esistenza ciascuno di noi: ci capita di ritirarci sdegnati e confusi nella solitudine perché a disagio in un mondo che corre velocissimo, incapaci di tener dietro a tutti i cambiamenti, le scadenze, le ideologie, i valori e le norme che si accavallano vorticosamente.

Certo le città moderne, concepite ormai soltanto per incanalare il traffico automobilistico e il convulso stile di vita contemporaneo non facilitano i contatti sociali. Le comunità, dove sperimentare la solidarietà sono, purtroppo, soltanto un'utopia sociologica. Lo sviluppo economico sembra aver selezionato un tipo d'uomo la cui psicologia ruota attorno alla propria ristretta cerchia familiare e al proprio tornaconto. La competitività, che non ammette respiro, non favorisce le occasioni conviviali di incontro, di dialogo, di festa. In una società in cui nessuno è veramente arrivato, non c'è tempo da dedicare all'amicizia e alle stare insieme.

La solitudine è, dunque, sì patologia, ma sarebbe un errore considerarla soltanto sotto questo aspetto. Esiste anche il rovescio (in questo caso il dritto!) della medaglia. La solitudine può essere anche una meravigliosa opportunità di sviluppo e di benessere interiori. Un'occasione preziosa da sfruttare. Una condizione cercata anziché subìta.

A parte le differenze temperamentali fra gli individui, per cui ci sarà sempre chi desidera una vita piena di contatti e chi un'esistenza più raccolta, difficilmente alcune attività umane potranno svolgersi al meglio e con soddisfazione senza il verificarsi della solitudine.
Non esiste creatività artistica senza concentrazione e isolamento. Lo scrittore, il pittore, il pensatore, il compositore abbisognano nel loro lavoro di grande raccoglimento. Ma forse tutte le attività umane, che impegnano attivamente le nostre facoltà, necessitano di solitudine, fossero pure il giardinaggio o l'alpinismo. Lo studio, la riflessione, l'introspezione, la lettura vengono meglio se ci isoliamo dalla "pazza folla".

L'incapacità di stare almeno qualche ora della giornata da soli, la dipendenza dalla presenza degli altri, può essere, quella sì, la spia di qualche malessere interiore, di qualche inadeguatezza personale.
Sono gli stessi psicologi, che sottolineano come l'acquisizione stessa della maturità psicologica, l'autorealizzazione personale, l'autenticità ci spingano con forza , in più di un'occasione nel corso dell'esistenza, a starcene, almeno per per qualche tempo, da soli.

 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 14 Luglio 2006 da solitudine119

Figli e separazione


La separazione e il divorzio indicano la fine del matrimonio, dell'unione di due adulti, ma non la fine della relazione tra figli e genitori. I figli hanno bisogno dell'amore continuo e del supporto di entrambi i genitori. Ciò significa che i genitori devono essere capaci di collaborare tra di loro sui progetti per i loro figli. Ciò implica fare il salto dall'essere compagni nel matrimonio all'essere compagni nella genitorialità (un po' più che soci d'affari). Molti genitori non si destreggiano bene e alcuni determinano più sofferenza nei figli che sono già addolorati per la separazione.

Il modo in cui i genitori si occupano della separazione e del divorzio ha un enorme effetto sul modo in cui i figli affronteranno le loro vite. Il processo di separazione
La separazione implica lo stesso processo a cui vai incontro quando muore una persona amata: è il processo dell'afflizione. Questo processo è doloroso e per alcuni genitori può essere necessario molto tempo, anche anni, per venirne fuori. Benché le persone lo sentano in maniera diversa, molti attraversano:

  • shock e diniego - le cose sono molto disorientanti, ed è difficile credere (o forse non vuoi credere) che la separazione stia realmente avvenendo
  • tristezza - forte senso di perdita, a volte rammarico, a volte senso di colpa
  • rabbia e biasimo - a volte accusiamo noi stessi, il nostro partner o qualcun altro (che abbiano avuto qualcosa a che fare con la situazione o meno)
  • determinazione o andare avanti - accettare la situazione, adattarsi alla vita e proseguire così!
Come reagiscono i figli

