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MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA: UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI - Parte introduttiva

Post n°20 pubblicato il 07 Marzo 2014 da SusettaMT

MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA: UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI

SORIANO NEL CIMINO, 2014

 

di Maria Assunta Massini Tarsetti

 

(per problemi di spazio virtuale, la presente ricerca è stata suddivisa in 14 post. Mi scuso per il disagio nella lettura)

26

 

INTRODUZIONE

 

Quando, durante la primavera del 2013, mi capitò di passare nei pressi del Monumento ai Caduti e di vedere gli splendidi risultati ottenuti con il sapiente restauro e la totale ripulitura dell'opera, a suo tempo eretta in memoria dei concittadini periti durante il primo conflitto mondiale, fui colta da un attimo di smarrimento e perfino da commozione.

Sentii l'esigenza di fermarmi ad osservare con attenzione quel piccolo complesso monumentale che da oltre ottanta anni era entrato a far parte dell'urbanistica di Soriano, qualificando anche idealmente una zona allora in espansione.

Provai gratitudine verso l'Amministrazione comunale che quei lavori aveva voluti e finanziati (come poi mi è stato confermato dallo stesso sindaco Fabio Menicacci).

Mentre osservavo i singoli particolari riportati alla luce, mi parve di udire la voce di quella splendida persona che fu la mia insegnante elementare, la maestra Teresa Giannotti, che ogni anno, in occasione del 4 novembre, portava l'intera classe a visitare il monumento, descrivendolo nelle sue caratteristiche artistiche, ma ancor più comunicando a noi bambini valori ed ideali che sono ancora oggi, spogliati dalla retorica del momento, parte delle nostre esistenze.

Durante quello stesso pomeriggio, mentre frugavo nel mio studio alla ricerca di alcune vecchie foto di famiglia, mi capitò fra le mani una busta piuttosto voluminosa che recava questa scritta “Monumento ai Caduti”. La aprii e vi trovai copie di una serie di documenti che avevo scovato alcuni anni prima presso l'archivio comunale, mentre ero intenta in un'altra ricerca e che, essendo particolarmente interessanti, avevo fatto fotocopiare.

Le sensazioni provate la mattina alla vista del monumento e il casuale ritrovamento pomeridiano mi fecero prendere la decisione di approfondire l'argomento.

Il lavoro (niente altro che una piccola ricerca limitata nello spazio e nel tempo) è un ringraziamento (l'unico del quale sia capace) a tutti coloro grazie ai quali il monumento vide la luce e a chi ha voluto e realizzato il lavoro di restauro e ripulitura.

Nei mesi successivi completai la ricerca in archivio e, nel periodo autunnale, mi dedicai al paziente lavoro di trascrizione e assemblaggio dei documenti, nonché al loro studio.

Ora mi accingo a compiere l'ultimo atto: l'esposizione dei fatti.

Alla fine del primo conflitto mondiale, Soriano era un paese di circa 7000 abitanti (dati censimento della popolazione 1921). Non diversamente da altri centri limitrofi e no, l'economia cittadina, basata sull'agricoltura, attraversava un periodo di profonda crisi. Anche la situazione economico-finanziaria del Comune era difficilissima.

Negli anni immediatamente successivi, le criticità aumentarono, sia nel settore privato che in quello pubblico. Valga, tra tanti esempi che si potrebbero fare, l'appalto del nuovo edificio scolastico, deliberato nel maggio 1919 alla Federazione Laziale delle Cooperative, poi sospeso nel febbraio del 1921 per mancanza di fondi. Solo dopo alcuni anni, anche grazie ad appositi mutui, i lavori ripresero e l'edificio fu inaugurato il 28 ottobre 1930.

La situazione politica locale risentì degli sconvolgimenti che man mano si andavano intensificando a livello nazionale: tensioni tra ex interventisti ed ex neutralisti, scontri tra rappresentanti delle forze politiche popolari e conservatrici, ecc.

Per quanto riguarda il Comune di Soriano, alla amministrazione commissariale, durata 4 anni, seguirono le elezioni dell'ottobre 1920, che videro la vittoria dei socialisti. L'operaio David Potenza divenne sindaco.

Ma, il 10 febbraio 1922 il Prefetto, d'autorità, sciolse il Consiglio e nominò Commissario prefettizio l'avv. Fabio Valente. Furono mesi veramente complessi e difficili.

Se a livello nazionale si assisteva alla scalata del regime fascista, anche a Soriano le elezioni del 17 dicembre 1922 produssero una svolta politica verso destra. Il 10 gennaio 1923 si insediò il nuovo Consiglio comunale guidato dal sindaco Domenico Mancini.

I nomi di David Potenza, Fabio Valente e Domenico Mancini ricorreranno spesso nei documenti relativi alla realizzazione del monumento, sia in quanto membri di diritto del Comitato, sia in quanto referenti delle scelte operate dall'Amministrazione comunale.

Nonostante questa situazione politico-economica critica, turbolenta ed incerta, gran parte dei cittadini, duramente provati dal conflitto, sia negli affetti che nella pratica quotidiana, ambivano dedicare ai caduti qualcosa di tangibile che rimanesse nel tempo: di erigere un ricordo il quale sarà pure grande ammonimento a tutti a bene ed utilmente oprare pel nostro paese onde il sacrificio di tante vite non sia stato vano e gli spiriti dei caduti possano essere paghi. (1) Così si legge in un volantino firmato dal colonnello Girolamo Casanova e diffuso poco dopo la fine della guerra.

Perché in tutta Italia (e non solo, ma la nostra nazione ha un primato assoluto in questo senso) si assiste alla proliferazione in ogni città, paese e persino contado di monumenti ai caduti nella prima guerra mondiale? Quali le motivazioni?

Premesso che questo conflitto fu, nella storia dell'umanità, la prima guerra di massa e di logoramento (non è un caso che fu denominata “Grande Guerra”) e che fu un vero trauma collettivo, si assistette, al termine delle ostilità, ad una specie di processo di glorificazione, di democratizzazione del valore delle vittime, che poi si trasformò nella creazione del mito dell'esperienza della guerra: superare la paura della morte nella consapevolezza di rendere un servizio alla nazione, accentuando i concetti di eroismo e di gloria. Il tutto con la benedizione divina.

Per sintetizzare, in termini moderni, il tentativo di superamento del trauma provocato dall'impressionante dato di 9 milioni di morti ed altrettanti feriti ed invalidi (dato mondiale) si tentarono forme di elaborazione collettiva del lutto. La proliferazione di monumenti ai caduti (quella che fu definita criticamente “monumentomania”) può essere inquadrata proprio nell'ottica dell'elaborazione del lutto. La stessa utilizzazione del termine “caduti” a fronte del più preciso termine di “morti” è sintomatica.

Queste considerazioni, valide almeno nella prima fase (1920-1923), trovano meno riscontro nel periodo successivo (1924-1928), quando predominò la tendenza alla glorificazione del coraggio del milite e si affermò una simbologia che rievocava forme classiche ed antiche. Il regime fascista, ormai definitivamente affermatosi, tese ad appropriarsi idealmente dell'iconografia, della sua rappresentatività e a fare propri i messaggi politici sottintesi di tipo nazionalista e patriottico.

Soltanto nel 1928 il governo, attraverso una circolare inviata alle amministrazioni locali, tentò di arginare il fenomeno, consigliando di impiegare i fondi per opere di utilità pubblica.

 
 
 

MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA : UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI - Parte 1

Post n°19 pubblicato il 07 Marzo 2014 da SusettaMT

25

A Soriano, tutta la “questione monumento” (così potremmo definirla) inizia poco tempo dopo la fine del conflitto mondiale. Per la completa realizzazione del Monumento e di altre opere annesse ad accessorie occorreranno anni (l'inaugurazione sarà definitivamente fissata per il 3 ottobre 1926) e non mancheranno polemiche, dissidi, scontri, illazioni, ma anche dedizione, coerenza, volontà, tenacia, sacrifici.

La lunghezza dei tempi, se produrrà mutamenti rilevanti nelle intenzioni dei promotori, permetterà anche (e solo oggi questo concetto è chiaro) di salvaguardare il senso primordiale delle idee che furono la base individuale e collettiva della scelta di realizzare un monumento ai caduti.

Per comprendere pienamente quanto accadde è indispensabile affrontare separatamente alcune tematiche per poi elaborare una sintesi.

Le dispute più accese riguardarono la scelta dell'artista, il luogo da destinare al posizionamento del monumento, le ditte a cui affidare alcuni lavori preparatori e di completamento, l'inserimento o meno dei nominativi dei caduti sul o nei pressi del monumento, quali caduti citare (solo i morti in combattimento o per ferite riportate in combattimento? Aggiungere anche i morti in prigionia o i morti per malattie contratte nelle zone del conflitto? Estendere l'elenco anche ai morti per incidente?).

Altro argomento estremamente complesso fu quello dei finanziamenti, che dovevano provenire da privati, attraverso sottoscrizioni, lotterie o altre iniziative pubbliche.

Il Comitato per il Monumento, fin dalla sua costituzione, fece propria e diffuse l'idea che l'opera, proprio perché dedicata a tutti i caduti sorianesi, senza distinzioni di gradi o di censo, di idee o di credo, dovesse essere realizzata con il contributo dell'intera cittadinanza e non dei soli abbienti.

Si legge in un volantino del Comitato datato 16 settembre 1921:

Sarebbe certo stata più facile impresa addivenire alla erezione di un monumento che ricordasse il supremo olocausto dei concittadini votatisi a morte per la Patria, col solo ausilio dei più abbienti fra voi, o magari con estranei sussidi; ma volemmo invece che codeste onoranze si facessero per popolare consenso, poiché da tutto il popolo furono espressi coloro alla memoria dei quali, umili e fieri insieme vogliamo adoperarci per instituire un simulacro che sia ammonimento e ricordo anche alle generazioni future.

