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Post N° 498

Post n°498 pubblicato il 11 Agosto 2007 da soniamincuzzi

 

Merate: parla il padre della minore che
avrebbe tentato il suicidio: ``Non è vero
ma ora per mia figlia è tutto più critico``



Indignato. Il papà della minorenne cui è stato attribuito un tentativo di suicidio perché i genitori avrebbero osteggiato una sua relazione omosessuale è davvero indignato e preannuncia le vie legali. Per quanto non citata per nome e cognome, dicono il papà e il nonno, l’identità della ragazzina è facilmente identificabile e l’aver reso pubblica una circostanza (del tutto da provare) di un’inclinazione sessuale, viola clamorosamente la norma sui dati sensibili. Ancor più grave perché riferite a persona minore. E, ma qui è una questione di coscienza, perché tale minore vive già una situazione a dir poco delicatissima. Il primo a parlare è il papà: “ Io non ostacolo alcuna relazione di mia figlia. Questo deve essere chiaro. Aggiungo subito che non è mai stata accertata alcuna situazione di omosessualità. Con l`amica con la quale mia figlia ha stretto una forte amicizia, sicuramente alcuni comportamenti possono far pensare ma, ribadisco, in casa non ci sono stati ostacoli. Dispiacere, ovviamente quello c`è. Come genitore presumo sia il minimo sperare che i propri figli siano belli e sani, nessuno, dico nessuno, quando diventa padre e scopre che il figlio ha una malformazione anche lieve è felice. Ma dì lì a ostacolare ce ne corre. La mia famiglia sta vivendo una situazione certamente pesante. Ma non possiamo accettare né sopportare l’accusa di aver in qualche modo ostacolato i desideri di nostra figlia tanto da spingerla a tentare il suicidio. Ma chi ha scritto queste cose si rende conto della gravità? Ci sono padri e madri tra i giornalisti che fanno girare queste frasi sui giornali? Non posso credere che si faccia così per far scalpore, per vendere qualche copia in più senza provare un minimo di rimorso per i danni che si provocano su due genitori già in difficoltà e, soprattutto, su una ragazzina minorenne alle prese con tanti problemi”.
Prima di continuare e con l’autorizzazione del padre – è necessario chiarire che la coppia vive separata. Da giorni i due sono tempestati di telefonate di parenti e amici che chiedono notizie della ragazza pensando sia in fin di vita. Ovviamente, nulla di tutto questo. Qualcuno ancora domenica ha scritto che la minore sarebbe ricoverata nel reparto di psichiatria dell’ospedale. “Ora – riprende il papà – pensate che cosa può provare mia figlia leggendo queste bugie. Per fortuna che si trova in un Istituto in Piemonte dove questi giornali locali non arrivano. Venerdì sera l’ho sentita al telefono e ancora una volta le ho chiesto che cosa è successo e come mai ha esagerato con i farmaci che le sono stati dati proprio dalla struttura che avrebbe dovuto "curarla ". Sapete che cosa mi ha risposto: “Non so papà perché l`ho fatto. Così.. senza pensarci". Come vedete, non ha dato alcuna risposta che possa far pensare a un serio tentativo di suicidio. E meno che mai ha parlato di genitori che proibiscono. La nostra ragazza soffre di alcuni problemi. Non è proprio nostra figlia, l’abbiamo adottata. Mia moglie ed io siamo andati in Perù diciassette anni fa e dopo la lunga trafila siamo riusciti ad ottenere l’adozione e a portarla finalmente a casa. Da lì abbiamo iniziato un percorso insieme, un percorso tutt’altro che semplice per dare tutto l`amore necessario alla bimba. Purtroppo sette anni fa io e mia moglie ci siamo separati ed ora ognuno vive la propria vita. E come succede spesso in queste situazioni non mancano i contrasti. Nostra figlia, perché per noi è la nostra figlia, non ha voluto continuare gli studi, dove incontrava anche qualche comprensibile difficoltà; voleva imparare un mestiere e iscriversi a un corso per panificazione e pasticceria. Nonostante questo ha frequentato il primo anno di ragioneria poi ha abbandonato tutto. L`abbiamo iscritta in un istituto di suore a Lecco e da lì è iniziato il calvario. Ha conosciuto questa amica di Galbiate e, probabilmente con un carattere più forte del suo, ha iniziato a legarsi a lei. Con i genitori separati è facile che la figlia cerchi anche punti di riferimento fuori della famiglia. Probabilmente ha un bisogno forte di amicizia , amore e quant`altro possa servire per crescere da adolescente. Nell`istituto è avvenuto un fatto, sempre detto dalle suore, che alla scuola non è piaciuto. Secondo loro le ragazze avevano un comportamento non idoneo per il tipo di istituto e per questo hanno cercato di allontanarle o dividerle. Avrebbero voluto che le due ragazze frequentassero la scuola a settimane alterne.
Così un giorno l`amica di mia figlia è scappata dalla scuola. La mia no, era rimasta lì nell`istituto ma le suore chiamarono le forze dell`ordine, che hanno steso una prima relazione. E da quella notifica è iniziato il percorso alla rovescia verso la perdita dell’affidamento di nostra figlia.
Lei voleva stare sempre con l`amica del cuore e ogni tanto scappavano per uno o due giorni. Venivamo chiamati dai Carabinieri e dovevamo andare a riprenderla. Il tribunale dei Minori ha deciso di affidare la nostra bimba ai servizi sociali di Merate.
