Creato da neruda74s il 20/01/2010

tutto un equilibrio

diario di viaggio

 

Se tu sapessi....

Post n°43 pubblicato il 04 Ottobre 2010 da neruda74s

Se tu sapessi con quanto amore seguo i tuoi passi
Se tu sapessi con quanto amore
asciugo le tue lacr
ime
Se tu sapessi con quanto amore
ti prendo per mano affinché tu non cada
Se tu sapessi con quanto amore ti guardo
mentre annaspi nel caos della vita
E ogni istante, minuto, ora
della giornata ti sono accanto.

In ogni tuo respiro prende vita il mio battito d'ali
In ogni tuo sguardo prende vita il mio sorriso
Vorrei volare assieme a te,
e forse un giorno lo faremo
quando sarai consapevole della tua divinità
aprirai le ali e volerai felice
capirai cosa sono, e quanto ti amo.

Ora non volo ma cammino assieme a te
a fianco a te. Io sono il tuo angelo
quello della tua anima, del tuo cuore
quell'angelo che ogni mattina ti sveglia con un bacio
e ogni notte, apre le sue ali per riscaldarti il cuore.

Io sono il tuo angelo,
quello che mai ti abbandonerà
quell'angelo che aspetta solo un tuo ...si....
per rivelarsi al tuo cuore.
(Anonimo)

 
 
 

"Gocce di pioggia"

Post n°42 pubblicato il 30 Settembre 2010 da neruda74s

  (Dal Web...)

          

            La nuvola avanzava lentamente: era piccola, poco più grande di un
            batuffolo di cotone. All'interno, due gocce di pioggia stavano
            litigando furiosamente. «Ti dico che dovevamo scendere su quel
            prato!», urlò l'una. «E così saremmo finite in mezzo al fango!»,
            ribatte l'altra. «Sua maestà ha paura di sporcarsi? Preferirebbe
            forse cadere in una boccetta di profumo?!», insistette la prima.
            «Sei sciocca e ignorante!», concluse la seconda. E rivolgendosi
            all'altra compagna che se ne stava pacifica e silenziosa ad
            osservare il paesaggio chiese: «E tu, cosa ne pensi?».
             Costei rispose: «Credo che ognuna di noi debba seguire le proprie
            aspirazioni, ricordandoci che il mondo ha bisogno di noi».
            «Giusto!», intervenne la prima, «Ognuna pensi a se stessa!»,
            travisando così le parole della compagna saggia.
            La prima a lasciarsi scivolare dalla nuvola fu proprio lei. Vide uno
            scoglio e decise di andare a crogiolarsi al sole. Fatto sta che,
            poco dopo, cominciò a sudare e all'improvviso scomparve. Di lei non
            restò più nulla, neppure il segno sulla roccia.
            La seconda, vedendo l'oceano, pensò: «Qui non mi mancherà la
            compagnia!» e si lasciò scivolare. Per qualche tempo passò le sue
            giornate ridendo, scherzando, ballando insieme alle compagne. Ma un
            giorno un'onda l'afferrò con decisione e la mandò a ruzzolare sulla
            spiaggia. La sabbia assorbì la goccia e di lei non restò più nulla,
            nemmeno un'impronta.
            Sulla nuvola,intanto, la goccia rimasta aspettava il momento
            opportuno per scendere sulla terra. Aveva deciso: «Mi spingerò più a
            Nord, il vento freddo mi trasformerà in un fiocco di neve e
            contribuirò a far felici i bambini».
             All'improvviso vide, in un campo arso dal sole, una pianticella
            quasi appassita. Questo la rattristò e la commosse. E cosi decise:
            si lasciò scivolare dalla nuvoletta e cadde addosso alla piantina.
            Costei si ridestò dicendo: «Che fresca carezza! Chi sei?». «Sono una
            piccola goccia e sono scesa dal cielo per aiutarti» rispose. Poi
            scomparve nel terreno, fino alle radici. Subito un fremito percorse
            l'intera pianticella ed un fiorellino sbocciò, profumando l'aria.
            
            La storia di ogni persona è allo stesso tempo effimera e importante.
            Perciò ci conviene vivere in maniera intensa, al di là del nostro
            piccolo "io", contribuendo ad arricchire la vita degli altri  e
            lasciandoci impreziosire dalle loro sorprese.

 
 
 

Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago

Post n°41 pubblicato il 29 Settembre 2010 da neruda74s

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo Scoppiò una guerra nel cielo:

Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: "Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi".