Cittadini,

nessuno di voi rifiuti la incombenza che il dovere gli impone. Nessuno dia adito nel suo cuore a sospetti, poiché ci piace di riaffermarvi che ogni spirito di parte esula dalla nostra volontà, sicché può riavvicinare gli avversari nelle lotte civili del pensiero una unica idealità religiosa, d'onde allontanarsi è peggio che colpa, e rinnegar la quale è delitto.

Chi ha meno dia prodigalmente affinché i ricchi siano tratti da un beninteso orgoglio a donar con generosità proporzionata ai propri mezzi e ciascuno emuli i suoi pari.

Vorremo che tutti voi poteste escludere dall'intimo cuore, nonché ogni rimorso ogni incertezza d'aver fatto meno che non vi fosse dato di compiere.(2)

Nobili principi, trionfo della democrazia, ma di non facile realizzazione, considerate anche le problematiche socio-economiche già accennate.

Fin dal 1919 l'idea di dedicare un ricordo ai caduti in guerra circolava con sempre maggiore insistenza tra le persone di ogni ceto e classe. Il vecchio Comitato di Assistenza Civile, ancora prima del suo stesso scioglimento, aveva deliberato di erogare le somme rimaste in cassa a favore di altro Comitato o Associazione o Ente che si fosse occupato di promuovere una adeguata opera a ricordo dei cittadini morti nel conflitto.

A poca distanza di tempo e per iniziativa dell'Associazione Mutilati, sorse un primo Comitato, che però non riuscì, attraverso raccolte fondi e sottoscrizioni, a raggiungere la cifra necessaria ad avviare le iniziative.

Il 14 agosto 1921, su convocazione del Generale Pietro Troili, si riunì per la prima volta, presso la sala del Consiglio Comunale, il Comitato (ancora provvisorio) per il Monumento ai Caduti in Guerra di Soriano. Molti furono gli intervenuti, ma anche i non intervenuti perché impossibilitati, ma comunque aderenti.

Il sig. Attilio Capaccini, dopo una premessa di carattere generale, propose che il Generale Troili fosse eletto Presidente del costituendo comitato: come colui che meglio di tutti per la competenza, pel patriottismo, per l'autorità del nome e della carica che ricopre dà il maggiore affidamento (3). E il Generale Troili fu eletto, per acclamazione, quello stesso giorno, Presidente.

Sempre dal verbale del 14 agosto si apprende che il Generale Giovan Battista De Angelis venne acclamato Vice-Presidente, il cav. Michelangelo Furìa Segretario, il sig. Eutizio Berti Vice-Segretario, il sig. Giordano Pennazzi cassiere. Il Presidente chiamò a far parte del Comitato Direttivo i Signori: David Potenza (Sindaco), Attilio Capaccini, Luigi Ciapetti (Presidente dei Mutilati e Invalidi), Nicola Ranucci (Capitano di Complemento) e Enrico Febbi.

Particolarmente toccanti sono le parole con le quali il Gen. Troili accetta l'incarico:

onorare i caduti significa onorare l'intero paese – e che di fronte ai caduti ogni ragione di partito deve cessare come per incanto, ogni competizione di parte deve tacere, occorre che ciascuno sul proprio ambito esplichi la sua azione attiva e fattiva al fine di portare a compimento l'opera più grande ai giorni d'oggi, cioè quella di ricordare ai nostri figli i nomi gloriosi di coloro che per la grandezza d'Italia immolarono le loro giovani vite.

Questo è un debito d'onore che Soriano non seconda a nessun altro Comune d'Italia assolverà e nel minor tempo possibile – ma ne affida la sollecitudine con la quale gli invitati intervennero alla presente riunione.(4)

Gli altri componenti del Comitato furono: tenente Giulio Sposetti, Cosi Natale, Vezio Vincenzotti, Vincenzo Fanano, Umberto Trasarti, Ivo Pandimiglio, Giuseppe Ranucci, Cesare Boldrini, Costantino Capati, Cesare Panfili, Alessandro Fanano, Romolo Berti, Marino Pandimiglio, Bernardino Mei, Domenico Patrizi, Giacomo Fontana, Anacleto Berti, Bernardino Pandimiglio, don Eutizio Peretti, Paolo Corsi, Gioacchino Ferruzzi, Lorenzo Cherubini, Adriano Grossi, Giuseppe Armando d'Elia, Raimondo Calcagna.

La composizione del Comitato è una garanzia di democraticità. Ai Sorianesi (specie ai non più giovani) non può sfuggire la sua eclettica composizione: uomini di ogni ceto sociale e di ogni credo politico. Nessuna donna (almeno in questa prima fase), ma i tempi non favorivano certo la parità di genere.

Nei giorni immediatamente successivi al Ferragosto 1921 e poi nel mese di settembre, Consiglio Direttivo e Assemblea si riunirono a ritmi vorticosi per stabilire criteri, programmi, organizzazione interna. Intanto, presso il Ministero della Guerra, erano state avviate le pratiche necessarie per ottenere cimeli di guerra e il bronzo per la statua.

La Direzione Generale Artiglieria del Ministero, in data 26 settembre 1921, rispose in questi termini:

per far cosa grata a cotesta patriottica popolazione, si è oggi stesso disposto perché l'Ufficio Centrale Munizioni ed Esplosivi di Padova spedisca costà gratuitamente quattro bombe da bombarda da 240 scariche e la Direzione di Artiglieria di Verona due bombarde di preda bellica da 9 cm, perché siano conservate inalterate, quali cimeli di guerra, ad ornamento dell'erigendo monumento ai gloriosi caduti.

Per quanto riguarda invece il bronzo, si partecipa che l'Ente competente a disporre per la cessione del bronzo residuato dalla guerra è il Ministero del Tesoro, a disposizione del quale questa Amministrazione ha l'obbligo di porre tutto il bronzo non strettamente necessario per le proprie lavorazioni.

Il Ministero del Tesoro a sua volta ha data facoltà alla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato – Servizio Approvvigionamenti – Sez. 3° – incaricata dell'alienazione dei materiali residuati dalla guerra e non impegnati a Consorzi, di disporre di parte del bronzo in favore delle domande di tale metallo per la fusione di ricordi in onore dei caduti in guerra, cedendolo ad un prezzo ridotto (sconto del 25% sul prezzo di listino vigente alla data del pagamento...) (5)

Dalla corrispondenza intercorsa tra Comitato, Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato e Ministero della Guerra, si deduce che i rottami di bronzo furono assegnati e regolarmente prelevati nella primavera del 1922. Anche i cimeli pervennero puntualmente.

Gli argomenti sui quali i membri del Comitato ebbero modo di confrontarsi con maggiore vivacità (almeno in un primo momento) furono quelli relativi alla raccolta delle somme necessarie alla realizzazione dell'opera e alla scelta dell'artista.

Nella riunione del Consiglio Direttivo del 2 settembre 1921 fu dato parere favorevole alla realizzazione di una lotteria, per l'organizzazione della quale furono però previsti tempi non brevi in quanto, per ottenere risultati economicamente adeguati, era necessario espletare formalità burocratiche complesse e soprattutto raccogliere numerosi e prestigiosi doni dalle autorità (di fatto la lotteria sarà estratta il 17 settembre 1922).

Nella stessa riunione fu anche affrontato l'argomento sottoscrizioni e si deliberò di dividere il paese nelle stesse sezioni del censimento (5) e ad ogni sezione porvi a capo un componente del Comitato, che a sua volta sarà coadiuvato da due persone di sua scelta … (6)

Tale decisione fu rivista nella riunione del 9 settembre, su proposta di Attilio Capaccini. Si legge nel verbale: le commissioni dovrebbero essere due, includendovi persone di ogni classe sociale e di ogni partito e tendenza e queste due commissioni procedere subito alla raccolta non per rione ma riuniti iniziare insieme il giro di raccolta e propaganda.

Il Sig. d. Vincenzotti dice che approvato il verbale non è possibile per ragioni di procedura, ritornare a deliberare per quanto sia massimo l'accordo con il sig. Capaccini. L'Assemblea interpellata dal Presidente è d'accordo a esaminare la proposta Capaccini che ritiene pratica ed a voto unanime riduce a due le Commissioni per la raccolta delle somme.(7)

Le Commissioni risultano così composte:

1° Commissione - Attilio Capaccini, David Potenza sindaco, don Eutizio Peretti, Enrico Febbi, Luigi Ciapetti, Romolo Berti, Egisto Catalani, Raimondo Calcagna, Adriano Grossi, Nicola Ranucci, Giacomo Fontana, Paolo Corsi

2° Commissione - Attilio Capaccini, Giordano Bruno Pennazzi, Marino Pandimiglio, Nicola Ranucci, Cesare Boldrini, Attilio Mari, Romolo Pallotta, Lorenzo Ranucci, Enrico Parsi, Pacifico Valeri, Armando D'Elia, Giuseppe Ranucci.

In futuro, le Commissioni lavoreranno con grande alacrità, alternando buoni a scarsi risultati, ma saranno sempre di grande utilità.

Sempre nella riunione del 9 settembre 1921 si iniziò la discussione sul nominativo dell'artista cui affidare l'incarico della realizzazione del monumento e sulle modalità di scelta.

