Pazienza

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SULLA TERRIBILE GUERRA FRA I BUONI E I CATTIVIE dunque un giorno fra i buoni e i cattivi scoppiò la guerra. Prima di rivelare chi la vinse, analizziamo le cause e facciamo un passo indietro. In realtà i buoni non erano così generosi come il loro nome (“i buoni”, appunto) lasci credere. La loro bontà consisteva nell'evitare di rompere troppo le scatole al prossimo, occuparsi dei fatti propri anziché ficcare il naso in quelli altrui, ridere e scherzare senza prendersi troppo sul serio, eccetera. Per questo ad alcuni buoni talora (di rado) sorgeva il dubbio di non essere “i buoni” ma soltanto “i fessi”, e tuttavia si trattava di un dubbio passeggero: durava pochi minuti, come accadeva a tutti i dubbi peraltro assai frequenti nei buoni, che comunque poi per svagarsi tornavano alle loro innocue abitudini. Pure i cattivi non si comportavano poi tanto da cattivi, almeno secondo il senso comune di questo termine. Insomma non si poteva dirli feroci, violenti o crudeli, queste erano semmai le caratteristiche di una diversa e sanguinaria popolazione lontana, “gli stronzi”. I cattivi preferivano essere bugiardi, sleali, saccenti o invidiosi. La loro cattiveria quindi non si manifestava in aggressioni bensì nell'ambiguità dell'inganno. Inoltre i cattivi, a differenza dei buoni, non venivano mai sfiorati dal dilemma di essere in realtà non “cattivi” ma semplicemente “stupidi” - cosa sui cui avrebbero forse dovuto interrogarsi, come invece solevano i buoni, e come un tempo i buoni gli aveva suggerito di fare, con poca cautela ma molta cortesia, prima di esser cacciati a male parole. Ad ogni modo, i buoni di solito ignoravano i cattivi; un atteggiamento che però ai cattivi dava parecchio fastidio. Con tutte queste divergenze, venne l'inevitabile battaglia fra buoni e cattivi. I cattivi non erano granché come combattenti: risultavano più bravi quando dovevano raccontar balle o dimostrarsi antipatici. A loro volta i buoni, in guerra, nello scontro fisico, erano delle vere schiappe. Fu perciò un conflitto ridicolo. I buoni se ne stavano in disparte a tentar di capire come impugnare le armi. I cattivi li assalivano, ma da lontano e solo con insulti: per vigliaccheria esitavano ad affrontare il corpo a corpo, rimanevano dietro le trincee a lanciare minacce verbali, inascoltate dai buoni, distratti come sempre. Eppure alla fine vinsero i cattivi. Con un trucco banale: presuntuosi quali erano, proclamarono trionfalmente la vittoria nonostante l'evidenza plateale del pareggio. Sorpresi dagli squilli di tromba e dalle dichiarazioni solenni del nemico, i buoni, nella loro ingenuità, si arresero.Alzarono le bandiere bianche, e si consegnarono prigionieri.