Parola di Dio 

San  Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le insidie e la malvagità del demonio, sii nostro aiuto. Te lo chiediamo supplici che il Signore lo comandi. E tu, principe della milizia celeste, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione della anime. Amen.

 

 

O buonissimo, o fedelissimo e santo Arcangelo Gabriele, tu che ricevesti da Dio la missione di custodire la Madonna e quindi, standole accanto, di vegliare sulla Santa Infanzia di Gesù, sii la guida di tutti i genitori, il protettore di tutti i bambini fin dal grembo materno.
Condividi con noi le tue luci, colmaci della Saggezza divina e dell’Amore celeste, perché possiamo comprendere ed accompagnare correttamente le anime che ci è dato di educare.

Guida e proteggi gli orfani, i fanciulli e i giovani, specialmente quelli che soffrono. Amen.

 

 

 

 
 
 

Il Gelso centenario...

Post n°40 pubblicato il 23 Settembre 2010 da neruda74s

Dal Web...

C'era una volta un gelso centenario, pieno di rughe e di saggezza, che ospitava una colonia di piccoli bruchi. Erano bruchi onesti, laboriosi, di poche pretese. Mangiavano, dormivano e, salvo qualche capatina al bar del penultimo ramo a destra, non facevano chiasso. La vita scorreva monotona, ma serena e tranquilla. Faceva eccezione il periodo delle elezioni, durante il quale i bruchi si scaldavano un po' per le insanabili divergenze tra la destra, la sinistra e il centro. I bruchi di destra sostengono che si comincia a mangiare la foglia da destra, i bruchi di sinistra sostengono il contrario, quelli di centro cominciano a mangiare dove capita. Alle foglie naturalmente nessuno chiedeva mai un parere. Tutti trovavano naturale che fossero fatte per essere rosicchiate. Il buon vecchio gelso nutriva tutti e passava il tempo sonnecchiando, cullato dal rumore delle instancabili mandibole dei suoi ospiti. Bruco Giovanni era tra tutti il più curioso, quello che con maggiore frequenza si fermava a parlare con il vecchio e saggio gelso.
"Sei veramente fortunato, vecchio mio", diceva Giovanni al gelso.
"Te ne stai tranquillo in ogni caso. Sai che dopo l'estate verrà l'autunno, poi l'inverno, poi tutto ricomincerà. Per noi la vita è così breve. Un lampo, un rapido schioccar di mandibole e tutto è finito".

Il gelso rideva e rideva, tossicchiando un po': "Giovanni, Giovanni, ti ho spiegato mille volte che non finirà così! Diventerai una creatura stupenda, invidiata da tutti, ammirata...".
Giovanni agitava il testone e brontolava: "Non la smetti mai di prendermi in giro. Lo so bene che noi bruchi siamo detestati da tutti. Facciamo ribrezzo. Nessun poeta ci ha mai dedicato una poesia. Tutto quello che dobbiamo fare è mangiare e ingrassare. E basta".
"Ma Giovanni", chiese una volta il gelso, "tu non sogni mai?".
Il bruco arrossì.
"Qualche volta", rispose timidamente.
"E che cosa sogni?".
"Gli angeli", disse, "creature che volano, in un mondo stupendo".
"E nel sogno sei uno di quelli?".
"...Sì", mormorò con un fil di voce il bruco Giovanni, arrossendo di nuovo.
Ancora una volta, il gelso scoppiò a ridere.
"Giovanni, voi bruchi siete le uniche creature i cui sogni si avverano e non ci credete!".

Qualche volta, il bruco Giovanni ne parlava con gli amici.
"Chi ti mette queste idee in testa?", brontolava  Pierbruco.
"Il tempo vola, non c'è niente dopo! Niente di niente.
Si vive una volta sola: mangia, bevi e divertiti più che puoi!
"Ma il gelso dice che ci trasformeremo in bellissimi esseri alati...".
"Stupidaggini. Inventano di tutto per farci stare buoni", rispondeva l'amico. Giovanni scrollava la testa e ricominciava a mangiare.
"Presto tutto finirà...scrunch... Non c'è niente dopo...scrunch...
Certo, io mangio..scrunch, bevo e mi diverto più che posso...scrunch...
ma...scrunch...non sono felice...scrunch.
I sogni resteranno sempre sogni. Non diventeranno mai realtà. Sono sono illusioni", bofonchiava, lavorando di mandibole.