Si legge nel verbale:

[Il Presidente riferisce] relativamente al monumento di avere avuta conversazione con il bravo artista (Piraino) il quale si disse lieto eseguire il Monumento ai nostri caduti; per grato animo alla città nostra che lo ha ospitato, ed assicurò che prenderà compensi per lo strettamente necessario … Presenta le fotografie dell'erigendo monumento salvo a modificare nei modi voluti dal Comitato. Se il Comitato è d'accordo chiede il Presidente di deliberare l'incarico pel monumento il cui costo con le maggiori possibili economie dell'artista si aggira sulle 39 mila lire.

Il Capaccini plaude all'opera solerte spiegata dal Presidente e domanda se ha presi formali impegni. In caso diverso si potrebbero sentire altri artisti usando sempre preferenze al Piraino.

Si rimane di intesa, dato che il Presidente non ha preso impegni formali che il componente del Comitato Eutizio Peretti inviterà il Piraino a recarsi a Soriano a spiegare al Comitato i criteri sul monumento e anche fornire tutti i chiarimenti del caso e ciò senza assumere impegno il Comitato, libero sempre di scegliere quei artista che offre le maggiori e migliori garanzie con minori spese. (8)

Alla riunione del 16 settembre fu invitato lo scultore Piraino che ringrazia della preferenza usatagli, si mette a disposizione del Comitato per quanto può occorrergli ed intanto consegna alla Presidenza alcuni bozzetti di monumento in modo che il Comitato possa discutere serenamente in sua assenza. (9)

Nel corso di quella stessa riunione, i componenti del Comitato presenti ritennero essere indispensabile, per poter valutare i bozzetti, procedere alla scelta dell'area dove posizionare il monumento.

Su questi due temi (scelta dell'artista e scelta dell'area) si scateneranno aspre polemiche.

Soprattutto il primo argomento produrrà una sorta di linciaggio morale nei confronti del Generale Troili. Chiacchere di paese? Malafede? Invidia? Sfiducia? Forse un po' di tutto questo, ad arte alimentato (presumibilmente) da subdole tecniche diffamatorie

Questo l'evolversi dei fatti: in data 22 settembre 1921, il Comitato aveva deciso di invitare più artisti a presentare bozzetti. La riunione del 14 novembre, riunione presieduta dal Vice-Presidente Gen. Giovan Battista De Angelis, ha all'ordine del giorno il seguente punto: dimissioni del Presidente Generale Troili. Afferma il Generale De Angelis:

dimissioni … determinate dal fatto che delle persone hanno insinuato che alcuni del Comitato avrebbero interesse di favorire lo scultore prof. Piraino, e soggiunge che l'egregio Presidente, si è inteso maggiormente colpito dall'insinuazione, inquantoché proprio lui allo scopo di sollecitare l'esecuzione del monumento, fece il nome del Piraino.

Data la motivazione delle dimissioni, dice il Vice Presidente, esse appaiono giustificate, specie che il Piraino, per caso fu presentato dal Presidente, però nell'apprezzare altamente la delicatezza del Presidente stesso, non può essere d'accordo nella decisione da lui presa inquantoché la persona del generale Troili non può confondersi, né qualsiasi insinuazione può mai a lui arrivare.

E' vero che il nome del prof. Piraino fu fatto dal nostro Presidente ma non è men vero che lo scopo fu quello di sollecitare l'esecuzione del progetto di monumento ai gloriosi caduti in guerra, come è voti di tutti.

Nessuno potrà anche lontanamente sospettare di favoritismo il nostro Egregio Presidente poiché la sua illibata persona si erge al di sopra e al di fuori di ogni competizione di parte.(10

Cosa stava avvenendo?

Alcuni membri del Comitato affermarono, in questa sede, che la condotta del Generale Troili fu sempre irreprensibile ed ogni sua azione esclusivamente tesa al bene comune. Molto significative le parole del sindaco David Potenza:

Il Sindaco si associa alle parole del sig. Capaccini ed esprime la sua ammirazione non solo alla persona, ma all'opera del generale Troili, dice che veramente un malinteso ha potuto far determinare il nostro Presidente a dimettersi, poiché a dire il vero parlando con lui ha sempre mostrato il più vivo entusiasmo, le più sollecite premure per i lavori relativi al monumento e che allora se accenno fece al nome di Piraino fu per spingere e sollecitare l'esecuzione del progetto che doveva accogliere il sano dovere dei cittadini di eternare i gloriosi caduti per la patria.(11)

Il Comitato per acclamazione respinse le dimissioni del Presidente e parte di esso si recò a casa del Generale per comunicare gli esiti della riunione, cioè l'invito a ritirare le dimissioni. La visita collettiva, magari un po' teatrale, ebbe effetto positivo e il Gen. Troili tornò al suo posto.

Come accennato, nella seduta del 22 settembre 1921, il Comitato aveva dato al Presidente l'incarico di inviare a vari artisti una circolare, invitandoli a presentare bozzetti di monumenti, assegnando il termine di due mesi per l'invio del materiale (e anche questa decisione non fu facile da prendere in quanto qualcuno propendeva per tempi più brevi ed altri per tempi più lunghi).

I criteri ispiratori dovevano essere i seguenti:

a) soggetto a piacimento dell'artista – con avvertenza che il monumento dovrà sorgere in una delle piazze del comune, dovrà avere per base pietra locale (peperino) sulla quale dovrà poggiare il monumento possibilmente su colonna elevantesi su base quadrilatera proporzionata all'altezza (circa m. 6) sui lati del basamento dovranno essere scolpiti i nomi dei caduti ...

b) la somma disponibile per l'opera è dalle 25 alle 35 mila lire

c) il bronzo necessario al monumento sarà fornito dal Comitato … La spesa … pel bronzo sarà computata all'artista e trattenuta sull'ammontare del suo avere.

d) al bozzetto dovrà essere unito il preventivo della spesa e la descrizione del soggetto che si presenta.(12)

All'invito risposero una decina di artisti, inviando ognuno, uno o più bozzetti presentati in soli disegni, o in disegni con modello in gesso, o solo modelli in gesso, o in fotografia.

La Commissione tecnica, a cui fu affidato il compito della scelta dell'artista e del bozzetto, era composta da: Manfredo Manfredi (Presidente), Eugenio Maccagnani e Gioacchino Ferruzzi. Il prof. Manfredi poi, nel 1923, delegò Giuseppe Tonnini a sostituirlo.

Il cav. Gioacchino Ferruzzi fu scelto in rappresentanza dei militari sorianesi che parteciparono al conflitto.

Il prof. Manfredo Manfredi, invitato dal Comitato a presiedere la Commissione e a segnalare il nominativo di un altro componente, era un autorevole architetto nato a Piacenza nel 1859, ma fin dagli anni Ottanta operante a Roma, dove tra l'altro diresse la Scuola superiore di architettura. Tra le sue opere più note il Faro sul Gianicolo, la tomba di Vittorio Emanuele II al Pantheon, il progetto per il palazzo del Viminale. Giunto secondo al concorso per il progetto del Vittoriano di Roma, concorso vinto da Giuseppe Sacconi, dopo la morte di quest'ultimo fu nominato, insieme a Gaetano Koch e Pio Piacentini, alla direzione dei lavori del monumento.

Eugenio Maccagnani era invece un noto scultore nato a Lecce nel 1852 e formatosi a Roma. Anch'egli era tra i collaboratori del Sacconi per la realizzazione del Vittoriano. Tra le sue opere più note: le statue in bronzo della cappella di San Giuseppe nel santuario di Loreto, i monumenti a Garibaldi di Brescia e Buenos Aires.

Giuseppe Tonnini, scultore nato a Loreto nel 1875 e collaboratore di Giuseppe Sacconi per alcune opere nel Vittoriano, fu autore di gruppi statutari, di opere di carattere religioso-celebrativo e di vari monumenti ai caduti (Camerino, Cerveteri, Pescasseroli, Campagnano, ecc.

Il 7 marzo 1922, la Commissione tecnico-artistica, formalmente riunitasi in Soriano, esaminò il materiale pervenuto e, nella lettera-verbale inviata in pari data al Presidente del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra dichiarò:

La varietà dei concetti espressa da ogni concorrente, la evidente differenza nel valore artistico, le chiare esigenze nei riguardi del carattere e della composizione dell'opera desiderata dal Comitato ed espresse nell'invito agli artisti, ci hanno prospettato alla evidenza la inferiorità della maggior parte dei progetti su gli altri: che da un primo esame risultato meritevoli di considerazione; e precisamente quelli del Caraffa, del Piraino, del Canevari e del Nagni.(13)

Si tratta di artisti noti e di vasta esperienza. Guido Caraffa si occupò del Monumento ai caduti del Rione Esquilino; Pietro Piraino, uno degli scultori siciliani più interessanti del periodo, fu autore del Monumento ai Caduti di Capena e realizzò la cappella Calderai al Verano; Silvio Canevari, pittore e scultore viterbese, eseguì una serie di statue ancora oggi esposte a Roma al Foro Italico.

Francesco Nagni, anch'egli viterbese, viene definito nell'articolo di Francesca Franco a lui dedicato nel “Dizionario Biografico degli Italiani” dell'Istituto Treccani (al quale si rinvia per ulteriori notizie), uno degli interpreti esemplari della tradizione celebrativa del Ventennio. (14) Tra le sue opere: il Monumento ai Caduti di Fano, il monumento equestre del Maresciallo Diaz di Mergellina a Chiaia, il busto di Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi al Museo Centrale del Risorgimento di Roma, il Monumento di Pio IX Ratti nella Basilica di San Pietro a Roma.

La Commissione tecnico-artistica espresse il proprio parere così sintetizzato:

Da un attento e minuzioso esame sui bozzetti presentati da questi artisti abbiamo tuttavia osservato:

Nel progetto Caraffa (i due disegnati geometricamente) che la composizione vi è affastellata, che è alquanto comune e poco adattabile per qualsiasi piazza.

