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Ex (Fausto Brizzi, 2009)

Post n°95 pubblicato il 03 Marzo 2009 da blogiulia
 

Locandina Ex

Sei storie di coppia che intrecciano amore e odio, divorzi e riconciliazioni...

Contrariamente a quanto molte recensioni affermino, credo che Fausto Brizzi si sia ispirato più a Manuale d'amore che a Love actually. La mediocrità di questa stiracchiata commedia è sicuramente più vicina all'imbarazzante  film di Veronesi che al simpatico e gradevole film inglese.
Devo ammettere che ogni tanto si ride di gusto, ma il profilo generale del film è mediocre: pessima recitazione dei più, pessima gestione degli attori, scenografie imbarazzanti e alcune trovate narrative da recita scolastica.
Fausto Brizzi si conferma un regista che cavalca l'onda del successo dei film da "teenagers" senza nessun merito oggettivo. Il pregio di una commedia divertente ma non volgare (distante dal filone cinepanettone) viene annullato da una sceneggiatura piatta e banale.
Speravo in qualcosa di meglio visti i giudizi positivi espressi da più parti, ma sono stata notevolmente delusa.
Voto 5

Trailer

 
 
 

The Reader - a voce alta (Stephen Daldry, 2008)

Post n°94 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da blogiulia
 

Locandina The Reader

Nella Germania del secondo dopoguerra il quindicenne Michael Berg avvia una breve storia d'amore e di sesso con una misteriosa donna molto più grande di lui, Hanna Schmitz. Questa relazione si rivelerà importantissima per entrambi.

L'ennesimo film su nazismo e olocausto degli ultimi mesi. Per la precisione il terzo dopo "Il bambino con il pigiama a righe" e "Operazione Valchiria". Ognuno di questi film affronta un aspetto diverso della questione, ma il più originale e controverso è sicuramente The Reader. E' vivido il senso di colpa e l'amara responsabilità del popolo tedesco che, dopo anni dalla fine della seconda guerra mondiale, continua a chiedersi come abbia potuto accettare i crimini del nazismo. E' difficile tornare alla vita normale portando dentro un tale peso sia per chi viene giudicato colpevole ma anche per chi non si troverà mai davanti ad un tribunale. Cosa può realmente fare la giustizia davanti a tanta crudeltà ed ignoranza?
Forse la vera colpevole di questo film è appunto l'ignoranza, che non consente di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, che non consente di capire il mondo. Nessuna giustificazione però. Gli errori si pagano con la disperazione, con la morte, con la galera o con l'eterna infelicità.
Direi il film più completo della cinquina dei nominati all'Oscar.
Kate Winslet ha ricevuto l'ambita statuetta come miglior attrice protagonista, e non avevamo dubbi. Ormai l'Academy premia solo le attrici che siano disposte a imbruttirsi ingrassando o invecchiando. Non che la Winslet non se lo meriti, per carità... ma in "Revolutionary Road" era su altri livelli, eppure niente nomination. Bah!

P.S.: ma quant'è brutta la locandina italiana?!

Voto 8

Trailer

 
 
 

Il curioso caso di Benjamin Button (David Fincher, 2008)

Post n°93 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da blogiulia
 

Locandina Benjamin Button

Benjamin Button nasce vecchio e muore neonato. Il tempo per lui scorre al contrario, lui non invecchia con l'avanzare dell'età, ma ringiovanisce.

Vi dirò la verità, questo film mi ha deluso. Mi aspettavo un vero capolavoro e sono rimasta interdetta. David Fincher si cimenta con un film difficile, sia nei temi che nella realizzazione. Il soggetto era già stato adocchiato nei primi anni novanta da Spielberg e da Ron Howard, ma i tempi non erano ancora maturi per ottenere un risultato accettabile. L'uso degli effetti speciali è massiccio: la faccia di Brad Pitt doveva non solo essere invecchiata ma anche "applicata" al corpo di bambini o di nani per interpretare Benjamin da piccolo.
E l'accento sulle tecniche digitali è stato tale che si è persa un po' la bravura di Brad Pitt. Negli ultimi anni abbiamo imparato ad apprezzare la sua autoironia e le sue interpretazioni più divertenti (vedi Ocean's 11-12 e Burn After Reading). In questo film invece non aggiunge nulla al personaggio, tranne il suo indubbio fascino rappresentando Benjamin all'età che Pitt ha nella realtà (45).
Da menzionare, invece, la bravura e la bellezza di Cate Blanchett; splendida ballerina dalla pelle di porcellana (anche questa, credo, digitale) e appassionata amante.
La storia è sicuramente avvincente e particolare nei suoi continui rimandi alla nascita, alla morte e all'inesorabilità del tempo che passa. Ma i motivi per cui questo film non mi è piaciuto sono essenzialmente tre:
1. L'effetto straniante dato dall'aspetto di Benjamin non mi ha permesso di provare compassione empatica (come credo fosse scontato) ma ho spesso provato disgusto. Questa accennata pedofilia (ovviamente non reale) rende il film amaro.
2. La scelta di raccontare tutta la storia di Benjamin come un lungo flashback dal letto di morte di una ormai vecchia Daisy (Cate Blanchett). Scelta tipicamente americana e ormai trita e ritrita (un esempio su tutti Titanic).
3. L'eccessiva lunghezza del film. Molte parti potevano essere omesse o sfoltite a vantaggio di una maggiore cura del tema centrale.

