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Il Cavaliere sfida pm e nemici interni


ROMA - Sarà un comizio tutto all'attacco, altro che "amore" come recita lo slogan dietro al palco. Silvio Berlusconi, impegnato fino a tarda notte con Gianni Letta e Paolo Bonaiuti a limare la scaletta del discorso, oggi affonderà ancora colpi duri contro "la sinistra" e i magistrati. "Non ci hanno fatto presentare le liste - questo uno dei passaggi scritti del suo intervento - quelli sono democratici solo a parole, in realtà hanno persino presentato dei ricorsi per escluderci. Poi, bontà loro, avremmo dovuto ammettere i nostri presunti errori e in cambio ci avrebbero rimesso in gioco: ma vi rendete conto? Dovevamo chiedere alla sinistra il permesso di candidarci alle elezioni!". E ancora ecco la cronistoria della "discesa in campo", il ribaltone del '94. Ecco la magistratura che, con l'avviso di garanzia spedito a Napoli, "ottenne un risultato eversivo".Nulla di nuovo dunque, ma quello che peserà di più nel discorso sarà il non detto, le frasi che non saranno pronunciate al microfono. Perché nel Pdl è chiaro a tutti che la manifestazione di oggi sarà soprattutto una prova di forza a sostegno di una leadership che si sente accerchiata. Un'adunata che si spera oceanica ("Diremo un milione", ha confidato ieri il premier a un ministro) certo contro i magistrati ma anche contro i "nemici interni", primo fra tutti Gianfranco Fini. E poi come monito alla Lega, che è molto lontana dal considerarsi una costola del berlusconismo. Ieri ad Asti Umberto Bossi ha confermato che scenderà a Roma, ma ha fatto spallucce quando gli è stato detto che sul palco non potrà parlere: "Se voglio non ho bisogno di chiedere il permesso". Poi, tanto per far capire con quale spirito sarà a San Giovanni, ha rispolverato il vecchio "Roma ladrona, la Lega non perdona". Con Gianfranco Fini invece la partita è solo sospesa. "Di questo problema ce ne occuperemo dopo le elezioni", dice un uomo vicino al premier. Dall'altra parte del fiume la pensano allo stesso modo e non stanno certo a guardare. Ieri Italo Bocchino è volato a Parigi per incontrare Jean-Francois Copè, leader di "Generation France" da cui la finiana "Generazione Italia" trae ispirazione. I due hanno concordato di organizzare presto un seminario a cui parteciperà Fini. Bocchino si sforza di ripetere che si tratta di "un'operazione costruttiva, per aprire il dibattito nel Pdl", ma tra i berlusconiani i sospetti crescono. Non è un caso quindi che sia caduto nel vuoto l'appello di Giuliano Ferrara, che ieri ha invitato il Cavaliere a trovare un accordo con Fini, perché "a Berlusconi non conviene affatto fare il gradasso, anzi ormai per lui è un gioco molto pericoloso". Nel frattempo, mentre il capo del governo scruta le mosse di Fini, il Pdl è dilaniato da lotte interne all'arma bianca. Tanto da far temere oggi un nuovo flop in piazza. In Campania Alessandra Mussolini ha dichiarato guerra, con il sostegno di Nicola Cosentino, a Mara Carfagna. Le due prime donne del Pdl se ne dicono di tutti i colori, la Mussolini è talmente esasperata che si è fatta pizzicare dai suoi avversari a Pianura mentre disegnava le corna su un manifesto della rivale. Il clima: ieri il ministro Franco Frattini si è affacciato a Modena ed è finito in una clamorosa rissa tra consiglieri regionali Pdl di opposte fazioni. Imbarazzato ha cercato di placare gli animi: "Il nostro avversario è a sinistra e non dentro di noi, dobbiamo lanciare questo messaggio in una campagna elettorale difficile". In questo quadro Berlusconi sogna una mitica "ripartenza" dopo il voto, immaginando anche un'elezione diretta del presidente della Repubblica che lo consacri nel 2013 al Quirinale. Inutilmente le colombe hanno fin qui provato a fargli cambiare schema. Paolo Bonaiuti ieri sera scommetteva su un "discorso più sereno, di proposta, perché si rivolgerà al grande popolo dei moderati". Mentre Altero Matteoli si spinge fino a prevedere una ripresa del dialogo con l'opposizione dopo le elezioni, "perché i problemi dell'Italia non sono né di destra né di sinistra e bisognerà pure trovare il modo di incontrarsi".