I figli attraversano lo stesso processo di afflizione. Comunque, poiché probabilmente non capiscono veramente perché sta accadendo tutto ciò, spesso si sentono:
  • scioccati
  • arrabbiati e tristi per la perdita di una famiglia unita
  • abbandonati o respinti dal genitore che se ne va
  • timorosi che se un genitore se ne è andato potrebbe andarsene anche l'altro
  • confusi sul fatto che sia giusto amare il genitore che non vive più con loro
  • colpevoli, perchè pensano che la separazione debba essere in qualche modo responsabilità loro
  • arrabbiati con il genitore che non vive con loro.
I figli spesso non conoscono il modo per esprimersi chiaramente, perciò mostrano il loro dolore in maniere diverse. Di conseguenza possono:
  • divenire aggressivi o capricciosi
  • ritirarsi
  • diventare 'aderenti'
  • agire in maniera infantile per la loro età (ad esempio, i bambini che si erano abituati alla pulizia possono ricominciare a bagnarsi o sporcarsi)
  • avere incubi, o avere difficoltà ad andare a dormire
  • cambiare le loro abitudini alimentari.
Come si possono sentire i genitori

Come genitore tu ti puoi sentire:
  • esausto o pieno di risentimento per le responsabilità giornaliere nel fare il genitore da solo
  • confuso per il comportamento dei tuoi figli
  • arrabbiato, se credi che l'altro genitore sia inaffidabile o disonesto
  • solo, se i tuoi figli non stanno con te
  • timoroso che i tuoi figli non vogliano stare con te e preferiscano l'altro genitore
  • preoccupato nell'affrontare il procedimento legale
  • bene perché hai fatto progetti per dividersi le responsabilità e prendersi cura delle necessità dei figli
  • contento di poterti divertire con tuo figlio
  • felice di avere più tempo libero.
Cosa dice la legge

Gli ''Atti di Legge della Famiglia'' non parlano di 'diritti dei genitori', ma di responsabilità dei genitori e diritti dei figli.
  • Entrambi i genitori hanno la responsabilità della continuazione delle cure, del benessere e dello sviluppo dei bambini. Le decisioni importanti sulla salute, la scuola, la religione e le decisioni legali (es. fare un passaporto al figlio, cambiargli il nome) devono essere prese da entrambi i genitori.
  • I figli hanno il diritto di conoscere ed essere curati da entrambi i genitori.
  • I figli hanno il diritto ad un contatto regolare con entrambi i genitori (e altre persone particolari, inclusi altri membri della famiglia).
  • Nel prendere decisioni per i figli, la più importante considerazione da tenere presente è fare gli interessi del bambino (non quelli del genitore).
  • I genitori dovrebbero tenere in considerazione il punto di vista dei figli.
  • I figli hanno bisogno di protezione da qualunque danno, incluso l'assistere a violenze.
  • Le decisioni sui figli dovrebbero essere basate sulle condizioni particolari di ogni figlio.
Di cosa hanno bisogno i figli

Tutti i figli devono sentirsi amati da entrambi i genitori. I genitori devono pensare prima ai bisogni dei figli e poi ai loro. I figli hanno bisogno di sapere che i genitori sono ancora pronti a badare a loro e ad essere coinvolti nelle loro vite.

Da 0 a 2 anni
I figli:
  • dipendono molto da chi si prende cura di loro
  • saranno quasi certamente molto dipendenti fisicamente ed emozionalmente dal genitore che maggiormente si è occupato delle cure giornaliere; la separazione da questa persona per un lungo periodo può essere estremamente traumatico per il bambino
  • hanno un concetto del tempo molto differente dagli adulti; alcune ore possono sembrare un'eternità; anche il mondo della notte può essere diverso (e pauroso) per loro
  • possono essere molto sensibili ai conflitti tra i genitori
  • fremono per il genitore assente, specialmente se è quello a cui si sentono più attaccati
  • hanno bisogno di periodi brevi ma frequenti di contatto. Una visita di una notte è spesso troppo stressante. Quando il genitore vicino non era in precedenza veramente unito al figlio, potrebbe essere utile che l'altro genitore fosse presente, almeno all'inizio. Se ciò è troppo difficile, può aiutare ad alleviare la situazione qualcuno con cui il bambino si senta a suo agio.
Da 3 a 5 anni
I figli:
  • sono un po' meno dipendenti dai loro genitori
  • in genere hanno una comprensione elementare di ciò che comporta una separazione; può sembrare come una grande crisi
  • hanno più senso del tempo dei bambini più piccoli, ma un breve periodo di tempo sembra già molto più lungo che per gli adulti
  • spesso fremono per il genitore assente - cose come foto o telefonate possono essere degli utili ricordi
  • possono sopportare di stare lontani dal genitore addetto alle cure di notte, se vengono preparati bene; il conflitto tra i genitori può rendere i bambini meno propensi ad affrontare il contatto di una notte
  • sono sensibili al fatto che un genitore critichi l'altro, tendendo a percepire ciò come critica verso di loro
  • spesso inventano ciò che non capiscono. Possono parlare di ciò che sperano come se fosse vero, cosicché tu non puoi sempre prendere per vero tutto ciò che dicono . . . mentre non dicono bugie, possono però dire la loro verità piuttosto che la tua.
  • L'effetto di un continuo disaccordo