Nel progetto Canevari (bozzetto in gesso) che è trattato con vera maestria d'arte, che la composizione della figura del milite in alto è così sforzata e contorta ed il braccio disteso allungato di così brutto effetto, da ritenere che veduta dal basso, la figura sarebbe assolutamente incomprensibile.

Nel progetto Piraino (bozzetto in gesso) pure trattato da abile artista, che manca la corrispondenza ai desiderati del Comitato e la composizione assimetrica su quel masso enorme informe non sarebbe certo di un bell'effetto.

Ha rivolto quindi il suo definitivo esame sui bozzetti in gesso presentati dallo scultore Nagni che sono apparsi degni della maggiore considerazione.

Tuttavia il bozzetto che ha il contadino in alto e la figura del soldato disteso rigidamente su un sarcofago ai piedi della base, non ci è sembrato migliore e da preferirsi all'altro, che per le sue qualità semplici nella composizione, belle nella solennità delle linee, abili nella modellazione della figura e per tutte le qualità che ci abbiamo riscontrato non abbiamo esitato di dichiarare e dichiariamo il migliore fra quelli presentati alla gara e degno di essere indicato per la esecuzione.

La severa figura del nostro fante, bella, ripresa in atto di vigile sentinella armata, che si stacca e risalta sulla parete di un grande pilastro su cui trionfa un'ara votiva al sacrificio degli eroici caduti i cui nomi gloriosi sono incisi sulle pareti laterali del grande pilastro, compone un'opera d'arte veramente pregevole che sarà da tutti compresa e che non potrà non far pensare a quanti, ammirandola, sentano palpitare il più grande amore per la nostra cara Patria.

Non esitiamo quindi ad indicare a codesto On. Comitato questo bozzetto del Nagni per la esecuzione. E non esitiamo perché il nome dell'artista è garanzia assoluta della buona riuscita dell'opera d'arte e perché tutta la composizione può certamente essere contenuta nei limiti della spesa indicati da codesto Comitato.(15)

24

 
 
 

MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA: UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI - Parte 2

Post n°18 pubblicato il 07 Marzo 2014 da SusettaMT

23

22

 

L'artista così descrive il bozzetto prescelto:

BOZZETTO N. 1

L'ara segno del sacrificio compiuto della devozione imperitura dei superstiti, s'innalza al cielo al sommo del monumento. La fiancheggiano, fiere custodi, due aquile, ripiegate le ali dopo il volo della vittoria; la sostiene un masso rastremato, che semplici linee architettoniche sobriamente decorano, che quattro pilastri ad erma a guisa di contrafforti recingono alla base.

Raffigurano le erme quelli che la guerra orbò del figlio, del marito, del padre, della luce; la madre, la vedova, l'orfano, il cieco; quelli che ancor viva hanno nel cuor sanguinante la ferita implacabile, ma perennemente accesa la luce della fede; quelli che il cotidiano sacrificio offrono sull'ara immortale.

Dinanzi sul fronte, su un basamento innestato al corpo centrale, la figura del “Dio ignoto e glorioso” cui l'ara è sacrata: IL FANTE. Vestito degli abiti che furono quelli del suo martirio e della sua gloria, appoggiato al fucile guarda tranquillo, sicuro dinanzi a sé.

E' la sentinella sempre vigile che non ha ceduto di un passo, che non ha mai disperato, che tutto sé con pieno animo con saldo cuore ha offerto, pura ostia dell'immane conflitto.

Figura predominante del monumento e simbolo e ricordo insieme.

Lo celebrano i nomi dei morti che su lastre di bardiglio incastonate nei fianchi del corpo centrale scendono dall'ara alla base…

La figura del fante è dell'altezza di due metri.

Nell'ara le iscrizioni:

SORIANO

AI SUOI FIGLI MIGLIORI

MCMXV-MCMXVIII

a tergo:

CADEMMO

VIGILI ED INSTANCABILI SCOLTE

DELLA GRANDEZZA E DELLA FORTUNA

D'ITALIA

ETERNI VIVIAMO

NELLA MENTE NEL CUORE

DI QUANTI

SPERANO, CERCANO, VOGLIONO

UN AVVENIRE MIGLIORE. (16)

L'opera successivamente subirà delle modifiche dovute alle proporzioni più adatte all'area prescelta e al mutato spirito del periodo, ma l'impianto d'insieme rimarrà quello.

Interessante, per conoscere meglio l'artista, anche la sua descrizione del secondo bozzetto (quello escluso):

BOZZETTO N. 2

Il fante ha salito il suo calvario, ha asceso l'altare di gloria, riposa ora tranquillo sul sarcofago, perennemente illuminato dalla luce dei ricordi.

Nell'alto su di un largo basamento, profilantesi nel cielo, la figura di chi della guerra fu l'artefice grande, modesto, tacito: il contadino.

Stringe al petto la Vittoria, frutto del suo sacrificio e del suo sangue, procede, fissi gli occhi ai nuovi destini, sicuro della sua forza, della sua purezza.

Sulle fiancate del corpo centrale si susseguono i nomi dei caduti; sulla fronte al di sopra del sarcofago le iscrizioni.

A tergo in un riquadro, a targa, della base potrà essere collocato in bronzo il bollettino che coronò, magnificò le ultime gesta.

Di bronzo, alto due metri, il contadino, dorata la Vittoria, in peperino tutto il resto.(17)

Altro tema da affrontare fu quello dell'iscrizione dei nomi dei caduti sul Monumento o nelle sue vicinanze.

Come riferisce il Vice-Presidente Gen. De Angelis, nel corso della riunione del 13 febbraio 1923:

tra la popolazione e in seno al Comitato si sono delineate tre correnti o tendenze …

  1. incidere i nomi di tutti indistintamente i caduti

a) morti in combattimento

b) morti per ferite riportate in combattimento

c) dispersi in seguito a fatto d'armi

d) morti in prigionia

e) morti per accidente qualsiasi in zona di guerra

f) morti in seguito a malattia contratta in zona di operazione.

  1. Incidere soltanto i nomi di cui alle lettere a-b dianzi accennate

  2. Non incidere alcun nome ed in luogo di essi una iscrizione generica di omaggio e di riconoscenza della popolazione sorianese ai Suoi Gloriosi Figli Caduti durante la Grande Guerra di redenzione maggio 1915-novembre 1918.

Stima inoltre opportuno rappresentare un'idea della Presidenza e cioè che nella eventualità che la terza tendenza raccolga la maggioranza dei suffragi, venga a suo tempo offerta al Comune (sui fondi raccolti Pro Monumento) una lapide in marmo più o meno decorata in bronzo a seconda dei mezzi disponibili, riportante i nomi di tutti indistintamente quei Combattenti Sorianesi che comunque lasciarono la vita durante la guerra ed anche dopo per cause dipendenti dalla guerra stessa.(18)

Anche questa volta i pareri non furono univoci e la riunione fu sospesa.

D'altra parte da mesi l'argomento era di dominio pubblico e interminabili discussioni avvenivano nelle case e nelle piazze, in luoghi pubblici e privati.

Per entrare nel clima del momento basti ricordare una lettera inviata al Presidente del Comitato da Attilio Capaccini (la cui attività nella organizzazione della raccolta fondi era stata insostituibile, ma al cui carattere non mancava lo spirito di polemica):

Mi si dice, ma amo non crederlo, che sia intenzione di codesto Comitato includere tra i nomi di coloro che caddero in battaglia o morirono in seguito a ferite di guerra, anche di quelli che decedettero per malattia, la maggior parte in casa propria, e in ogni modo ben pochi stati al fronte.

Se fosse così, dovrei pentirmi di aver dato il mio contributo, e non mi rimarrebbe che protestare per l'offesa recata a coloro che lasciarono la vita sul campo e più ancora per quelli che eroicamente la offrirono a salvezza della Patria.

E ora mi permetta una domanda formale: se vero che il Comitato voglia far incidere, sia pure con una distinzione, i nomi tutti di cui sopra, lascerà egli una lapide in bianco per continuare la nota con i nomi non dirò dei soldati combattenti autentici, ma dei feriti e mutilati che moriranno?(19)

Nella riunione del Comitato del 25 febbraio 1923 si arrivò comunque ad una decisione.

Viste le differenti posizioni, la determinazione non fu all'unanimità, ma a maggioranza (peraltro neppure schiacciante: 19 voti su 33 componenti il Comitato).

La decisione fu la seguente:

inserire nel corpo del monumento una iscrizione di omaggio e riconoscenza della popolazione di Soriano ai suoi gloriosi figli caduti nella Grande Guerra di Redenzione Maggio 1915-Novembre 1918. Offrire al Comune di Soriano una lapide in marmo più o meno decorata in bronzo secondo i mezzi disponibili nella quale dovranno essere incisi i nomi di cui alle lettere a, b, c, d, e quelli di cui alle lettere e, f, purché, previo rigoroso accertamento, risulti che la causa della morte di questi ultimi dipese essenzialmente ed esclusivamente dalla guerra.

Tale lapide dovrà dal Comune a suo tempo essere murata in una delle pareti dell'atrio del nuovo edificio scolastico.(20)

Non mi risulta (ma spero di essere smentita) che tale lapide esista. Non mi è mai capitato di vederla né nei pressi del monumento, né all'interno dell'edificio scolastico, né nei magazzini del Comune, che in passato ho avuto modo di visitare.

L'individuazione dell'area da destinare al posizionamento del monumento fu un nodo veramente complesso da sciogliere, in quanto, per arrivare alla migliore soluzione, si dovettero tener presenti una serie di esigenze e di motivazioni diverse e spesso poco conciliabili.

