SORSI DI LUCE

La Peonia: la rosa della Barbagia


La Barbagia è terra piena di fascino e ricca di tradizioni che ha nella città di Nuoro il centro abitato più importante, e nel Massiccio del Gennargentu l’emblema della morfologia del territorio. Il territorio ha infatti carattere prevalentemente montuoso. L’etimologia e il significato della parola Barbagia deriva dall’appellativo di "Barbaria" che i Romani diedero a questo territorio perché l’ostinazione e l’orgoglio delle popolazioni locali fu tale che non riuscirono mai a dominarle completamente. Stessa sorte capitò più tardi anche ai Bizantini. Emblema di questa stoica resistenza agli invasori è forse più d’ogni altro il Monte Tiscali, uno dei posti più affascinanti del Supramonte al cui interno è parzialmente visibile ciò che rimane di un villaggio dell’epoca costruito all’interno dei resti di una grotta. Visitando questi luoghi si ha l’impressione che il tempo si sia fermato; il silenzio delle montagne unito alla flora ed alla fauna incontaminate rendono unica l’escursione in questi luoghi.
Il Gennargentu costituito di scisti cristallini attraversati da numerosi filoni porfirici e poggianti sopra un nucleo granitico, presenta una zona culminale a pascolo, mentre le pendici sono per lo più rivestite da vegetazioned’alto fusto (elci, querce e castagni); la punta La Marmora m 1834 e ilBruncu Spina m 1829, entrambi al centro del gruppo, rappresentano le maggiorielevazioni dell’isola. Lo delimita a S l’alto corso del Flumendosa, separandolo da una formazione montuosa caratterizzata dai «tacchi» o «tòneri», elevazioni dolomitico-calcaree che emergono dalle rocce scistose con alte pareti ora rettilinee e compatte, ora frastagliate da profonde solcature.  
Tra le specie faunistiche di questo territorio ricordiamo mufloni, cinghiali, volpi, donnole e l’aquila reale che ancora domina i cieli del monte più alto della Sardegna (Punta La Marmora raggiunge infatti m. 1.834). Dal punto di vista archeologico, nonostante i siti di interesse non manchino, sono spesso poco valorizzati se non addirittura sconosciuti ai più. Tra i più interessanti certamente il nuraghe "Orolo" a Bortigali e le Tombe dei Giganti Madau nei pressi di Fonni. Ancora le Domus de Janas nei pressi di Oniferi. Tutti i centri del Nuorese valgono una giornata spesa tra tradizioni antiche e ospitalità genuina: da Aritzo a Bosa, da Nuoro a Macomer ogni centro di questo territorio saprà offrire ai propri visitatori ore di relax tra natura incontaminata e paesaggi mozzafiato. La Barbagia, sembra apparentemente inospitale a livello di paesaggi, monti che recano in se mille nascondigli,  boschi che sembrano labirinti, animali guardiani del territorio , muretti a recinto delle tancas , eredità della legge delle chiudende, …eppure anche questa è Sardegna, forse quella più bella, quella più vera, quella da scoprire in mille sfumature.  Nei paesaggi barbaricini tutto par essere collocato alla perfezione, macigni corrosi dal vento millenario che sembrano prendere le parvenze di più svariate, vette addolcite dalle intemperie  fin dal  tempo dei nuraghe,  gli stessi nuraghe emblema misterioso di una delle più arcaiche terre emerse e civiltà organizzate, immense distese profumate di "mudregu", cisto, ginestre orchidee selvagge, rose peonie che fanno da tappeto , a una terra arsa e brulla, querce, noci sarde,  tassi,  lecci  così grandi intorno al cui tronco  … si potrebbe ballare un bellissimo ballo sardo! E l’aria…, fresca , cristallina come le acque che scorrono dalle fontane talvolta in abbondanza talune altre… solo poche preziosissime gocce! Anche le nuvole..  per quasi di toccarle sembrano più vicine e  rincorrersi tra loro creando di volta in volta le figure più strane…I colori del meriggio sembrano addolcire quel paesaggio che si prepara alla notte, tutto pare tacere …ma la montagna non dorme , riposa e si assopisce ma non si addormenta mai!