    Il conflitto nelle famiglie è normale. E' ciò che ci permette di imparare ad affrontare le controversie nel mondo esterno. A seconda di ciò che capita nella tua famiglia, si può imparare ad affrontare bene i conflitti. D'altra parte possiamo imparare modi negativi di utilizzare il conflitto o apprendere a evitarlo completamente. I bambini sono molto sensibili allo scontro tra i genitori, e possono essere influenzati pesantemente da un conflitto che continui dopo la separazione. Le ricerche mostrano molto chiaramente che il conflitto tra i genitori è il fattore più critico che influisce sull'adattamento dei figli dopo la separazione. I Figli che si sentono la 'carne nel sandwich' sono quelli che ottengono le maggiori conseguenze dal conflitto.
    Se il conflitto tra i genitori continua, i figli possono essere angosciati ogni volta che vanno da un genitore all'altro. Possono sentirsi spinti a prendere posizione. Possono avere problemi scolastici in aumento, e, addirittura, il loro sviluppo potrebbe essere gravemente danneggiato.
    I figli che assistono ad un forte scontro o violenza tra i genitori rischiano di sviluppare dei problemi emotivi a lungo termine. L'effetto sui figli di vedere o sentire che un genitore viene offeso è analogo a quello di un'offesa verso di lui.

    Prendere le decisioni

    I genitori in genere conoscono i loro figli meglio di chiunque altro, e spesso sono nella migliore posizione per prendere decisioni su di loro. Comunque, fa parte dell'essere un genitore prendere decisioni importanti per il proprio figlio, in genere per il fatto che lui non è sempre in grado di capire o valutare tutti gli aspetti di un problema.
    A volte i genitori credono che i figli debbano farsi una loro idea di dove vogliono vivere e quando e quanto spesso vedere ogni genitore. I desideri e i pensieri dei figli devono sempre essere ascoltati, ma dover decidere cose così importanti come con chi vivere può creare un peso sui bambini prima che siano abbastanza maturi o esperti per affrontarlo. Più è maturo un figlio, più peso si può dare ai suoi desideri.
    Prendere decisioni forza i figli a scegliere tra i loro genitori. In genere ciò li fa sentire colpevoli del genitore con cui non hanno scelto di vivere. Alcuni figli scelgono di vivere con il genitore per il quale si sentono più dispiaciuti, non necessariamente quello con cui si sentono più a loro agio. Comunque, i figli generalmente desiderano aver diritto di parola nelle grandi decisioni che influiscono sulle loro vite.
    I figli che dicono di voler essere coloro che prendono le decisioni, quando ci pensano, realizzano che le scelte turberanno almeno un genitore.
    Spesso i figli che cercano di essere coloro che decidono lo fanno perché hanno paura che non lo voglia fare nessuno.

