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ANCHE LA MERKEL VUOLE CHIARIMENTI DAL VATICANO!


Lefebvriani, il cancelliere tedesco chiede una presa di posizione che non lascidubbi. La Santa Sede: "Dal Papa condanna chiarissima del negazionismo" Merkel interviene sul caso Williamson"Dal Vaticano chiarimenti insufficienti" dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI   BERLINO - La cancelliera cristianoconservatrice tedesca Angela Merkel, leader del Paese da cui viene Joseph Ratzinger, con un'iniziativa senza precedenti è scesa in campo di persona oggi criticando il papa tedesco per la scelta del ritiro della scomunica ai vescovi lefebvriani e al negazionista monsignor Williamson. Mentre monta di ora in ora la rivolta della gerarchia cattolica e dei fedeli cattolici tedeschi contro il Papa tedesco, la "donna più potente del mondo", certo non sospetta di simpatie di sinistra, si schiera con decisione e coraggio dalla parte dei critici e dei ribelli. Lanciando un drammatico appello a Benedetto XVI, in nome della democrazia tedesca, a non permettere nessuno 'sdoganamentò della negazione dell'Olocausto. "Io auspico una chiarificazione piena della questione da parte del Papa e del Vaticano", ha detto Angela Merkel rispondendo a domande dei giornalisti durante una conferenza stampa col presidente del Kazakhstan, Nursultan Nararbajev, in visita a Berlino. "Io - ha continuato la Merkel - non sono solita prendere posizione su questioni interne della Chiesa. Ma questa è un'eccezione, perché siamo davanti a una questione fondamentale. A me sembra una questione fondamentale se una scelta del Vaticano può dare e diffondere l'impressione che la negazione dell'Olocausto sia possibile". Per il cancelliere la responsabilità della Germania davanti al passato nazista è elemento costitutivo della memoria della democrazia tedesca: lo ha detto più volte anche condannando le minacce del presidente iraniano Ahmadinejad di distruggere Israele. Ora 'Angie', come la chiamano i suoi elettori e fans citando il motivo dei Rolling Stones e cantandolo ai suoi comizi, è diventata il primo capo dell'esecutivo europeo che sulla grande polemica critica il papa. Il papa suo compatriota. Non è finita. La 'fanciulla venuta dall'est', come la chiamavano nella Cdu ai tempi in cui era giovanissima ministro dell'ambiente sotto il padre dell'unità nazionale e dell'euro Helmut Kohl, la figlia di un pastore protestante, ha rincarato la dose. "Secondo me i tentativi di chiarimento venuti finora dal Vaticano non sono sufficienti. Io credo che sia fondamentale che il vaticano chiarisca che una negazione dell'Olocausto non è possibile, e che dica che rapporti buoni con le comunità ebraiche sono indispensabili". Il Papa deve parlare chiaramente, ha continuato. Ecco insomma il messaggio di Angela Merkel al papa tedesco: "A questo punto - ha detto ancora la cancelliera - dipende dal Papa chiarire che non ci può essere una negazione dell'Olocausto". E poi la leader tedesca ha elogiato proteste e iniziative di critica dei fedeli tedeschi contro la decisione del Vaticano: "Me ne rallegro", ha affermato. In Germania il clima di rivolta non violenta contro la scelta di Benedetto XVI si diffonde nella Chiesa e nella società di ora in ora. Il più autorevole cardinale tedesco, Karl Lehmann, ex presidente della Conferenza episcopale, che secondo i media nei giorni scorsi aveva invitato alla comprensione per il Papa, oggi ha puntualizzato: sono stato capito male, per me la scelta (del perdono per i lefebvriani, ndr) è una catastrofe. E Bild, il quotidiano popolare conservatore cartaceo e digitale più letto in Europa, ha espresso il crescente timore che non si possa più come tedeschi essere fieri di questo papa tedesco. Il quale potrebbe restare nella storia come una scelta sbagliata. "I polacchi - ha detto l'ex ministro degli Esteri di Kohl, Hans-Dietrich Genscher - possono essere orgogliosi di Giovanni Paolo II, del suo contributo alla fede, al mondo, alla libertà. Ma comincio a dubitare che noi possiamo sentire orgoglio di avere un papa tedesco, almeno questo papa tedesco". Ma dal Vaticano replicano a stretto giro di posta: da Benedetto XVI parole chiarissime contro chi nega la Shoa. Il direttore della sala stampa della Santa sede, padre Lombardi, chiarisce che "il pensiero del Papa sul tema dell'olocausto è stato espresso con molta chiarezza nella sinagoga di Colonia il 19 agosto 2005, nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio 2006, nella successiva udienza generale del 31 maggio 2006, e ancora recentemente al termine dell'udienza generale del 28 gennaio scorso con parole inequivocabili". "La condanna di dichiarazioni negazioniste dell'olocausto - precisa il portavoce vaticano - non poteva essere più chiara, e dal contesto risulta evidente che essa si riferiva anche alle posizioni di monsignor Williamson e a tutte le posizioni analoghe. Nella stessa occasione - prosegue padre Lombardi - il Papa stesso ha spiegato chiaramente anche lo scopo della remissione della scomunica, che non ha nulla a che vedere con una legittimazione delle posizioni negazioniste dell'olocausto, da lui appunto chiaramente condannate".