Noi come genitori abbiamo il permesso di vederla ma l’assistente sociale (. . . .) che l’ha presa in carico ha deciso prima per una comunità in Sardegna e ora per un istituto in Piemonte. Vi rendete conto delle spese che siamo andati incontro per poterla vedere, quando ci è stato possibile dopo un periodo di allontanamento totale?
Io lavoro ma, purtroppo e dico davvero purtroppo, ho un lavoro precario.
Lavoravo con una impresa di famiglia con mia moglie ma dopo la separazione ho lasciato quel lavoro e ora non posso permettermi grosse spese né di perdere questo lavoro.
Per aiutare la ragazza e cercare di avere con lei dei colloqui propositivi, facevo e chiedevo alla dottoressa (. . . .) di Retesalute un aiuto. Lei fissava appuntamenti alle 18 - 18 e 30. Ora, da quando hanno scritto del tentato suicidio, gli appuntamenti me li fissa alle 17, come se io non avessi un lavoro che spesso mi impedisce di essere a casa a quell’ora e, soprattutto, come se la dottoressa di Retesalute non fosse al corrente di questo mio problema. Con l`assistente sociale non è possibile avere un rapporto, non riesce a capire che i genitori possono e devono anche lavorare, come può affidarmi mia figlia dalle sette del mattino alle 19 di sera, in una settimana lavorativa, sapendo che poi, la ragazzina , potrebbe rimanere sola in casa e magari poter fare azioni contro se stessa?
E a quanto mi ha riferito mia figlia le avrebbe addirittura detto che io, il padre, non voglio tenerla con me. Ma ci si rende conto dei disastri che può provocare in una ragazzina già con tanti problemi, una frase del genere? Mia figlia me lo ha chiesto: è vero papà che non mi vuoi in casa? Ma no, non è vero, le ho sempre risposto. Proprio io che piuttosto che saperla in giro non so dove con la sua amica le dicevo di venire tutte e due a casa mia e le lasciavo parlare, discutere, ridere, giocare qui, nella mia casa. Ho però dovuto spiegarle che ora purtroppo vivo con un lavoro da precario che mi consente di tenerla con me nei fine settimana ma nei giorni lavorativi non riesco. Perché se perdessi anche il lavoro la situazione sarebbe ancor più difficile.
Sono un padre come tutti, provengo da una famiglia normale, meratese e conosciuta, così la mia ex moglie. Famiglie sane e di sani principi. Purtroppo le cose sono andate diversamente da come pensavamo. La nostra figlia è introversa, difficile, forse anche per il primo abbandono subito in Perù. Succede spesso ai ragazzi adottati vittime di abbandoni in paesi stranieri. Noi abbiamo fatto tutto quanto ci è stato possibile, ma ora veniamo additati come genitori degeneri che rifiutano l`omosessualità della figlia. E’ indegna questa cosa, non possiamo sopportarla. E poi la nostra figlia non ha mai detto di essere lesbica. Soffre di qualcosa di ben più profondo, che certo non fa notizia sui giornali, che non può essere usata per fare scandalo: soffre di una grave crisi di identità che la porta ed atteggiarsi in modi diametralmente diversi fra loro a seconda delle circostanze. E poi comunque a me personalmente non importerebbe se anche fosse omosessuale. Io voglio bene a mia figlia e quel che va bene a lei va bene anche a me. Piuttosto mi sono chiesto una cosa in questi drammatici giorni, durante i quali siamo stati esposti alla gogna: chi ha riferito le vicende che ci riguardano e che riguardano in particolare nostra figlia? La sua storia è nota solo ai servizi sociali e solo l’assistente sociale conosce i problemi della ragazza, sa dei suoi dubbi, delle sue crisi, delle sue inclinazioni autolesionistiche, conosce i suoi lunghi silenzi e il desiderio di dormire per non pensare. Quel desiderio che probabilmente l’ha spinta a prendere qualche pastiglia in più di quelle che le sono state prescritte. Ora qualcuno mi deve dare una risposta. Il Sindaco di Merate, l`Assessore ai servizi Sociale, l’assistente sociale. Qualcuno mi deve dire come sia stato possibile far trapelare cose tanto private e delicate.
Ricordo che la ragazza è minorenne, che è affidata proprio a loro e che i dati , anche di una vita sessuale privata, sono sensibili e se c`è la possibilità di una eventuale querela penso proprio che, d`accordo con il mio avvocato, la presenterò. Prima di concludere, devo invece ringraziare la Rianimazione di Merate che ha fatto capire a mia figlia che noi, io e la madre, eravamo accanto a lei. Che eravamo lì perché l`amiamo e che lei deve capire chi davvero prova amore e vuole solo il suo bene. Il medico rianimatore ha trovato parole di conforto per tutti e di incoraggiamento per nostra figlia che nemmeno uno psicologo esperto avrebbe saputo pronunciare. Parole semplici che hanno fatto tornare il sorriso sulle labbra della ragazza. Ora però ho un altro cruccio: tra pochi mesi sarà maggiorenne, che ne sarà della sua vita? Perché non ci hanno dato la possibilità, anche se in istituto, di starle più vicino, di vederla più spesso?
Io non posso sobbarcarmi troppe spese e oggi lei è là sola e ha bisogno di cose sue che, purtroppo, per costi e tempo non possiamo farle avere. Se invece che quella località del Piemonte, fosse qui vicino a Lecco, sarei da lei, potrei portarle le piccole cose che mi ha chiesto. Non è giusto. Anche se separati a nostra figlia vogliamo bene. Perché ci negano di starle vicino”?

