Pazienza

faine


"Buona sera, Melampo." "Io non mi chiamo Melampo", rispose il burattino. "O dunque chi sei?" "Io sono Pinocchio." "E che cosa fai costì?" "Faccio il cane di guardia." "O Melampo dov'è? dov'è il vecchio cane, che stava in questo casotto?" "È morto questa mattina." "Morto? Povera bestia! Era tanto buono!... Ma giudicandoti alla fisonomia, anche te mi sembri un cane di garbo." "Domando scusa, io non sono un cane!..." "O chi sei?" "Io sono un burattino." "E fai da cane di guardia?" "Purtroppo: per mia punizione!..." "Ebbene, io ti propongo gli stessi patti, che avevo col defunto Melampo: e sarai contento." "E questi patti sarebbero?" "Noi verremo una volta la settimana, come per il passato, a visitare di notte questo pollaio, e porteremo via otto galline. Di queste galline, sette le mangeremo noi, e una la daremo a te, a condizione; s'intende bene, che tu faccia finta di dormire e non ti venga mai l'estro di abbaiare e di svegliare il contadino." "E Melampo faceva proprio così?" domandò Pinocchio. "Faceva così, e fra noi e lui siamo andati sempre d'accordo. Dormi dunque tranquillamente, e stai sicuro che prima di partire di qui, ti lasceremo sul casotto una gallina bell'e pelata, per la colazione di domani. Ci siamo intesi bene?"