Voto 6 

Trailer

 
 
 

Frost/Nixon - Il duello (Ron Howard, 2008)

Post n°92 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da blogiulia
 

Locandina Frost/Nixon

Cronaca della più famosa intervista televisiva della storia americana: il duello tra Nixon, uscente Presidente degli Stati Uniti dopo lo scandalo Watergate, e David Frost, popolare anchorman inglese dedito ai talkshow di intrattenimento e alle belle donne.

E' il 1977, sono passati tre anni dalle sue dimissioni ma Nixon non vuole arrendersi alla sconfitta; David Frost non ha grande successo e cerca la via del riscatto.
Le loro strade si incrociano nel duello che segnerà l'inizio di un nuovo modo di fare televisione e di fare politica. In campo ci sono due concorrenti che non potrebbero essere più diversi: Nixon è un animale della politica, un grande oratore, vanesio e carismatico; Frost ha il fiuto da entertainer, è modaiolo ed effeminato e conosce bene i meccanismi della comunicazione televisiva. In comune hanno, però, la voglia di vincere, entrambi lotteranno fino all'ultimo respiro per aggiudicarsi il match e la fama. Lo stesso Ron Howard li ha definiti "due gladiatori in un'arena, le cui armi sono le parole e le idee".
Il successo, nonostante le prime difficoltà, è assicurato: l'intervista a puntate diventerà il programma di informazione più seguito di tutti i tempi della tv americana con oltre 45 milioni di spettatori.
E' l'inizio della politica come "messinscena mediatica". Basta un labbro sudato per giocarsi la carriera politica, parola di Nixon. Chi, dopo più di treant'anni, non rivede la politica attuale, con i suoi finti ed accattivanti sorrisi, con i suoi lifting, con i suoi trapianti di capelli, con le sue first lady belle e alla moda?
Howard è sicuramente un regista talentuoso e questo film è davvero ben fatto. E' di grande interesse, ma non rimane impresso nella memoria. Mi stupisce la candidatura agli Oscar come miglior film dell'anno.

Voto 7

Trailer

 
 
 

Il dubbio (John Patrick Shanley, 2008)

Post n°91 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da blogiulia
 

Locandina Il Dubbio

Bronx, 1964. Suor Aloysius (Meryl Streep), la rigida preside di una scuola religiosa, dopo la confusa confessione della giovane sorella James (Amy Adams), è convinta che padre Flynn (Philip Seymour Hoffman) stia prestando troppa attenzione al piccolo Donald Miller, il primo studente nero della scuola.

Il film di J. P. Shanley è tratto dalla sua stessa pièce teatrale scritta nel 2004, nel bel mezzo dello scandalo pedofilia che coinvolse molti preti americani.
E' candidato a cinque premi Oscar, quattro dei quali riservati alle prove interpretative degli attori: M. Streep e P. S. Hoffman come protagonisti, A. Adams e Viola Davis (nel ruolo della madre del bimbo nero) come non protagoniste.
Il dubbio del titolo pervade tutta la pellicola: il prete si sarà veramente macchiato di questo orrendo crimine? Il regista non fornisce chiavi di lettura precise e lo spettatore rimarrà con questo enigma irrisolto. Sarà però portato a riflettere sull'intolleranza, sul valore della maldicenza (o del pettegolezzo) capace di distruggere anche senza fondamento la vita di una persona.
Il regista/sceneggiatore offre qualche spunto interessante, soprattutto nella scena del dialogo fra la madre del bambino nero e la preside, in cui il concetto di relativismo morale viene spinto all'estremo.
Nel complesso, però, il film risulta pesante, ai limiti del noioso. Se nel primo tempo si riesce ad appassionarsi alla costruzione dell'intreccio, nel secondo tempo regna la stasi.
Sono rimasta un po' delusa, credevo di vedere un bel film...

Voto 5

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