Fin dall'autunno 1921 il Comitato aveva evidenziato la necessità di individuare l'area dove doveva sorgere il monumento, ciò in quanto, solo conoscendo la localizzazione, si sarebbero potute valutare opportunamente le proposte. A tal fine fu nominata una apposita commissione presieduta dal Generale Troili e composta dal Sindaco Potenza, dall'ing. Pio Staffieri (poi sostituito dall'ing. Valeri, in quanto impossibilitato a partecipare), dall'ing. Angelo Santocchi (capo dell'ufficio tecnico del Comune), dal sig. Nicola Ranucci e dal prof. Piraino.

Le località indicate come possibili erano: Piazza Umberto I, via Santa Maria (adiacenze fontana del Madruzzo), il piazzale antistante il costruendo edificio scolastico e il largo Vittorio Emanuele III. Dopo attento sopralluogo la commissione espresse il seguente parere, riferito dal Gen. Troili nel corso della riunione del 18 settembre 1921:

Esclude la Piazza Umberto I poco adatta, edificio scolastico e fontana del pisciarello specie quest'ultima per l'antico ricordo storico ed anche perché data la mole del monumento non sarebbe sufficiente l'area. La Commissione quindi ha conchiuso unanimemente designando il Largo Vittorio Emanuele III.(21)

Successivamente emerse la possibilità di poter ottenere, per una migliore localizzazione, una sede più prestigiosa: la Piazza del Comune.

La Commissione tecnico-artistica, che il 7 marzo 1922 aveva scelto artista e bozzetto, si era espressa in quella stessa occasione anche sul sito più adatto ad ospitare il Monumento.

La Commissione si permette -si legge nel verbale – poi di aggiungere che fra tutte le località visitate, ritiene più opportuna e conveniente la Piazza del Comune per il collocamento del Monumento prescelto.(22)

Il Comitato, ritenendo non solo autorevole, ma tecnicamente indiscutibile il parere della Commissione, lo fece proprio, dandone comunicazione all'Amministrazione Comunale per i successivi atti di competenza.

Il Commissario Prefettizio Fabio Valente, subentrato al Sindaco Potenza, con delib. n. 8 del 25 marzo 1922 concesse l'area in Piazza del Comune da delimitarsi d'accordo con l'Ufficio Tecnico Comunale e necessaria per l'erezione del monumento.(23)

A questo punto sembrava che il problema del posizionamento fosse risolto, ma il futuro, anche in questo senso, avrebbe riservato delle sorprese.

Già in una lettera del 10 febbraio 1923 il nuovo Sindaco Mancini fa cenno a

voci che si fanno correre di un eventuale cambiamento di località. E aggiunge: Questa Amministrazione ritiene di doversene assolutamente disinteressare, essendo la scelta della località di competenza del Comitato apposito, nel quale ripone la massima fiducia.(24)

Il 5 marzo 1923 alcuni membri del Comitato inviarono una lettera al Presidente Troili nella quale si sosteneva:

Venuti a conoscenza del parere della grandissima maggioranza della popolazione sull'assegnazione del posto dove dovrà erigersi il Monumento ai Caduti, rivolgono viva preghiera alla S.V. Ill.ma perché venga revocata la deliberazione presa e sia assegnato al ricordo perpetuo del valore dei nostri soldati, la piazza principale intitolata a Vittorio Emanuele II … il monumento eretto nella piazza principale verrà da tutti veduto ed ammirato come il simbolo dell'immenso valore col quale i nostri concittadini hanno sacrificato la propria vita per la salvezza della Patria nostra.(25)

Grande lo sconcerto del Generale Troili, sconcerto magistralmente sintetizzato nella seguente lettera del marzo 1923 (che si riporta pressoché integralmente) diretta al Sindaco:

Dal Sig. Generale G.B. De Angelis … sono stato informato che si è manifestata, nella quasi generalità della popolazione sorianese, una corrente a che il Monumento stesso sorga nella Piazza Vittorio Emanuele II, anziché nella Piazza del Comune, come era stato dal Comitato regolarmente in precedenza deliberato.

E' noto che tale deliberazione fu il risultato del parere espresso da due autorevoli competenti e che essa ebbe la sanzione dell'Autorità Municipale nella persona del Commissario Prefettizio Cav. Valente…

Di fronte a tale stato di fatto lo scrivente ritiene che il Comitato abbia esaurito il suo compito per quanto riguarda la scelta dell'area con la deliberazione regolarmente presa e regolarmente anche sanzionata. E poiché peraltro non si vuol fare cosa che, a quanto si afferma, riuscirebbe sgradita alla maggioranza della popolazione, mi onoro rivolgere preghiera alla S.V. Ill.ma perché si compiaccia interpellare al riguardo i Signori componenti codesto Consiglio Comunale i quali costituendo la legale e naturale rappresentanza della popolazione, sono gli unici che possono parlare in nome di essa e conseguentemente in revoca alla concessione già fatta dal Commissario Prefettizio con-cedere altra area nel posto che si riterrà più gradito o migliore.

Sarò grato a V.S. Ill.ma se mi farà pervenire una esplicita, esauriente e definitiva risposta al più presto...(26)

Dunque, con molta sensibilità, il Presidente Troili e altri membri del Consiglio Direttivo ritennero che la volontà popolare (o presunta tale) dovesse essere ascoltata, ma, al contempo, decisero, come atto di coerenza, di fare un passo indietro per evitare contraddizioni con l'operato passato dello stesso Comitato che si era espresso in merito alla localizzazione in base al parere della Commissione tecnico-artistica. Il richiamo ad una presa di posizione dell'intero Consiglio comunale è poi un gioiello di rispetto delle istituzioni e delle rappresentanze.

In data 15 aprile, durante una riunione del Comitato alla quale era presente anche lo scultore Nagni, l'argomento oggetto della petizione fu di nuovo affrontato.

Doveroso, a questo punto, riportare trascrizione della parte di verbale relativa all'argomento:

Lo scultore Nagni che è stato invitato alla presente adunanza per dare opportuni schiarimenti fa subito presenti le difficoltà di spostare la località poiché il Monumento, i di cui lavori già sono avanzati, è stato preparato appositamente per la località prescelta di P. del Comune e non si potrebbe adattare in Piazza Vittorio Emanuele.

Pandimiglio Ivo fa presente che la petizione è stata fatta a nome di molti cittadini che desiderano il Monumento ai nostri Caduti sia posto nella piazza principale del paese.

Il Presidente risponde che il Comitato è al coperto di fronte a quel gruppo che è per cambiare la località, poiché la scelta di Piazza del Comune venne fatta da una competente Commissione appositamente nominata. Egli non intende fare una questione di fiducia ma si atterrà a ciò che farà il Comitato.

A questo punto perviene al Presidente una lettera dell'Ing. Mei Bernardino membro del Comitato residente a Roma della quale si dà lettura all'Assemblea nel seguente tenore:

... Sono assai dolente che impegni precedenti e nell'impossibilità materiale di disdire – non mi permettono di essere presente. Ad ogni modo tendo a confermare il Monumento debba essere eretto nella località prescelta.

I perché il Comitato è incompetente a giudicare dopo che una commissione di artisti appositamente invitati ha dato il proprio parere;

II perché lo scultore stesso il quale è il maggior arbitro e il miglior giudice ritiene la località prescelta quasi l'unica. Egli afferma che potrebbe tutto al più essere sostituita con il piazzale dell'erigendo edificio scolastico ma gli dispiacerebbe assai il monumento dovesse sorgere nella località che oggi si vorrebbe invece imporre;

III perché è un po' curioso che il Comitato stesso nei suoi medesimi componenti debba ogni momento ritornare nelle proprie deliberazioni.

Tutto questo avrei detto se avessi potuto essere presente.

Il Presidente avverte che farà fare in merito alla scelta dell'area una votazione segreta e a mezzo di schede sulle quali ogni membro dovrà indicare chiaramente la località ove intende che il monumento debba sorgere se cioè o a Piazza del Comune o Piazza Vittorio Emanuele.

Chiama a fungere da scrutatori i Sigg. De Angelis e Ranucci Giuseppe.

Si raccolgono le schede e si riscontrano 19 quanto sono i presenti e votanti.

Il Presidente – prima di incominciare lo spoglio – conferma che qualunque decisione di oggi sarà accettata; ma se si dovesse ritornare sulla cosa, il Comitato non avrebbe più ragione di esistere e dovrebbe dimettersi.

 

Fatto lo spoglio con l'assistenza degli scrutatori suddetti si ottiene il seguente risultato:

 

Per Piazza del Comune ….............. schede 12 (dodici)

 

Per Piazza Vittorio Emanuele ….... schede 4 (quattro)

 

Schede nulle ….......................................... 2 (due)

 

Scheda bianca …....................................... 1 (una)

 

Totale ….......................... schede 19.


Il Presidente proclama la conferma della località di Piazza del Comune ove deve sorgere il Monumento ai gloriosi Caduti in guerra. (27)

Il problema sembrava risolto. La votazione, perfettamente regolare, non aveva però attutito il malumore diffuso tra la popolazione. In data 24 luglio fu il Sindaco Mancini a sollevare di nuovo la questione, con una lettera inviata al Presidente del Comitato

questa Amministrazione, pur avendo espresso il concetto di restare estranea alla scelta del posto di collocamento, oggi però di fronte al manifestarsi delle contrarietà da parte della cittadinanza in merito alla località stabilita, non può non far presente alla S.V. quale Presidente del Comitato, l'opportunità di ritornare sopra alla deliberazione presa onde vedere se effettivamente la scelta di altra sede ove collocare il Monumento, non sia più rispondente alle alte idealità che con tale imperituro ricordo si vogliono celebrare e non sia al contempo oggetto di soverchia contrarietà da parte della cittadinanza.(28)

E il giorno 8 agosto il Comitato tornò a riunirsi e, in seconda convocazione, deliberò:

il Presidente fa dar lettura … della risposta del Sig. Sindaco 24.7 u.s. n. 2512 dalla quale si apprende chiaramente come una maggioranza del paese siasi delineata pel cambio della località ove deve sorgere il Monumento e prega il Comitato ritornare sulla precedente deliberazione.

