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Il papà di Giovanna (Pupi Avati, 2008)

Post n°38 pubblicato il 17 Settembre 2008 da blogiulia
 

E' un film che mi ha molto colpito per la drammaticità della storia. Arrivare a piangere per tutto il film (come ha dichiarato Piera Detassis, direttrice di Ciak) mi sembra però un'esagerazione che puzza di campanilismo.
Pupi Avati decide di raccontare la tragica vicenda di un'umile famiglia bolognese composta dal padre insegnante di disegno (Silvio Orlando), la madre bella e poco considerata (Francesca Neri) e la figlia bruttina e un po' fuori di testa (Alba Rohrwacher). Il morboso tentativo del padre di riscattare l'insicurezza e la stranezza della figlia, all'interno di un precario equilibrio familiare, porterà ad una tragedia quasi annunciata.
Il film a mio parere non è mai noioso e ogni aspetto sia psicologico che narrativo viene sempre tratteggiato con estrema precisione.
Molti hanno criticato l'ambientazione fascista, ma a me la cosa non ha disturbato per niente. Anche nella seconda parte, quando l'accento sulle vicende storiche si fa più forte, non ho avvertito che la storia centrale venisse messa di lato.
Da sottolineare la bravura di Silvio Orlando nell'interpretare un ruolo così difficile e carico di pathos (Non a caso vincitore della Coppa Volpi a Venezia). La stessa cosa va detta anche per Alba Rohrwacher, tenera e macabra allo stesso tempo. Mi dispiace per Francesca Neri che si conferma bella ma non brava.

Voto 7

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Commenti al Post:
rignof
rignof il 17/09/08 alle 12:00 via WEB
Se lo scopo del film era far sprofondare lo spettatore in una dimensione drammatica, allora risulta ben riuscito. Non mi sento di giudicarlo toccante, commovente o realistico. Mi è sembrata una forzatura quella di applicare un tipico profilo psicologico dei giorni d'oggi, l'assassino affetto da turbe psichiche, a un periodo storico in cui i delitti, molto più frequentamente, erano passionali, commessi da soggetti maschili e soprattutto con lucidità. Anche l'apporto di una consulenza psichiatrica nel contesto giuridico mi convince poco...non credo che a quei tempi si parlasse di psicologia forense, ma potrei anche sbagliarmi. Bella la fotografia del film. Voro ultimo 5 e 1/2
 
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