Ben presto i tiepidi raggi del sole autunnale cominciarono ad illuminare tanti piccoli bozzoli bianchi tondeggianti sparsi qua e là sulle foglie del vecchio gelso.
Un mattino,anche Giovanni, spostandosi con estrema lentezza, come in preda ad un invincibile torpore, si rivolse al gelso.
"Sono venuto a salutarti. E' la fine. Guarda sono l'ultimo. Ci sono solo tombe in giro. E ora devo costruirmi la mia!". 
"Finalmente! Potrò far ricrescere un pò di foglie! Ho già incominciato a godermi il silenzio! Mi avete praticamente spogliato! Arrivederci, Giovanni!", sorrise il gelso.
"Ti sbagli gelso. Questo...sigh...è...è un addio, amico!", disse il bruco con il cuore gonfio di tristezza. "Un vero addio. I sogni non si avverano mai, resteranno sempre e solo sogni. Sigh!".
Lentamente, Giovanni cominciò a farsi un bozzolo.
"Oh", ribatté il gelso, "vedrai".
E cominciò a cullare i bianchi bozzoli appesi ai suoi rami.

A primavera, una bellissima farfalla dalle ali rosse e gialle volava leggera intorno al gelso.
"Ehi, gelso, cosa fai di bello? Non sei felice per questo sole di primavera?".
"Ciao Giovanni!
Hai visto, che avevo ragione io?"sorrise il vecchio albero.
"O ti sei già dimenticato di come eri poco tempo fa?".

________________________________


Parlare di risurrezione agli uomini è proprio come parlare di farfalle ai bruchi.
Molti uomini del nostro tempo pensano e vivono come i bruchi. Mangiano, bevono e si divertono più che possono:dopotutto non si vive una volta sola? Nulla di male, sia ben chiaro. Ma la loro vita è tutta qui. Per loro, la parola risurrezione non significa nulla.
Eppure non sono felici...

 
 
 

Il Vecchio Saggio

Post n°39 pubblicato il 13 Settembre 2010 da neruda74s

Un uomo di 92 anni, piccolo, molto fiero, vestito e ben rasato, una mattina alle 8:00, con i suoi capelli perfettamente pettinati, trasloca in una casa per persone anziane. Sua moglie di 70 anni è recentemente deceduta, cosa che lo obbliga a lasciare la sua casa. Dopo parecchie ore di attesa nella hall della casa per anziani, ci sorride gentilmente quando gli diciamo che la sua camera è pronta. Mentre si reca fino all'ascensore con il suo deambulatore, gli faccio una descrizione della sua piccola camera, includendo il drappo sospeso alla sua finestra come tenda.

"Mi piace molto", dice con l'entusiasmo di un ragazzino di 8 anni che ha appena ricevuto un nuovo cucciolo.

 "Signor Vinto, lei non ha ancora visto la camera, aspetti un attimo."

"Questo non c'entra niente", dice. "La felicità è qualcosa che scelgo a priori. Che mi piaccia la mia camera o no, non dipende dai mobili o dalle decorazioni, dipende piuttosto dal modo in cui la percepisco. Nella mia testa è già deciso che la mia camera mi piace. E' una decisione che prendo ogni mattina al mio risveglio."
"Posso scegliere, posso passare la giornata a letto contando le difficoltà che ho con le parti del mio corpo che non funzionano, oppure alzarmi e ringraziare il cielo per quello che funziona ancora."
"Ogni giorno è un regalo e finché potrò aprire i miei occhi, focalizzerò sul nuovo giorno e su tutti i ricordi felici che ho raccolto durante tutta la mia vita."
"La vecchiaia è come un conto in banca. Prelevi da ciò che hai accumulato."
"Perciò, il mio consiglio per voi, sarebbe di depositare molta felicità nel vostro conto in banca dei ricordi. Grazie di aver partecipato a riempire il mio conto in banca, dove continuo a depositare."

Ricordate queste semplici regole per essere felici:

1)Liberate il vostro cuore dall'odio;

2)Liberate la vostra testa dalle preoccupazioni;

3)Vivete con semplicità;

4)Date di più;

5)Aspettatevi di meno. 

 
 
 

«O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi una fede retta, speranza certa,
carità perfetta e umiltà profonda.
Dammi, Signore, senno e discernimento
per compiere la tua vera e santa volontà.
Amen.»

SAN FRANCESCO
(Preghiera davanti al Crocifisso)

 

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