Il Presidente ritiene che il Comitato, coerente ai propri deliberati … non abbia più ragione di ritornare sull'argomento e quindi deve – secondo lui – dimettersi …

Cav. Mancini Sindaco – Chiarisce lo scopo della lettera inviata col far presente che data la sistemazione delle aree adiacenti all'Edificio Scolastico per stabilirvi il Parco della Rimembranza, si vorrebbe il Monumento fosse eretto in detta località in quanto Parco della Rimembranza e Monumento ai Caduti si integrano fra loro.

Il Presidente di fronte all'affermazione contenuta nella lettera del Sindaco e da lui verbalmente confermata ...torna a comunicare che il Comitato per coerenza debba dimettersi …

Il Presidente pone ai voti la proposta di scioglimento del Comitato con avvertenza che la Presidenza rimane in carica per breve tempo solo per la redazione del Rendiconto Finanziario e per la consegna delle varie parti del Monumento già compiute.

All'unanimità si approva lo scioglimento e si incarica il Presidente di darne comunicazione agli assenti.(29)

Dunque, dopo tante traversie e ripensamenti, si assiste ad una nuova proposta di area, questa volta particolarmente gradita all'Amministrazione Comunale.

Il Comitato è dimissionario.

Ma, quali i motivi che hanno portato alla formulazione della nuova proposta di localizzazione?

 

 
 
 

MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA : UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI - Parte 3

Post n°17 pubblicato il 07 Marzo 2014 da SusettaMT

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Nel dicembre 1922 fu diffusa una Circolare del Sottosegretario per l'Istruzione nella quale si comunicava che in ogni città, paese o borgata si dovevano creare una strada o un parco della rimembranza, in ricordo dei militari caduti nella Grande Guerra: per ogni caduto doveva essere piantato un albero del quale si sarebbero occupati studenti del luogo.

La Circolare, inviata ai Capi degli Istituti Scolastici, prevedeva la creazione di Comitati Esecutivi (in cui includere anche membri delle locali Amministrazioni Comunali) per la realizzazione del progetto.

Il Comitato Esecutivo sorianese, designato dal Direttore Didattico, comprendeva i seguenti insegnanti: Pacifico Valeri, Raimondo Calcagna, Igino Rampichini, Palma Mancini, Rosa Staffieri.

Il 15 febbraio 1923, il Comitato e l'ing. Angelo Santocchi, capo dell'Ufficio Tecnico del Comune, effettuarono un sopralluogo nella località detta “ Giardino”. Nel Verbale, firmato dal Presidente Leon Gualberto Floridi e dalla Segretaria Rosina Staffieri, si legge:

Prese le necessarie misure, l'ing Santocchi ha dichiarato che in detta località si sarebbero potuti piantare tutti gli alberi, partendo dai pressi del lato nord-ovest dell'edificio scolastico con una doppia fila d'alberi fino al muro che dà sulla via del Camposanto; poi, seguendo la strada, con una sola fila si potrebbe giungere fino all'inizio della via del Bottile e, seguendo poi la direzione di questa, con un'altra doppia fila, si potrebbe formare così un gran viale a forma di TTT.

La Giunta esecutiva e gli altri membri del Comitato hanno approvato il progetto dell'ing. Santocchi, fissando così in pieno accordo, per la creazione del viale (o parco) della rimembranza la suddetta località di “Giardino”

S'è anche convenuto di risparmiare, per quanto è possibile, gli olivi che rivestono la località e ad ogni modo fino a quando i nuovi alberi non avranno maggior bisogno di terreno e di spazio.

La Commissione ha anche espresso il desiderio che il Monumento ai Caduti venga eretto in mezzo alla suddetta località del “Giardino” inquantoché monumento e viale (o parco) formerebbero una sola cosa ed un sol ricordo; l'uno completerebbe l'altro e tutti e due insieme renderebbero più sacra, più artistica e più sentimentale la località, la quale verrebbe adattata in seguito a questo alto fine patriottico.(30)

La proposta era una brillante alternativa e portava a soluzione la lunga diatriba sulla localizzazione del monumento.

Dimessosi il Comitato (come scritto poco sopra) e consegnati dalla Presidenza atti e rendiconto finanziario (la consegna del Monumento subiva un ritardo viste anche le modifiche da farsi per il cambio di area), l'Amministrazione Comunale provvide nell'agosto 1923 alla nomina della Commissione Esecutiva (che sostituì il Comitato) così composta:

Domenico Mancini (Sindaco), gen. Pietro Troili (Presidente), gen. Giovan Battista De Angelis (Vice-Presidente), rag. Giacchino Ferruzzi, ing. Umberto Trasarti-Battistoni (Segretario, coadiuvato dall'impiegato comunale Alessandro Bassanelli), ag. Nicola Ranucci, comm. Cosma Pennazzi Catalani (Tesoriere).

I nominativi non sono così diversi rispetto a quelli del Comitato, ma probabilmente è venuta meno la spontaneità del gruppo (questa volta nominato dall’Ente pubblico).

Il 18 settembre fu nuovamente chiamata ad esprimersi la Commissione tecnico-artistica. Questo il parere:

La Commissione artistica composta dal Comm. Prof. Eugenio Maccagnani e Comm. Prof. Giuseppe Tonnini (delegato di fiducia dell'architetto Conte Manfredo Manfredi), assistiti dallo scultore prof. Francesco Nagni autore del Monumento e dal cav. Gioacchino Ferruzzi membro della Commissione Esecutiva, chiamati nuovamente ad esprimere il loro parere sulla località ove dovrà sorgere il Monumento, e ciò in seguito a due fatti nuovi, sopraggiunti dopo il giudizio emesso il 7 marzo 1922, e precisamente l'obbligo di costituire il Parco della Rimembranza che integra il Monumento, e le aumentate dimensioni di circa 2 metri di altezza del monumento stesso, esprime il seguente giudizio:

Data la limitata estensione della Piazza del Comune non più in rapporto con le aumentate dimensioni del monumento, questo se ivi collocato verrebbe a costituire un ingombro che impedirebbe non solo la circolazione nella Piazza, ma impedirebbe di abbracciarne l'insieme dallo sguardo dell'osservatore.

Dato ciò visitata la località innanzi all'Edificio Scolastico (primo collo d'oca), i sottoscritti artisti ritengono che per l'ubicazione, per lo sfondo, e per il sentimento morale costituito dalla vicinanza dell'Edificio Scolastico, quella località risponde in modo perfetto allo scopo.

I sottoscritti artisti suggeriscono però che nel Parco della Rimembranza che è a tergo del Monumento, siano piantati degli elci, alberi secolari, belli di effetto e sempre verdi in tutte le stagioni, i quali incorniceranno l'opera in modo perfetto formando un bellissimo sfondo.(31)

Riassumendo il tutto: in un primo momento la scelta era caduta su Largo Vittorio Emanuele III, poi sulla Piazza del Comune, successivamente era nata l'ipotesi Piazza Vittorio Emanuele II. Infine si decise per l’area innanzi l’edificio scolastico in loc. “Giardino”. La quadratura del cerchio era compiuta. Parere tecnico-artistico favorevole, parere amministrativo favorevole (Amministrazione Comunale), parere operativo favorevole (Commissione Esecutiva e Comitato per il Parco della Rimembranza), nessuna contestazione da parte della popolazione.

Nel settembre 1923 entrarono a far parte della Commissione esecutiva per il monumento i rappresentanti della scuola sig. Pacifico Valeri e Rosina Staffieri. Ciò in quanto il Comitato del Parco della Rimembranza aveva delegato alla Commissione esecutiva la facoltà di adattare gli spazi adiacenti il Monumento per la sistemazione del Parco.

Nell'autunno 1923 venne organizzata una cerimonia per l'apposizione della prima pietra del Monumento, cerimonia a cui furono invitate autorità, associazioni, cittadinanza intera.

Il testo della pergamena murato con la prima pietra è il seguente:

Regnando S.M. Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d'Italia, oggi 23 settembre 1923 la Commissione esecutiva per la erezione del Monumento ai Valorosi Sorianesi morti nella immane guerra di redenzione 1915-1918 che fruttò all'Italia la conquista delle due Venezie Giulia e Tridentina portandola così ai suoi naturali confini geografici, ha proceduto – presenti le autorità e le associazioni locali – alla posa della prima pietra del Monumento che si innalzerà a ricordo dei Gloriosi Figli di Soriano che immolarono la loro balda e promettente giovinezza per un'Italia più grande più forte e più temuta.(32)

La cerimonia fu anche una nuova occasione per raccogliere oblazioni e sottoscrizioni.

Nella riunione del 28 ottobre 1923 il Presidente Troili comunicò che il Monumento era in fase di ultimazione e le somme anticipate al Comune per la costruzione del Parco della Rimembranza (L. 6.000), una volta rientrate, sarebbero state destinate alla festa di inaugurazione. La Commissione quindi, con questi ultimi atti, ritenne di aver adempiuto ai propri compiti. Sarebbe rimasta in carica solo per prendere parte ufficiale alla cerimonia e festa inaugurale.

Altre polemiche non si fecero attendere. Questa volta il motivo scatenante fu la qualità del peperino usato per la base e le rifiniture del monumento. Il peperino proveniva dalla cava del sig. Ivo Pandimiglio.

