SORSI DI LUCE

memoria gulag


Vittime dei gulag, è il tempo della memoria Quando riflettiamo sui due più orrendi crimini collettivi dello scorso secolo, noti con le denominazioni ormai lugubramente familiari di Shoah e Gulag, osserviamo un fenomeno paradossale: un eccesso di memoria per il primo e un eccesso di oblio per il secondo.Parlare di eccesso di memoria per la Shoah potrà parere irriverente, se non sacrilego. Come si può affermare che dello sterminio nazista degli ebrei si faccia troppo discorso, quando si osserva una sinistra ripresa di quell' antisemitismo, talora appena mascherato da antisionismo, che a quell' eccidio ha portato? Eppure una riflessione sugli effetti della commemorazione che l' Olocausto giustamente ha trovato non solo negli studi storici, ma anche nei mezzi di comunicazione di massa, sembra opportuna. Il rischio è infatti che si crei una sorta di atrofizzazione della coscienza nei riguardi di quell' evento criminoso, una celebrazione puramente formale e rituale in un' apposita giornata, offuscando l' eccezionalità di un delitto di cui è stata capace una parte non marginale del mondo europeo.Ciò che dovrebbe entrare nelle menti, soprattutto delle giovani generazioni felicemente lontane da quegli orrori, è la domanda circa le ragioni della possibilità di un crimine come l' Olocausto. Una domanda cui è impossibile cercare di rispondere con gli strumenti della ragione storica, se l' Olocausto viene isolato nella sua assolutezza, anziché, pur nel rispetto della sua singolarità, essere visto nell' insieme della storia mondiale del XX secolo, al cui interno si è registrato almeno un crimine di analoga portata: quello del Gulag.Con questo termine indico non soltanto il sistema concentrazionario sovietico, ma il micidiale complesso di misure repressive di massa messo in atto dai vari regimi comunisti nel mondo. A proposito del Gulag così inteso si osserva quell' eccesso di oblio cui accennavo all' inizio. Anzi fino a qualche tempo fa, più che di oblio, si trattava di silenzio voluto, quando non addirittura di negazione del fatto. Ma anche oggi si deve constatare una sproporzione di memoria tra i due genocidi del Novecento.Come riparare a questa ingiustizia che pesa sul presente non soltanto come offesa per le vittime del Gulag, e sono decine di milioni, non adeguatamente onorate nel ricordo, ma anche come menomazione della coscienza civile e storica?Oggi, 7 novembre, a Roma un convegno organizzato dai Comitati per le Libertà proclamerà questo giorno «Memento Gulag», consacrandolo al ricordo delle vittime delle repressioni comuniste. Non si tratta semplicemente di ristabilire un equilibrio formale tra due eventi diversi, ma comparabili, senza che per questa comparazione l' uno possa diventare una sorta di attenuazione dell' altro e senza che nessuno di essi perda la sua orrenda specificità.Stabilire una data commemorativa anche per le vittime del Gulag, dopo che lo stesso è stato fatto per quelle della Shoah, è semplicemente doveroso. Ma sbaglieremmo se pensassimo che con questo la nostra società possa mettersi la coscienza a posto. Dobbiamo evitare, certo, che tale data si trasformi in una formalità retorica, anche se questo pericolo le vittime del Gulag lo corrono assai meno, non avendo essi una comunità esemplarmente forte e coesa come quella ebraica a garanzia della sopravvivenza nel ricordo.Ciò che conta allora, al di là delle pur doverose commemorazioni, sarà il pieno ristabilimento della verità e dell' equità storica, una visione della storia europea e mondiale dello scorso secolo non più mutilata e svisata, come lo è stata troppo a lungo, e in parte lo è tuttora: è falso, in particolare, limitare il male totalitario al nazionalsocialismo. Certo, nessuno è innocente, non lo è neppure la democrazia che ha sconfitto questo male. Ma il totalitarismo ha avuto due ipostasi, delle quali quella comunista è stata la più disastrosa, anche se, in una paradossale e temporanea alleanza con le democrazie, ha combattuto contro il fascismo.Commemorare le vittime del Gulag, oltre che quelle della Shoah, vorrà dire allora rispettare la verità storica in tutta la sua complessità e, sulla sua base, formare una adeguata coscienza civile soprattutto tra i giovani, per i quali Gulag e Shoah dileguano inevitabilmente in un passato sempre più remoto, che tuttavia non cessa di pesare sul nostro comune presente. Solo così si potrà cercare di rispondere alla domanda di cui parlavo sopra: perché nell' Europa di un secolo che si proclamava di progresso è maturato un Male senza precedenti, del quale è lecito domandarsi se siamo del tutto risanati? Vittorio Stradatratto dal Corriere della Sera