Creato da montanariantonio il 01/01/2006
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Messaggi del 10/12/2016
La colpa è delle vittime, con la Teologia dell'imbroglio che imita il Marchese del Grillo. Ti fanno passare su un ponte, poi scopri che finisce in una brutta copia del muro di Berlino, non nella Porta della Misericordia o della Buona Creanza.
La filosofia degli smemorati è un perfetto ricettario di gastronomia esistenziale: le dimenticanze sono cotte e condite con un altro nome, il quale mira a rovesciare in faccia a chi subisce il torto, la colpa inesistente e perfettamente inventata.
Così, la vittima è sic et simpliciter trasformata in colpevole della più grande ignominia possibile, aver 'soltanto' raccontato la verità.
I fatti di ogni giorno sono sempre manipolabili con diverse ricette di gastronomia morale.
Se quei fatti sono oggettivamente riprovevoli per chi li compie, la colpa unica che viene ammessa è quella che riguarda voi, che non li accettate e li criticate.
Il ladro ruba, insomma, ma non sta bene dirlo, perché quel furto è correttamente finalizzato al soggetto che lo compie, mica a voi che ne siete danneggiati.
Esiste una speciale Teologia dell'imbroglio: chi è raccomandato può fare di tutto a vostro danno, ma guai se poi voi, la vittima, vi lamentate del torto subìto, perché l'unica cosa che vi è concessa è di stare zitti in quanto comandano "loro", e voi non siete niente, secondo l'antica lezione del Marchese del Grillo: "Io so' io, e voi non siete un ...".
Anche la democrazia, se praticata soltanto a parole, dunque può ammettere atteggiamenti assolutistici e mafiosi a tutela del Potente che li pratica.
Soltanto per caso (ma esiste un Caso, oppure tutto è sanamente preordinato?), ritrovo aprendo il computer una mia recente annotazione storica che riguarda un celebre studioso indigeno, che avevo battezzato prof. Invidio de Minimis per la tigna con cui attacca chiunque si occupi di cose che lui vorrebbe gestire in immacolata esclusività, senza contagi esterni.
Orbene costui appartiene ad un ramo particolare di quella Teologia dell'imbroglio, il ramo dell'ignoranza dei documenti, per cui se legge la conclusione di uno studio altrui, sentenzia che essa è improbabile, ma non si cura per nulla di leggere, prima di scrivere, le carte che hanno permesso di arrivare a quella conclusione.
Sia lodato l'imbroglio, sia glorificato il suo autore, e sia maledetto e calpestato nel letame chi pensa con la propria testa, legge i documenti oppure (addirittura) racconta cose vere.
Antonio Montanari
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