Nel corso della riunione dell'8 novembre 1923, il Presidente Troili, mostrandosi molto preoccupato del fatto che la pietra utilizzata potesse non resistere all'attrito e al gelo, decise di informare del problema lo scultore Nagni. Diede poi la parola ai membri esperti della Commissione, ing. Trasarti-Battistoni e Ranucci, i quali rassicurarono i presenti, in quanto la stessa pietra era da tempo già utilizzata per altre opere, con ottimi risultati nel tempo. Ciononostante, il giorno successivo, lo stesso Presidente Troili, insieme allo scultore Nagni e all'ing. Trasarti Battistoni, effettuò un sopralluogo. L'ing. Trasarti-Battistoni rilasciò la seguente dichiarazione, che non lascia dubbi sulla qualità del materiale:

Il sottoscritto Ingegnere, incaricato dalla Presidenza della Commissione Esecutiva per l'erigendo Monumento ai Caduti in guerra a verificare la qualità del materiale peperino con cui viene costruito il Monumento, dopo avere esaminato attentamente e scrupolosamente il materiale, e avendo dato alcuni colpi con scalpello e mazzuolo ad alcuni pezzi di peperino già messi in opera, è in grado di riferire quanto segue:

  1. Il materiale peperino con cui viene costruito il monumento è di ottima qualità, ed è una delle migliori fra le cave ora esistenti in paese;

  2. Quanto alla durezza presenta una notevole resistenza allo scalpello, e quindi alla lavorazione, e che non è formato di pezzi di pozzolana, così detti di cappellaccio, come qualcuno può aver detto per gelosia di mestiere;

  3. Il materiale presenta una seria garanzia esposto alle intemperie, inquantoché con lo stesso materiale sono state costruite ville e villini, sono state lavorate cornici di coronamento per edifici pubblici (vedi edificio scolastico) e tombe al cimitero che da anni sono esposte alle intemperie ed alla rigidità dei nostri climi;

  4. Il materiale peperino della nostra regione, come tanti altri materiali, presenta al momento dell'escavazione una relativa durezza che va man mano aumentando allorché è messo in opera.(33)

La ricerca dei fondi fu uno degli aspetti più complessi dell'intera vicenda. Se lotteria e rappresentazioni di beneficienza avevano dato risultati limitati, le sottoscrizioni, pur vedendo il coinvolgimento di tante persone abbienti e non, richiesero un grande lavoro da parte dei membri del Comitato designati, ma portarono a risultati meno brillanti rispetto alle attese.

Se ne lamenta in più occasioni lo stesso Gen. Troili: la cittadinanza ha risposto con nobile e patriottico slancio. Ancora la somma raccolta è molto inferiore al fabbisogno. (34) E in altra occasione: Il Comitato si è trovato nella impossibilità di procedere alla totale raccolta delle oblazioni sottoscritte pel Monumento ai Caduti in guerra, … Si invitano pertanto i sottoscrittori e coloro che non sono stati officiati … a versare personalmente al Cassiere sig. Pennazzi Giordano (Banca Cimina) le somme rispettivamente sottoscritte o quelle che intendono offrire. Il Comitato si lusinga nel massimo concorso onde il Monumento sorga per la volontà della grande maggioranza del paese e non rappresenti – diversamente - il risultato della cooperazione dei soli benestanti. E pertanto anche le offerte, sia pure modeste, avranno il loro valore ed il loro alto significato.(35)

Si lamenta Attilio Capaccini che, in quanto membro attivo e designato alla organizzazione della raccolta fondi, constata, nella sua lettera di dimissioni molto polemica, che … il monumento diventi l’espressione della riconoscenza di tutti i cittadini e non di soli pochi abbienti e del Municipio. (36)

Alla data del 18 agosto 1923, il dettagliato rendiconto dell'ormai disciolto Comitato dimostrò pubblicamente la limpidezza delle operazioni economico-finanziarie, dando inoltre alla Commissione esecutiva l'opportunità di anticipare al Comune una parte della somma necessaria alla sistemazione dell'area destinata ad ospitare Monumento e Parco della Rimembranza. Va comunque sottolineato il grande impegno profuso dalla successiva Commissione nel reperimento di nuovi fondi.

Vista l’importanza del documento lo si riporta integralmente:

 

COMITATO PRO MONUMENTO AI CADUTI IN GUERRA

Rendiconto alla data del 18 aprile 1923

ENTRATA

Sottoscrizioni in tutto o in parte versate (vedi elenco)       36.433,15

Ricavato da una festa da ballo Nazionalista-Fascista

 (somma consegnata da Ranucci Giuseppe di D.co)               728,00

Ricavato dalla Lotteria 17.9.1922 (vedi allegati)                6.203,00

Interessi di Banca d'Italia                                                   260,50

Interessi di Banca Cimina                                                   773,20

Altri proventi (vedi allegati)                                                237,30

Vendita di 90 cartoline                                                         21,50

----------------------------

44.656,65


USCITA

Svincolo e trasporto bombarde                                                     52,50

Provvista stampati                                                                     200,00

Spesa della Commis. per scelta bozzetto                                     198,00

Prezzo rottami bronzo (1° acconto a Nagni)                               2.785,00

2° acconto monumento                                                           3.000,00

3° acconto monumento                                                           5.000,00

4° acconto monumento                                                          10.000,00

Tassa Governativa proventi Lotteria                                            620,30

Stampati lotteria                                                                       400,00

Deposito cauzionale Lotteria e spese accessorie                        1.124,20

Spese postali, carta da bollo, ecc                                                 66,55

Tassa bollo biglietti lotteria e spese intervento Ric: Registro          990,25

Importo cartoline ed altre spese                                                  86,75

5° acconto monumento                                                          5.000,00

Stampa avviso 4 agosto                                                             25,00

Compenso riscossione quote sottoscrizione (a Zolla Aron)           100,00

Quietanza contributo com.                                                          24,00

Spese postali e marche                                                                 9,40

Fondo di Cassa presso la Banca Cimina (succ. Soriano)          15.404,70

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44.656,65

 

RESIDUI ATTIVI

Sottoscrizione in tutto od in parte non versata (vedi elenco) 7.668,50

Rimborso tassa Lotteria dalla R. Prefettura di Roma 1.130,00

N. 910 cartoline presso il sig. Luigi Fanti incaricato della vendita

 

RESIDUI PASSIVI

Allo scultore Nagni a saldo delle L. 39.000 fissate pel monumento9.215,00

 

A causa del cambiamento dell'area destinata ad ospitare il Monumento, lo scultore Nagni propose alcune modifiche allo stesso, modifiche che, avendo il parere favorevole dei professori Maccagnani, Manfredi e Tonnini, furono accolte dalla Commissione Esecutiva in data 31 gennaio 1924.

Nel maggio 1924, con lettera inviata alla Commissione Esecutiva e per essa al Sindaco Mancini, il Gen. Troili e il Gen. De Angelis

per ovvie ragioni che … ritengono tuttavia superfluo esporre in iscritto, sono venuti nella inderogabile determinazione di rassegnare l'onorifico incarico di Presidente e Vice-Presidente loro affidato da codesta Commissione … (37)

Quali i motivi di tale decisione? Le solite illazioni di piazza? Il ritardo dell'inaugurazione dovuto ai non ancora ultimati lavori di sistemazione del parco (per mancanza di fondi del Comune)? Non condivisione dello spirito con cui l'opera, nata con finalità di omaggio ai caduti, stava mutando? Nonostante la Commissione respingesse in data 21 giugno 1924 le dimissioni, i Generali Troili e De Angelis non tornarono sulla decisione presa (o almeno non ho trovato documenti che inducano a pensare a un possibile ripensamento). Una prova indiretta del loro persistere nella decisione è che il manifesto per l'inaugurazione porterà la firma, in qualità di Presidente, dell'ing. Umberto Trasarti Battistoni.

 
 
 

MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA: UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI - Parte 4

Post n°16 pubblicato il 07 Marzo 2014 da SusettaMT

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Trascorsero ancora tutto l'anno 1924, tutto l'anno 1925 e gran parte del 1926. L'Amministrazione Comunale, accumulando ritardi su ritardi, cercò di far fronte alle spese per la sistemazione del Parco, la messa a dimora delle piante e le recinzioni.

Sono numerosissimi gli ordini ai vivai e gli atti relativi alla esecuzione della cancellata in ferro. Il Monumento vero e proprio invece era ormai pronto da due anni.

E finalmente, domenica 3 ottobre 1926, fu l'attesa data dell'inaugurazione ufficiale.

Gli invitati furono moltissimi: autorità e personalità cittadine, autorità politiche e militari di tutta la regione e naturalmente le famiglie dei caduti.

Questo il testo del manifesto con cui la cerimonia fu presentata ai cittadini:

Sorianesi!

Domenica 3 ottobre alle ore 15,30 sarà inaugurato, con pubblico rito, il Monumento dedicato alla memoria dei vostri concittadini caduti nella grande Guerra, per il compimento dell'unità italiana.

Il vostro Comitato è lieto ed orgoglioso di darvene avviso: lieto perché partecipa della comune soddisfazione per il compito voto; orgoglioso, perché ha coscienza di aver assolto con disinteresse ed amore, al di sopra di trascurabili controversie e malgrado pratiche difficoltà, il mandato affidatogli dalla volontà e dalla fiducia popolare.

Ed è appunto in tale veste di esecutore dei Vostri ordini che Esso vi prega, più che invitarvi, di suffragare ancora una volta l'opera sua, presenziando l'austera festa di Domenica, e recandovi il giusto contributo della vostra fede Italiana con la quale e per la quale si glorifica il sacrificio dei CADUTI.