    Cosa possono fare i genitori

    Se un genitore non può rassegnarsi alla separazione, è probabile che anche i figli abbiano molti problemi ad accettare la situazione.
    • Lascia che tuo figlio sappia che tu sei triste o turbato dalla separazione. E' anche importante rassicurare i figli che stai bene e che le cose miglioreranno.
    • Cerca di evitare di criticare l'altro genitore con i tuoi figli - ciò li fa sentire obbligati a schierarsi. Se non riesci ad essere positivo, sii almeno neutro in ciò che dici. Tieni le tue critiche per parlare con un amico comprensivo.
    • Permetti ai tuoi figli di amarvi entrambi. Rendi chiaro per i bambini che loro non devono scegliere tra i due genitori.
    • Ricorda che i figli in genere cercano di accontentare i genitori. Uno dei modi in cui lo fanno è dicendoti ciò che pensano tu voglia sentire. 'Voglio stare con te' può significare in realtà 'Voglio stare con te, ma anche con l'altro genitore'.
    • Comprendi che i figli normalmente non respingono un genitore a meno che non pensino di non avere altra scelta. A volte, se il conflitto tra i genitori diviene insopportabile i figli possono rifiutare un genitore (in genere quello con cui non vivono) allo scopo di sopravvivere emozionalmente. Quando un figlio ha una relazione scarsa o brutta con un genitore, possono anche rifiutarlo.
    • Mostra che capisci i loro sentimenti nei confronti tuoi e dell'altro genitore.
    • Cerca di allontanare i tuoi figli dalle vostre dispute. Non chiedere mai a loro di fare da messaggeri. Non è mai una buona mossa 'spremere' i figli per avere informazioni sull'altro genitore.
    • Sii cortese e calmo nel 'cedere'. Il tuo comportamento nelle provocazioni insegna a tuo figlio come comportarsi nei conflitti.
    • Rassicurali che tu starai bene quando loro saranno via, e che sarai lì quando ritorneranno.
    • Ricorda che puoi avere una relazione molto buona con i figli quando non vivi con loro - infatti puoi diventare ancora più speciale per i tuoi figli perché il tempo che passano con te è prezioso.
    • Sii preparato al fatto che i figli ritornino irritati dalle visite all'altro genitore, specialmente se la separazione è ancora recente. Ciò può non significare che hanno avuto un brutto incontro - ma può essere che la visita ricordi loro che i loro genitori non stanno più assieme.
    • Stai attento ai differenti stili genitoriali. Le regole nelle due case possono non essere le stesse. I figli possono adattarsi a ciò. Comunque, è importante che i genitori non si insidino a vicenda e così confondano e disturbino i figli.
    • Introduci un nuovo partner gradualmente. Questo di solito è un momento difficile per tutti. I genitori spesso vogliono che i loro figli approvino il nuovo compagno. Ciò può fare pressioni sui figli. Non ti aspettare che loro accettino il tuo nuovo partner se stanno ancora soffrendo per la perdita dell'altro genitore e della famiglia unita.
    • Pensa e parla di come entrambi i genitori possono essere presenti ad eventi speciali, sport, ecc. Ciò è estremamente difficile quando c'è ostilità tra i genitori. A volte si vorrebbe mettere i sentimenti dei figli sotto ai propri.
    • Predisponi un 'piano genitoriale' su dove i tuoi figli dovranno vivere, sulla scuola, le ferie, la religione e la salute. (Perché ciò sia legalmente vincolante, devi registrare tali decisioni presso un giudice. Una volta registrate non potrai cambiarle senza il permesso del Tribunale.)

    Promemoria
    • Pensa prima alle necessità dei tuoi figli, piuttosto che alle tue.
    • Separa l'essere sposati dall'essere genitori . . . potrà essere difficile.
    • La migliore cosa che puoi dare ai tuoi figli sono due genitori che li amano e si occupano di loro.
    • Mantenere il contatto con i nonni e altri parenti aiuta i figli a sentirsi sicuri.
    • Ascolta e tieni conto dei desideri dei tuoi figli ma non dare a loro la responsabilità della decisione finale su cose importanti, ad esempio su dove vivere.
    • Lavorare assieme nell'interesse dei figli è uno dei migliori regali che puoi fare loro dopo la separazione.
    • Gli accordi sui figli dovranno essere cambiati di momento in momento seguendo la loro crescita e il loro sviluppo - non fissarli definitivamente.
    • Il modo in cui tu affronti la separazione ha un enorme impatto sul modo in cui i tuoi figli fronteggiano le loro vite.

l regalo più importante che puoi fare ai tuoi figli è il tuo amore. Ciò comporta far sapere loro chi sei come persona.
Significa dedicare loro del tempo e fare in modo di passare la maggior parte del tempo con loro.


