...E POI, SILENZI.

Quando CREDERCI non basta (pił).

...la nostra ultima scena resterà quella: tu su un treno, dietro un finestrino, che mi guardi...io giù dal treno, sotto quel finestrino, che ti guardo...

Ieri...ieri te ne ho dette di tutti i colori...tutte, tutte quelle che meritavi... Ed ho l'unico rammarico che mi hai concesso solo un foglio bianco per dirtele... Perchè tu sei quello che respinge una chiamata e non si degna nemmeno di scusarsi e motivare... Ok, ma io non sono più quella che ti lascia passare tutto... Perchè il RISPETTO, con me, tu non sai dove sia casa...e a me questo non sta più bene...

...quanto ho lottato? Quanto? Non te ne sei mai reso conto, troppo preso a darmi per scontata, troppo convinto che tanto io ci sarei sempre stata, che dopo l'arrabbiatura di qualche giorno, sarei tornata... No, stavolta no, è tutto diverso.

Ho il cuore martoriato, lacerato, eppure non sento niente. Non fa male. Che forse sia davvero la volta definitiva? Sì...credo proprio di sì. Il fatto che non senta niente, sta solo a significare che quella parte in cui ci sei tu, è...morta. Una parte di me è morta. E' solo "vuoto da disperdere"... E la responsabilità è tutta tua.

In questo momento forse starai tornando su...non ti sei degnato nemmeno di chiamamarmi per farmi un saluto. Dopo ciò che ho fatto io la scorsa volta! Vedi? E' questo che mi manda in bestia... Che nei miei piani ci sei sempre, che per te mi prendo tempo, che io posso alzarmi presto una domenica mattina e prendere un treno per passare un'ora con te...ma tu...tu non sei capace nemmeno di vedere 5 min in meno i tuoi amici per salutare me! Finora ti ho sempre giustificato...ma stavolta NO. La rabbia è più grande e più forte di me...e non so se quella mail l'hai già letta ma...sì, quelle parole te le meritavi tutte, dalla prima all'ultima.

FINE DELLA STORIA.