Si osserva da alcuni con compiacimento, da altri con sfiducia e pessimismo, che il popolo italiano è «individualista »: alcuni dicono «dannosamente », altri «fortunatamente ». Questo «individualismo», per essere valutato esattamente, dovrebbe essere analizzato, poiché esistono forme diverse di «individualismo », più progressive,meno progressive, corrispondenti a diversi tipi di civiltà e di vita culturale. Individualismo arretrato, corrispondente a una forma di «apoliticismo »che corrisponde oggi all’antico «anazionalismo »: si diceva una volta «Venga Francia, venga Spagna, purché semagna», come oggi si è indifferenti alla vita statale, alla vita politica dei partiti, Ma questo «individualismo» è proprio tale? Non partecipare attivamente alla vita collettiva, cioè alla vita statale (e ciò significa solo non partecipare a questa vita attraverso l’adesione ai partiti politici «regolari») significa forse non essere «partigiani», non appartenere a nessun gruppo costituito? Significa lo «splendido isolamento» del singolo individuo, che conta solo su se stesso per creare la sua vita economica e morale? Niente affatto. Significa che al partito politico e al sindacato economico «moderni», come cioè sono stati elaborati dallo sviluppo delle forze produttive più progressive, si «preferiscono» forme organizzative di altro tipo, e precisamente del tipo «malavita», quindi le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari, sia legate alle classi alte.
L'INDIVIDUALISTA E' UN PARTIGIANO DELLA MALAVITA
Si osserva da alcuni con compiacimento, da altri con sfiducia e pessimismo, che il popolo italiano è «individualista »: alcuni dicono «dannosamente », altri «fortunatamente ». Questo «individualismo», per essere valutato esattamente, dovrebbe essere analizzato, poiché esistono forme diverse di «individualismo », più progressive,meno progressive, corrispondenti a diversi tipi di civiltà e di vita culturale. Individualismo arretrato, corrispondente a una forma di «apoliticismo »che corrisponde oggi all’antico «anazionalismo »: si diceva una volta «Venga Francia, venga Spagna, purché semagna», come oggi si è indifferenti alla vita statale, alla vita politica dei partiti, Ma questo «individualismo» è proprio tale? Non partecipare attivamente alla vita collettiva, cioè alla vita statale (e ciò significa solo non partecipare a questa vita attraverso l’adesione ai partiti politici «regolari») significa forse non essere «partigiani», non appartenere a nessun gruppo costituito? Significa lo «splendido isolamento» del singolo individuo, che conta solo su se stesso per creare la sua vita economica e morale? Niente affatto. Significa che al partito politico e al sindacato economico «moderni», come cioè sono stati elaborati dallo sviluppo delle forze produttive più progressive, si «preferiscono» forme organizzative di altro tipo, e precisamente del tipo «malavita», quindi le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari, sia legate alle classi alte.