 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 14 Luglio 2006 da solitudine119

Penso che l'amore non vada preso come un giocattolo che in qualsiasi momento può essere reso in frantumi, quindi come una cosa superficiale su cui tutti non vediamo di riuscire ad avere la meglio senza il minimo sforzo.
Uno dei problemi più grandi nel mondo, è proprio questo sentimento, intenso, come saper amare e saper essere amati. L'unica cosa che ci rende felici in questa vita, è proprio questo sentimento che nasce dal nostro profondo e che lo nutriamo fin da quando siam bambini.
Saper amare è una grande dote, che non tutti hanno e solo quei pochi riescono a sfruttarla al meglio rendendosi la vita come una cosa stupenda, paragonata a un uccellino che vola libero nel cielo, senza incontrare ostacoli, continuando il suo cammino sapendo che non è solo, ma accanto a lui c'è la persona più importante della sua vita; sarà grazia a questo se continuerà a volare indisturbato.
Un sentimento, che può parlare all'amore, è l'amicizia. Penso che tra due amici ci possa essere un amore fortissimo, che li tenga legati, ma non sempre questo amore è così forte, causando, la perdita della persona.
Molte volte tra due amici, senza quella scintilla che ti permette di superare quel sentimento, l'amicizia, che è diventato come un ostacolo che separa due persone e arrivare a quel sentimento più forte, l'amore, anche sapendo che si correranno dei rischi, mandando in frantumi tutto quello che si era creato.
Credo che una persona che provi qualcosa in più, non debba tenerlo dentro, perché in questo modo ci si farebbe solo del male; è vero che ciò può rovinare tutto una volta espulso, ma credo che se una persona ci tiene veramente, sarebbe disposta anche a sacrificare l'amicizia per conquistarla. Il più delle volte si finisce con la separazione o con il rifiuto, ma tutto ciò non deve influenzarci, perché partendo da un presupposto negativo, sono sicuro che non troveremmo il coraggio necessario per esprimere i nostri sentimenti. Questo ci causerebbe una crisi che dentro di noi viene paragonata a un bambino che dovrà vedere la luce per la prima volta, ed è così entusiasta di ciò, che non vede l'ora di abbracciare la persona che l'ha messo al mondo. Ma la nostra paura causa un dolore immenso, che a noi fa lo stesso effetto della madre che dovrà mettere al mondo il bimbo.
E' vero però che, quando questo bimbo vedrà la luce, la mamma però deve ammettere di essere stata grande e di non aver sofferto per niente, ma per dar vita alla cosa che ama di più.
Questo è come intendere l'amare, quel sentimento che dentro ci fa sentir male, e solo quando è fuori che ci permette di arrivare a una conclusione, anche negativa, vero, ma almeno puoi pensare che tu quello che potevi fare, l'hai fatto.

 
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 13 Luglio 2006 da solitudine119

Amore, amore, amore...ma l'amicizia che posto occupa? Sono due grandi sentimenti, ma penso che uno di "loro" non possa esistere da solo. Sono due grandi cose tra loro inscindibili. Se facciamo riferimento all'Amore, nel vero senso della parola e cioè quel grande sentimento che unisce due persone, credo che l'amicizia sia la base per costruire un rapporto; innanzitutto, perché la persona amata deve saper capire l'altra, deve essere un confidente, una persona con la quale si possono scambiare opinioni e imparare a vivere e a crescere insieme.
Un amico vero capisce tutto tramite uno sguardo, non c'è bisogno di parole. Un'amante, prima di designarsi tale, deve essere un "miglior amico"; entrambi sono indispensabili. Questi due nomi, messi insieme, sanno trasmettere qualcosa di bellissimo e di forte.
L'amicizia insegna ad amare e l'Amore rende amiche due persone.
Naturalmente è una cosa che deve avvenire in modo "bilaterale", dev'essere qualche cosa che tutti e due sentano dentro, altrimenti si trasforma tutto in sofferenza e dolore.
L'amicizia, di per se', non è vero amore, ma questo nascerà sicuramente col passar del tempo.

 
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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 12 Luglio 2006 da solitudine119

CIAO DOLCE LUNA NON ARRENDERTI, PERCHE' Le cose non sono sempre quello che sembrano..........

