Giulio era mio compagno di liceo, eravamo amici, come si è amici a
scuola, compagni di scazzottate, di ricerca disperata di fanciulle e di
vicendevoli giustificazioni alle interrogazioni. Arrivati
all'università ci siamo persi di vista, quattro anni fa, più o meno, è
finito a Rebibbia per affari che non ho intenzione di raccontare.
C'è
una cosa che mi dice ogni volta che lo sento: "Io sono molto, ma molto
più libero di te, mio caro, io a Rebibbia non devo procacciarmi il cibo
come fate voi precarietti da baraccone e da savana o da produzione
impellente, sono libero di pensare, di leggere, di scrivere. Di
Sognare. Voi dovete portare a casa la centomila, dovete dire la vostra
nelle chiacchiere da bar per non restare emarginati, dovete schierarvi
con una falsa destra o una falsa sinistra, e credere in questa falsità
per non diventare un ignavo."Mi fa provare l'invidia vera, non
tanto per quello che mi dice, quanto perchè, nella sua posizione, è un
uomo che non ha più niente da perdere.Mi fa provare l'invidia della libertà totale e assoluta di chi non ha più niente da perdere.Mi viene da ridere e da piangere.In fondo cosa ho da perdere io? Ottocento euro al mese lorde di ipocrisia?
il mio call-center del cazzo? il mio matrimonio fallito, per scelta, ma
pur sempre fallito? Il mio rottame di Tipo o il mio bilocale nella
discarica della città?So che tanti di voi stanno pensando la stessa
cosa in questo momento "cosa ho da perdere pure io?" ma se ci guardiamo
bene dentro sappiamo tutti che non è così, non è mai così, perchè a
quelle ottocento al mese, a quel mestiere precario, a quel matrimonio
dal ricordo amaro e magnifico, a quella Tipo e a quel bilocale ci
teniamo da morire, anche se non lo ammetteremmo sotto tortura.
Questo
è parte del mondo, il mio, il tuo mondo. Non paesi lontani e oceani che
mai vedrai ma che ti auguro di vedere. E' tutto lì, nei tuoi ricordi
d'amore e nella tua vita, anche materiale. L'importante è che quella
vita non sia arrenda alla mediocrità.Mai scendere a compromessi,
mai patteggiare, questo è il tuo mondo, difendilo da chi vuole importi
il suo, con forza, e ricorda, un piede deve affondare sempre nel tuo
mondo, ma l'altro deve sempre essere puntato all'orizzonte, come lo
sguardo: Verso l'esplorazione degli altri mondi, restando solo nel
proprio, si resta poveri.Mi rimane l'invida per Giulio e il suo nulla da perdere.(Messaggio del 23 Aprile 2007)