my goooddd....

I segreti inconfessabili della cronaca nera


In questi giorni penso spesso al delitto perfetto. Non voglio commetterne uno e non voglio neanche che un colpevole la faccia franca per sempre. La rapina, l’omicidio o il rapimento perfetto che ho in mente sono perfetti dal punto di vista giornalistico, perché il mio amore per l’illegalità è esclusivamente passione per la cronaca nera.Quali sono gli ingredienti del delitto perfetto? Molti cadaveri? Qualcosa di insolito a proposito delle vittime o dell’arma del delitto? Un lungo intervallo tra un delitto e l’altro che fa crescere tensione e mistero? Ovviamente tutte queste cose. Per esempio, la morte nell’arco di alcuni mesi di una serie di suore – avvelenate con l’arsenico versato nel vino della comunione – sarebbe perfetta, soprattutto se si scoprisse che l’assassina è un’ex alunna del convento che si sta vendicando per un torto immaginario subìto quand’era bambina.Se vi sembra di cattivo gusto, permettetemi di dirvi che c’è di peggio. I sondaggi dimostrano che l’interesse dei lettori è particolarmente solleticato quando la vittima è una donna giovane e attraente. Soprattutto attraente. Se guardiamo solo le foto delle vittime di omicidio che appaiono sui nostri quotidiani, dovremmo concludere che le donne sovrappeso e con la pelle rovinata non corrono il rischio di essere uccise.E qual è il colpevole perfetto? Ovviamente la rispettabilità è un elemento che aiuta molto. Come Agatha Christie scoprì molto tempo fa, non c’è assassino più affascinante di un piccolo borghese che cova invidie e libidini innominabili fino a quando non riesce più a contenerle. La ricchezza aggiunge un brivido in più. Ma il punto forte di ogni caso di omicidio è sempre il mistero. Niente, per esempio, è riuscito a tener vivo l’interesse per Jack lo Squartatore (su cui ogni anno vengono pubblicati nuovi libri) più del mistero della sua identità.L’ultima volta che li ho contati, i sospettati erano 43, tra cui il figlio del principe di Galles, Lewis Carroll e il dottor Barnado, fondatore degli omonimi orfanotrofi. All’epoca degli omicidi, avvenuti tra l’estate e l’autunno del 1888, si scatenarono tutti i pregiudizi dei giornalisti e dei lettori. Si era parlato molto del fatto che le mutilazioni subite dalle vittime erano così crudeli che, come scrisse un giornale londinese, “nessun inglese avrebbe mai potuto infliggerle”, e se ne trasse questa conclusione: “Deve essere stato un ebreo”. La stampa era anche convinta che lo squartatore fosse uno straniero, e mi vergogno a dire che, tra le teorie più diffuse, c’era quella secondo cui si trattava di un “estroso italiano o francese”.A quei tempi i giornali riferivano qualsiasi diceria sui presunti comportamenti bestiali degli stranieri o di chiunque era considerato un estraneo. Il 2 ottobre 1888 il Times pubblicò un servizio del suo corrispondente da Vienna in cui scriveva: “Uno dei metodi che usano gli ebrei per espiare il peccato di aver avuto rapporti sessuali con una donna cristiana è quello di ucciderla e mutilarla”. L’unico motivo di queste calunnie, naturalmente, erano il razzismo o i pregiudizi contro gli immigrati, che all’epoca in Inghilterra erano molto diffusi.Grazie al cielo, quei tempi sono passati. Ma lo sono davvero? La settimana scorsa, mentre ero al festival di Internazionale a Ferrara, ho conosciuto alcune persone che curano un sito web, Occhioaimedia.org, che raccoglie esempi contemporanei di giornalismo troppo insistente sulle origini etniche o impegnato a dipingere gli immigrati come criminali.Qualche esempio: “Afferra e bacia una tredicenne a Roma, cinese arrestato” (Leggo, 12 giugno 2009). “Nomadi si fingevano benestanti per raggirare società immobiliari” (Resto del Carlino Civitanova Marche, 17 marzo 2009). E “un altro branco romeno stupra una ragazza. È ora di intervenire contro la violenza” (Libero, 1 febbraio 2009).Ne potrei citare molti altri, perché il comportamento criminale è lo strumento più usato dai giornali per fomentare il razzismo. Per molti lettori e per molti giornalisti, l’ingrediente ideale di un articolo di cronaca nera non è la ricchezza, la rispettabilità o la bellezza delle vittime e degli assassini, ma il fatto che siano coinvolti degli immigrati. A quanto sembra, per troppa gente, sono loro i criminali “perfetti”.