SORSI DI LUCE

Aleksandr Sokurov: regista cinematografico


 Un cinema dell'anima e un cinema della storia:  tutta l'opera di Aleksandr Sokurov - nato nel 1951 nell'allora Unione Sovietica - si condensa attorno a queste due dimensioni che toccano la persona nelle sue relazioni esterne e dinamiche e in quelle interne che guardano alla coscienza, con diversi gradi di condivisione e di profondità. L'individuo, insomma, e la società, nel tempo e nello spazio. In difficile pellegrinaggio. In una faticosa ascesa caratterizzata da alterne vicende. In questa sorta di pulsione, il suo cinema, spesso contrassegnato dalla forza dei simboli e di immagini mute ma eloquenti, sembra lasciarci sempre come in sospeso. Russian Ark - Arca Russatribute to Russian history and the Hermitage Museum Russian Ark (Arca Russa)Regia di Aleksandr SokurovGermania-Russia, 2002. Scritto da Alexander Sokurov, Anatoly Nikiforov.The Hermitage Bridge Studio (St. Petersburg)-Egoli Tossell Film AG (Berlin).Principali interpreti: Sergei Dreiden; Maria Kuznetsova; Leonid Mozgovoi, 96 min.Versione italiana prodotta da Cecchi Gori Home Video, 2003.Interamente girato, in un'unica sequenza, nelle sale dell'Ermitage.San Pietroburgo. L'Ermitage. Il palazzo d'inverno, residenza di Pietro il Grande, di Caterina la Grande, e di tutti gli zar, fino a Nicola II. Un viaggio di due secoli nelle vicende del Museo e dei suoi illustri ospiti. Ma pure, un'analisi non sempre benevola della storia, dell'arte, della politica. Il diplomatico francese dell'Ottocento, il regista russo del Duemila, come intrusi, si aggirano nelle sale, bellissime, sontuose, ricche dell'Ermitage. Non invitati al ballo di corte di Caterina, non invitati al ballo finale di Nicola II. Il francese non sa della rivoluzione e delle guerre del Novecento, e dietro la cinepresa, l'operatore, senza mai fermarsi, gira un'unica sequenza, raccogliendo dubbi, analisi, critiche, sentenze, speranze, sorprese e meraviglie del diplomatico francese. 36 sale sono riprese in ciascun dettaglio storico e artistico. Fino a quando gli ospiti, quasi tremila, dalla scalinata centrale vanno verso l'uscita. Le porte si aprono sul mare del nord, verso un inverno durato ottanta anni.
Regista e sceneggiatore russo. Mentre frequenta l'Università Gork'ij, inizia a lavorare per una televisione locale. Nel 1975 si iscrive a un corso di regia presso il VGIK di Mosca, dove incontra A. Tarkovskij che lo introduce ai Lenfilm Studios. Dal 1979 realizza alcuni cortometraggi e ventitré documentari che, ritenuti antisovietici, per lungo tempo non vengono proiettati in patria. Odinokij golos cheloveka (La voce umana solitaria), realizzato nel 1979, viene distribuito solo nel 1987. Gira alcuni adattamenti, da G.B. Shaw (Dni zatmeniya, I giorni dell'eclisse, 1988) e da G. Flaubert (Spasi i sokharani, Salvo e protetto, 1989), a cui seguono Kamen' (La pietra, 1992), gli esperimenti di «poesia visiva» di Elegia dalla Russia (1993), Madre e figlio (1997) e Moloch (1999), riflessione su Hitler e la follia del potere. Nel 2000 presenta alla Mostra di Venezia Dolce, l'anno successivo Elegia di un viaggio, mentre nel 2002 è a Cannes con Arca russa, lunghissimo piano-sequenza che segue un cineasta, invisibile agli altri personaggi, all'interno dell'Ermitage di San Pietroburgo.