Due angeli viaggiatori si fermarono per passare la notte nella casa di una ricca famiglia. Era una famiglia di persone molto avare che si rifiutarono di far dormire i due angeli nella camera degli ospiti. Infatti concessero agli angeli solo un piccolo spazio fuori, nel duro e freddo pavimento del pergolato davanti alla casa. Mentre si preparavano come potevano un letto per terra il più vecchio degli angeli vide un buco nel muro e lo riparo'. Quando l'angelo giovane gli chiese perché, lui rispose soltanto "le cose non sono sempre quello che sembrano"
La notte dopo la coppia di angeli cercò riparo alla casa di una molto povera ma molto ospitale famiglia, dove furono accolti da un contadino e sua moglie. Dopo aver diviso con gli angeli il seppur poco cibo che avevano i contadini cedettero agli angeli i propri letti, dove finalmente i viaggiatori si poterono riposare comodamente.
Quando il sole sorse, la mattina dopo, gli angeli trovarono l'uomo e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, la sola loro fonte di sostentamento, giaceva morta nel campo. Il giovane angelo ne fu infuriato e chiese al più vecchio come avesse potuto lasciare accadere una cosa del genere.
"Al primo uomo, che pure aveva tutto, hai fatto un favore", lo accuso' "Questa famiglia seppure aveva pochissimo era pronta a dividere tutto, e tu hai lasciato la mucca morire!"
"le cose non sono sempre quello che sembrano"replico' l'angelo "quando eravamo nel cortile della villa ho notato che c'era dell'oro nascosto nel muro e che si poteva scoprire grazie a quel piccolo buco.
Siccome quell'uomo era cosi' avaro e ossessionato dal denaro io ho riparato quel buco, cosi' non avrebbe trovato anche quella ricchezza."
"Poi la notte scorsa quando dormimmo nel letto del contadino l'angelo della morte venne per sua moglie. Io invece di lei gli ho dato la mucca.

Le cose non sono sempre quello che sembrano.
" Qualche volta questo e' precisamente quello che succede quando le cose non sembrano andare come dovrebbero... ci sono persone che arrivano nella nostra vita e se ne vanno subito... qualche persona diventa un amico e rimane un po'...
lasciando bellissime impronte nel nostro cuore... e non le perderemo mai perché avremo avuto un vero amico!!!!!!!!!!
Ieri storia, domani mistero, il PRESENTE e' un regalo... L'AMORE SARà TUO............

 
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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 11 Luglio 2006 da solitudine119

QUESTO POST è DEDICATO A TE CHE CREDI TANTO ALLA MAGIA DEI SOGNI ,CIAO  luna 2283

Il Sogni ci parlano con un linguaggio cifrato che da millenni l'uomo tenta di tradurre. 

Ma i sogni non hanno solo un carattere magico; sono soprattutto preziosi messaggi della nostra parte più intima, porte per arrivare al nostro essere più profondo e più vero.

il  sogno ci rappresenta la nostra attuale situazione psichica e ci mette in relazione con problemi sepolti in profondità per una migliore conoscenza del nostro essere globale; ci illumina sulla nostra vita. Il cervello durante il sonno non deve prestare attenzione al mondo esterno e la mente onirica, utilizzando questo stato di calma e di disattenzione con l'ambiente, è in grado di trasmettere i suoi messaggi

Ci rivela i nostri problemi e le relative soluzioni. Le nostre paure, i bisogni, gli istinti, i conflitti e le ansie, le angosce, i desideri e anche il nostro stato di salute fisica
Scarica buona parte delle tensioni che si accumulano durante la giornata in seguito alla rimozione degli istinti.
Ci pone inoltre in contatto con energie interiori sopite, quindi inutilizzate, che vogliono venire fuori per farci dono della loro forza e delle loro risorse.
Appaga, sia pure con una risonanza ridotta, i bisogni e i desideri che rimangono insoddisfatti nella vita di veglia.
Stimola pensieri più realistici nei confronti di alcuni problemi e propone il programma adatto a realizzare le proprie aspirazioni.
Permette talvolta la visione del futuro, visione che può essere determinante per le proprie scelte.
I sogni hanno quindi infinite possibilità, ma vanno capiti, interpretati, decifrati, perché il nostro inconscio li traveste, li fa diventare icone complesse che richiedono una solida preparazione per essere tradotte.
Nel Talmud, complesso di dottrine ebraiche, si dice che: "I sogni non interpretati sono lettere aperte"; lettere che portano messaggi lontani e preziosi e che se non leggiamo forse non conosceremo mai.



