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A BRESCIA NIENTE CULTURA!


Brescia, niente spazi per la cultura. Il sindaco: danneggia i commerciantidi Carlo Tecce Attori feroci che camminano in fila, libri contundenti in mano, petizioni da firmare con penne acuminate e addirittura, demoni in terra, uno spettacolo teatrale gratuito. Attenzione: a Brescia la cultura non passa. I futuristi ridono amaro, ironici: loro, che rappresentano la libertà, potrebbero mai «creare problemi per l’ordine pubblico»? Le istituzione di Brescia dicono di sì e, per due volte, dicono di no a Edoardo Sylos Labini. Riannodiamo la vicenda che, per facile metafora, è divisa in due atti abbastanza simili. L’attore romano voleva portare in scesa, presso il Teatro Grande, lo spettacolo “Donne, velocità e pericolo”: due giorni, due appuntamenti e il classico e burocratico sostegno della Provincia. Parte l’organizzazione, si fermano le carte: la Provincia si ritira, non ci sono soldi. Colpa dei tagli del Governo, mica della Provincia. Il 30 marzo, domani, il movimento Centoautori protesta in Piazza Farnese a Roma: il Governo taglia i fondi del 24% (stime sindacali), attori, registi, autori e scrittori scendono in piazza. In corteo saranno in tanti, e ci saranno - tra gli altri - Simona Marchini, Massimo Ghini, Benedetta Buccellato, Ascanio Celestini. E allora, per rianimare Brescia, Edoardo Sylos Labini organizza un altro corteo con raduno in piazza Arturo Benedetti Michelangeli. Altre firme, altre adesioni: Pasquale Squitieri, Ninetto Davoli, Alessandro D’Alatri, Luca Zingaretti, Enzo De Caro. Sylos Labini arringa con voce bassa, non sembra un black block: «Nel 2008 il nostro Paese ha investito nella cultura lo 0,28% del Pil contro l’1,5 europeo. La manifestazione di Brescia vuole essere spunto di riflessione e auspicabile intervento immediato da parte delle istituzione per salvaguardare l’arte e la cultura. E visto che la nostra protesta è necessaria, la renderemo più piacevole con uno spettacolo teatrale». Come ricordano i futuristi e come conferma la Costituzione, si può ancora manifestare, basta avvisare le autorità di pubblica sicurezza (articolo 17). Sylos Labini, il Circolo Futurista e il Movimento Giovani Poeti d'Azione scrivono e spediscono le richieste. Tutto tace, tutto tranquilli. Chi potrà mai pensare che i futuristi verranno censurati per «motivi di sicurezza o di incolumità pubblica» (sempre articolo 17)? Non l’ha pensato la Questura, che aveva dato il consenso. In ritardo, e dunque con una tempistica sospetta, l’ha pensato il Comune di Brescia, amministrato da Adriano Paroli (centrodestra) che, ieri pomeriggio, ha annullato la manifestazione. Un preavviso di 48 ore e con una comoda e-mail. Due motivi: l’ordine pubblico ed eventuali danni ai commercianti della zona che, circondati da attori e poeti (notoriamente spilorci), «non avrebbero svolto regolarmente il loro esercizio». Terzo tentativo. Senza autorizzazione e senza intasare la città, lasciando liberi i commercianti in questo tempo di crisi, i futuristi si ritroveranno domani alle 15 in via Apollonio all’interno del centro commerciale Migross. In un meganegozio, persino un po’ futurista, alla faccia dei bottegai della piazza principale.