Il vostro Comitato non dubita dell'esito di questo suo appello, mentre si affida al patriottismo di tutti voi affinché dalla cerimonia risulti un'alta e severa manifestazione di maturità nazionale e civica.(38)

La Commissione Esecutiva, all'inizio del successivo anno 1927 presentò il conteggio economico desunto dal giornale di cassa per il periodo 1° settembre 1923-31 dicembre 1926, dal quale si evince un sostanziale pareggio di bilancio. In questi anni le somme impegnate superarono le lire 30.000.

Prima di qualche considerazione finale, alcune parole vanno scritte su quanto accadde durante il secondo conflitto mondiale.

Da una relazione dell'Ufficio Tecnico si evince che, in base alla legge 8 maggio 1940 n. 408, l'Amministrazione comunale provvide alla rimozione della cancellata in ferro, materiale necessario alla economia bellica nazionale. Seguendo le direttive del Governo e volendo provvedere ad una nuova recinzione per evitare atti di profanazione, l'Ufficio Tecnico studiò un tipo di cancellata autarchica formata da elementi di cemento pressato, intervallati da pilastrini in peperino.

Soltanto a fine guerra il monumento fu di nuovo dotato di recinzione in ferro.

Al termine di questa breve relazione che può essere definita una microstoria (quella del monumento) dentro una ministoria (quella del più generale passato di Soriano), mi piace sottolineare alcuni dati.

La lettura dei documenti, come spesso accade in questi casi, fornisce uno spaccato di vita cittadina realistico e preciso.

Il coinvolgimento emotivo dei cittadini fu grande, ma palesi furono anche i contorni inquietanti di certe prese di posizione che limitarsi a definire faziose è poco. Gli aspetti meno limpidi di certi caratteri vengono in superficie in modo eclatante: ipercriticità, presunzione, scetticismo. Sembra quasi, seguendo le dinamiche degli eventi, che ogni passo in avanti per il raggiungimento dell'obiettivo sia difficoltoso e quasi impervio.

Ma, grazie alle profonde motivazioni di chi si era impegnato fin dal primo momento con alta dedizione, il Monumento vide la luce. In qualche modo le peculiarità positive dei cittadini ebbero la meglio su quelle negative.

Il Monumento di Soriano, specie se paragonato ai tanti altri sparsi in tutta Italia è decisamente bello, perché unisce il valore artistico a quello simbolico, non cedendo a simbologie biecamente propagandistiche ed eccessivamente celebrative.

L'assenza di motivi architettonici quali la vittoria alata, i contadini, il sacrificio dei militi (spesso rappresentati feriti o agonizzanti) dà al monumento solennità e ad un tempo semplicità. Il fante è severo, ma anche rassicurante; armato, ma non in posizione di combattimento. E' una specie di vigile sentinella a protezione dei cittadini. Le quattro teste bronzee collocate agli angoli del piedistallo, oltre che eseguite con rara maestria, sono estremamente espressive. Risentono invece della retorica del momento storico le varie scritte sul piedistallo di peperino. Emozionanti i reperti bellici originali.

Il lavoro del Comitato e della Commissione tecnico-artistica produsse ottimi risultati, sia nell'individuazione dell'artista cui affidare l'incarico, che nella valutazione delle proposte. Probabilmente, aver stabilito criteri e parametri in tempi ancora sufficientemente vicini alla fine della guerra e precedenti il regime fascista, evitò derive autocelebrative.

Credo sia il più bel monumento del XX secolo presente sul territorio. Se poi si riuscisse anche a ridare dignità al limitrofo Parco della Rimembranza e a trovare un adeguato spazio per l'elenco dei militari caduti, la zona circostante acquisterebbe ancor più valore etico ed estetico.

A questo punto, il mio modesto lavoro può dirsi concluso.

Eppure, mentre sto per scrivere la parola fine e sono in procinto di spegnere il computer, sento il prorompente desiderio di dedicare questo elaborato ad una persona, scomparsa di recente (e che sicuramente mi avrebbe chiesto una copia cartacea, non essendo uso all'utilizzo del computer), che ha tanto amato Soriano, divenendone una specie di mentore e simbolo. Devo a lui le prime sollecitazioni ad avvicinarmi alla storia di questo paese. Avevo appena quindici anni quando mi prestò una copia del dattiloscritto curato da Clemente Giuntella “Miscellanea sorianese” (del quale, peraltro, devo ammettere, allora non capii molto), avuto dalla famiglia Corsi. Devo a lui la prima visita al castello Orsini (ancora carcere) sotto “mentite spoglie” (ancora giovanissima e magrissima mi spacciò per il suo aiutante di bottega). E devo soprattutto a lui tanta disponibilità e vicinanza in periodi non facili della mia via.

Grazie, ovunque tu sia, Eutizio Narduzzi. Spero gradisca questa mia dedica. Buona lettura. A te e a tutti coloro che avranno voglia di dedicare del tempo a queste righe.

Soriano nel Cimino, febbraio 2014


NOTE


  1. Vedi allegato n. 1

  2. Vedi allegato n. 2

  3. Vedi allegato n. 3

  4. Vedi allegato n. 3

  5. Vedi allegato n. 4

  6. Vedi allegato n. 5

  7. Vedi allegato n. 6

  8. Vedi allegato n. 6

  9. Vedi allegato n. 7

  10. Vedi allegato n. 8

  11. Vedi allegato n. 8

  12. Vedi allegato n. 9

  13. Vedi allegato n. 10

  14. Dizionario biografico degli italiani, vol. 77, Roma: Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2012

  15. Vedi allegato n. 10

  16. Vedi allegato n. 11

  17. Vedi allegato n. 11

  18. Vedi allegato n. 12

  19. Vedi allegato n. 13

  20. Vedi allegato n. 14

  21. Vedi allegato n. 15

  22. Vedi allegato n. 10

  23. Vedi allegato n. 16

  24. Vedi allegato n. 17

  25. Vedi allegato n. 18

  26. Vedi allegato n. 19

  27. Vedi allegato n. 20

  28. Vedi allegato n. 21

  29. Vedi allegato n. 22

  30. Vedi allegato n. 23

  31. Vedi allegato n. 24

  32. Vedi allegato n. 25

  33. Vedi allegato n. 26

  34. Vedi allegato n. 27

  35. Vedi allegato n. 28

  36. Vedi allegato n. 29

  37. Vedi allegato n. 30

  38. Vedi allegato n. 31


FONTE


Archivio Storico Comunale Soriano nel Cimino: Postunitario, Cat. VI (Governo), classe 3, fascicolo 123.



ELENCO DEGLI ALLEGATI


DOCUMENTI


Allegato n. 1 – Manifesto-volantino del Comitato Pro-Monumento a firma Casanova Girolamo

Allegato n. 2 - 16 settembre 1921, Manifesto-volantino del Comitato Sorianese per le onoranze dei concittadini caduti in guerra a firma Pietro Troili

Allegato n. 3 – 14 agosto 1921, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 4 – 26 settembre 1921, Lettera del Ministero della Guerra avente ad oggetto “Bronzo e cimeli per il monumento ai caduti”

Allegato n. 5 – 2 settembre 1921, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 6 – 9 settembre 1921, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 7 – 16 settembre 1921, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 8 – 14 novembre 1921, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 9 - 22 settembre, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra con allegata circolare-invito per gli artisti

Allegato n. 10 – 7 marzo 1922, Lettera-Verbale della Commissione Tecnico-Artistica

Allegato n. 11 – 10 dicembre 1921, Nota dell’artista Francesco Nagni con descrizione bozzetti

Allegato n. 12 – 13 febbraio 1923, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 13 – 4 agosto 1922, Lettera di Attilio Capaccini al Presidente del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 14 – 25 febbraio 1923, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 15 – 18 settembre 1921, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 16 – 25 marzo 1922, Deliberazione del Commissario Prefettizio n. 8 avente per oggetto “Concessione d’area per l’erezione del Monumento ai Caduti di Guerra”

Allegato n. 17 – 10 febbraio 1923, Lettera del Sindaco al Presidente del Comitato Pro Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 18 – 5 marzo 1923, Lettera di alcuni membri del Comitato al Presidente

Allegato n. 19 – Marzo 1923, Lettera del Presidente del Comitato al Sindaco

Allegato n. 20 – 15 aprile 1923, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 21 - 24 luglio 1923, Lettera del Sindaco al Presidente del Comitato Pro Monumento Caduti in Guerra avente per oggetto “Area pel Monumento”

Allegato n. 22 – 8 agosto 1923, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 23 - 15 febbraio 1923, Verbale della Giunta Esecutiva per il Parco della Rimembranza

Allegato n. 24 – 18 settembre 1923, Lettera della Commissione Tecnico-Artistica al Presidente del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 25 – 21 settembre 1923, Verbale del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 26 – 9 novembre 1923, Verbale di sopralluogo firmato dall’ing. Umberto Trasarti-Battistoni

Allegato n. 27 – 10 aprile 1922, Lettera del Presidente del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra alla diplomazia reale

Allegato n. 28 - 4 agosto 1923, Volantino del Comitato Pro Monumento ai Caduti in Guerra

Allegato n. 29 – 7 aprile 1922, Lettera di Attilio Capaccini al Presidente del Comitato

Allegato n. 30 – 1 maggio 1924, Lettera del Presidente e del Vice-Presidente della Commissione Esecutiva Pro Monumento ai Caduti in Guerra al Sindaco

Allegato n. 31 – 1° ottobre 1926, Manifesto inaugurazione Monumento ai Caduti e Parco della Rimembranza

 
 
 
 
 

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