 
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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 10 Luglio 2006 da solitudine119

L'amicizia equivale a dire voler bene ad 1 o più persone. Essere amici di qualche persona secondo me non significa amare veramente.
Per me essere amico/a di qualche ragazzo/a è molto diverso che dire amo lei/lui.
La parola amare, sempre per me, non si può paragonare ad un amico se, succede il contrario, si è molto di più che amici (mio caso).
L'amicizia è un rapporto che nasce sin da piccoli, si può essere amici della persona che ami ma quello non è solo un rapporto di amicizia c'è altro di molto serio.
Con un amico ti puoi confidare, puoi dire tutto quello che pensi e che credi sia giusto, puoi confrontarti con lui facendogli capire che può contare su di te in tutto e per tutto e che potete entrambi fidarvi della persona con cui state parlando.
Con la persona che amate, invece, non ci si può confidare come con un amico/a.
L'amicizia secondo me è alla base di un rapporto tra 2 persone ma che, nel momento in cui si decide di essere solo amici o più che amici questa parola assume significati diversi. Secondo me tra amici l'amicizia è: volersi bene; tra fidanzati l'amicizia è: vero amore!

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 09 Luglio 2006 da solitudine119

Dall'amicizia può nascere il vero amore?
Molte persone si pongono questa domanda e naturalmente ci sono opinioni completamente discordanti: c'è chi sostiene che può accadere, c'è chi sostiene di no e c'è chi non sa che cosa rispondere.
Io personalmente ritengo che da una bella amicizia possa nascere un grande amore. Quando conosci intimamente e profondamente una persona sai che tipo è e quale personalità ha.
Puoi essere sicuro che qualunque cosa gli confiderai egli non tradirà mai la tua fiducia, raccontando ad altri ciò che gli hai detto.
Inoltre questa persona non vorrà mai apparire ciò che non è solo per riuscire a conquistarti, ma anzi si comporterà in maniera naturale.
Conoscendola bene potrai apprezzare sia le sue qualità ma anche i suoi difetti sapendo che se non li avesse non sarebbe più quella persona a cui vuoi molto bene.
Riuscirai a capire perché si comporta in certo modo e apprezzerai anche quei piccoli gesti che potrebbero sembrare insignificanti.
Saprà sempre consigliarti per il tuo bene, non cercherà di metterti a disagio con gli altri, criticandoti, parlando solo dei tuoi difetti, di quello che potresti fare ma che non fai e di quello che fa di cattivo solo perché è gelosa o ha paura di perdere la tua amicizia.
Anzi ti loderà, dimostrerà che persona speciale sei e che è orgogliosa di avere accanto a lei una persona come te.
Sicuramente anche tu lo conoscerai molto bene quindi anche tu riuscirai ad apprezzare sia i suoi pregi che i suoi difetto.
Non avrà paura di confidarti ciò che prova e ciò che ha fatto perché saprà che tu gli darai sempre la tua approvazione e il tuo sostegno.
Mentre ritengo che se ti innamori di una persona senza conoscerla, potrai essere attratto solo dal suo aspetto fisico e non dal carattere o delle sue qualità"

 
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 08 Luglio 2006 da solitudine119

 
L'AMICIZIA E L'AMORE



L'amicizia e l'amore sono importantissimi per la vita umana. possiamo dire che nessun essere umano può farne a meno e d'altra parte tutti ne conosciamo - chi più chi meno, direttamente o indirettamente - l'influenza sulla nostra vita. Certo, vi sono persone più "fortunate" perché sembrano essere amate da tutti e circondate da amici, mentre altre, "sfortunate", sono sole, senza amicizie e amori; eppure, oserei dire che non è tanto importante essere amati, sentirsi circondati dall'affetto altrui, quanto piuttosto amare ed essere amici nei confronti degli altri. Se infatti aspettiamo di incontrare l'amore, se andiamo alla ricerca dell'amicizia, difficilmente o mai riusciremo a realizzare la nostra naturale esigenza; se invece non ce lo poniamo come mete ma cerchiamo di viverle entrambe in prima persona, cominciando noi ad amare ed a dimostrarci amici, è molto probabile che saremo ricambiati e quindi la nostra vita sarà ulteriormente arricchita da quelle esperienze.

