SONORO

Deserto dei Tartari contro Fascisti su marte


Tutto nasce tre giorni fa. Il film incomincia alle 9, fa parte di una rassegna ideata per celebrare le opere di Dino Buzzati, incuriosito mi ritrovo davanti al grande schermo di un auditorium con poltroncine dure e scomode  immagini scorrono nella mente come un deja'vu, qualcosa mi ricorda...un altro film visto di recente al cinema 2 o 3 mesi fa (era una prima visione).Del 1976 l'uno, del 2006 l'altro...drammatico il primo e commedia il secondo. Ma che diavolo hanno in comune?! niente si direbble, molto in realtà.Valerio Zurlini (correva l'anno 1976) traspone sul grande schermo un capolavoro della letterattura italiana scritto per mano di Dino Buzzati (Il desero dei tartari). Sull'altro fronte la pungente satira di Corrado Guzzanti, con il suo "Fascisti su marte", prende le mosse dagli esilaranti sketch televisivi con protagonisti un manipolo di  fedeli "arditi" del duce alla conquista del pianeta rosso.Ambientazioni sterili ed irreali. Questo a prima vista è il punto di raccordo tra questi 2 film lontani 30 anni.Il deserto (terrestre/marziano) appare in entrambe le pellicole non solo come luogo della solitudine e dell'introspezione ma anche come fucina dell'insanità, luogo misterioso che esalta la schizzofrenia umana, luogo alienante e alieno allo stesso tempo. Così il surreale si mescola al reale, l'immaginazione e il miraggio si confondono con la reale presenza di un'esercito (quello dei Tartari, e quello dei Mimimmi) la cui minaccia risulta tanto reale quanto fittizia (per inciso l'esercito dei mimimmi, che il Guzzanti trova su Marte, è composto da inerti pietre del tutto inoffensive). In breve l'allegoria dello "sconosciuto", delle paure umane, fanno la parte del leone in entrambi i film.
ok! ma la morale?!Epopea di una vita passata ad attendere un destino in modo inerte e passivo (questo è il deserto dei tartari) suona come un campanello d'allarme che fa riflettere sulla necessità di essere attivo protagonista della propria esistenza. In "Fascisti su marte" il vigore dell'uomo autodeterminante esalta l'essere artefice (attivamente) delle proprie scelte  nel bene e nel male se pur con accezione esclusivamente ironica..Che dire? Cerchiamo di prendere in mano la vita con determinazione..ma senza prenderci troppo sul serio!