La madre della ragazza è ancora troppo scossa per tutto quello che è successo e, con cortesia e gentilezza ha voluto solo precisare che: "Mia figlia non ha tentato il suicidio, assolutamente la sua non era la voglia di morire. Chi ha scritto certe cose addossando a me, ai genitori questo gesto, dovrebbe vergognarsi. Ora però devo pensare solo a lei, chi deve avere tutti i miei pensieri è solo lei. Prima di scrivere, prima di essere accusatori o ergersi a persone che sanno tutto, sostenendo beffardamente di sapere tutto di questa nostra difficile situazione da "fonte certa", ma quale "fonte certa"?, prima bisognerebbe chiedere alla famiglia. Mia figlia non è stata mai ostacolata dai genitori perchè mai ha detto di essere lesbica. La ragazza ha problemi che insieme anche ai servizi sociali stiamo cercando di capire e nessuno deve entrare in vicende tanto personali e, vi assicuro, molto dolorose. Appena mi sarò ripresa da questo brutto colpo cercherò di capire chi è questa "fonte sicura" e tutelerò fino in fondo la privacy di mia figlia che è minorenne. Chi è genitore sono sicura che commprende la mia sofferenza e condivide l`indignazione per quanto è accaduto. Prima di gettare fango su una ragazzina in difficoltà e sui suoi genitori bisognerebbe riflettere. Ma stiano sicuri, mi tutelerò e tutelerò la vita di mia figlia in tutte le sedi. E non credano di spaventarmi". Anche il nonno non si dà pace. Anche lui con grosse difficoltà personali vuol capire perché la nipote non sia stata affidata a un istituto vicino. “Io non posso più vederla ma neanche mia figlia e suo padre riescono a starle vicino. Ma se questi sono i risultati a che cosa è servito allontanarla da casa”?

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Commenti al Post:
silvia.to
silvia.to il 28/08/07 alle 09:44 via WEB
Da me si stà festeggiando, porta degli amici se vuoi, ciao Silvia
 
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La felicità

La felicità può essere svegliarsi al mattino
e accorgersi che il cielo è blu

Può essere il sorriso di un bambino...

...e mentre ti guardi allo specchio ti accorgi
che i tuoi occhi sono più verdi

La felicità può essere qualsiasi cosa
che conosci solo tu,
è un tuo segreto.

Ma non sempre si è felici nelle vita.

Una mattina puoi alzarti e non accorgerti
della bella giornata.

Anche il sorriso di un bambino
ti passa indifferente,

e mentre ti guardi allo specchio
respingi la tua immagine.

Non raccontarlo a nessuno;
non capirebbero perchè
stai piangendo.

Sonia

 

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