Tralascerei come al solito di definire in qualche modo l'amore e l'amicizia: mi interessa di più viverle concretamente. Fanno parte della vita umana e, come tutte le esperienze, non sono mai comunicabili interamente a parole ma soltanto partecipabili da chi li vive. Non dobbiamo dimenticarlo, visto che stiamo occupandoci di tutte quelle realtà - l'io, l'amicizia, l'amore, la paura, l'angoscia, il male, la felicità, la morte - che fanno parte integrante della vita umana e dunque riguardano tutti molto da vicino. Possiamo perciò discuterne fin che vogliamo, ma poi, per affrontarle nel modo migliore, con un po' di "saggezza", è consigliabile poterle vivere.

 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 07 Luglio 2006 da solitudine119

 

 

Gli oggetti d’amore

L'amore non è soltanto una relazione con una particolare persona: è un'attitudine, un orientamento di carattere che determina i rapporti di una persona coi mondo, non verso un "oggetto" d'amore. Se una persona ama solo un'altra persona e è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico, o un egotismo portato all'eccesso. Eppure la maggior parte della gente crede che l'amore sia costituito dall'oggetto, non dalla facoltà d'amare. Infatti, essi credono perfino che sia prova della intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona "amata". Questo è lo stesso errore di cui abbiamo già parlato prima. Poiché non si vede che l'amore è un'attività, un potere dell'anima, si ritiene che basti trovare l'oggetto necessario e che, dopo ciò, tutto vada da sé. Questa teoria può -essere paragonata a quella dell'uomo che vuole dipingere ma che, anziché imparare l'arte, sostiene che deve solo aspettare l'oggetto adatto, e che dipingerà meravigliosamente non appena lo avrà trovato. Se io amassi veramente una persona, io amerei il mondo, amerei la vita. Se posso dire a un altro "ti amo", devo essere in grado di dire "amo tutti in te, amo il mondo attraverso te, amo in te anche me stesso".

Dicendo che l'amore è un orientamento che si riferisce a tutto e non a uno, non voglio dire che non ci siano differenze tra le varie forme d'amore, legate all'oggetto amato.

 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 07 Luglio 2006 da solitudine119
Foto di solitudine119

Cos'è l'Amore


La via verso la felicità attraverso l'Amore:
Io ti amo non importa chi tu sia, cosa pensi, cosa dici o cosa fai!




Definire l'Amore come quello stato d'animo, quel sentimento che comporta benessere, felicità, liberazione dai conflitti interiori ed esterni e che esprime le proprie manifestazioni mediante l'affetto, la solidarietà, la compassione non è affatto azzardato. Del resto chi non intuisce, anche se in maggiore o minore misura, che l'Amore è qualcosa di nobile, sublime, meraviglioso?
Tuttavia, se l'Amore significa qualche cosa di molto bello, appagante e positivo per l'esistenza, come mai l'Umanità, pur disponendo di tale dote, vive in un diffuso malessere e in una conflittualità permanente, mentre ricorrendo al utilizzo massiccio dell'Amore (patrimonio latente in ciascuno di noi), ovviamente ne scaturirebbe una qualità di vita meno traumatizzante, più serena e più felice?
Sicuramente c'è qualche ostacolo, non di poco conto, a  impedirci di percorrere la strada dell'Amore per raggiungere, noi esseri umani il traguardo di una sussistenza ideale, tanto agognata e inseguita.
Perciò, sarebbe molto importante, essenziale, che ognuno ci riflettesse sopra, cercando di sondare in profondità i propri sentimenti per scoprire la risposta. Cominciando, per esempio, dalla domanda: e se la chiave per conoscere e vivere l'Amore consistesse nel ribaltamento del criterio "il mio benessere, la mia felicità dipendono da quanto io sono amato" (al quale l'essere umano almeno fin qui, è portato, educato, abituato; ritenendo, talvolta, da sempre che questa modalità sia inequivocabile).
Capovolgendo il concetto, ne risulta che: "La mia felicità, il mio benessere dipendono dalla dimensione in cui io amo".



Non importa alcunché
chi veramente tu sia,
cosa fai, cosa dici o cosa pensi,
lo stesso ti amo donna,
ugualmente ti amo uomo.
L'Amore che mi pervade
amando i simili a me
porta gioia al mio cuore,
irradia luce ai miei occhi,
arreca pace alla mia mente.



Sicuramente il vero Amore lo conosce chi lo crea,
chi ama e non chi è amato



 
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